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SOLIDARIETA’ AGLI ARRESTATI: LOLLO E SIMO LIBERI!

Qui di seguito la versione definitiva del comunicato dei compagni di Milano dell’Assemblea di Scienze Politiche. Solidarietà agli arrestati: Lollo e Simo liberi!

NESSUNO MOSTRO DA SBATTERE IN PRIMA PAGINA: FUORI I COMPAGNI DALLE GALERE! 

 

COMUNICATO IN SEGUITO AGLI ARRESTI DEL 4 SETTEMBRE

Il 4 settembre, uno studente e un ex studente di Scienze Politiche, appartenenti all’Assemblea di Scienze Politiche, sono stati arrestati con l’accusa di aver preso parte ad una rissa avvenuta a Febbraio durante una festa in Statale.

Da subito si è scatenata la gara dello “sbatti il mostro in prima pagina”: feroci picchiatori, barbari, belve, questi sono gli appellativi usati dai media per i due arrestati.

Non è nostra intenzione prestarci all’uso strumentale che è stato fatto dai giornali e dalla questura su una vicenda che non ha alcun contenuto politico. Non è un caso, infatti, che su tutte le testate venga sottolineata la partecipazione dei due all’interno del movimento studentesco (proprio alla vigilia del nuovo anno accademico) e del movimento No Tav. Non è un caso che l’inchiesta sia condotta dal pm Basilone – lo stesso che ha firmato gli arresti per resistenza dopo lo sgombero della ex Cuem in Statale – e dal procuratore Romanelli, capo del Quarto Dipartimento Antiterrorismo.

Nel mese di Agosto i vertici dell’università hanno chiuso lo spazio occupato della libreria ex- Cuem, approfittando dell’assenza degli studenti nel periodo estivo. Ora, il tentativo è quello di delegittimare qualunque studente, o gruppo politico, che all’interno delle facoltà si opponga al processo di ristrutturazione e di aziendalizzazione dell’università, contro lo smantellamento del diritto allo studio che penalizza gli studenti meno abbienti. Il lavoro che portiamo avanti a scienze politiche parte infatti dall’esigenza di riappropriarci di ciò che ci viene tolto riforma dopo riforma, da governi di ogni risma; e non solo come studenti, ma anche come studenti-lavoratori colpiti da continui attacchi a diritti e salario.

1074329_602240643149294_642173920_oRiappropriazione e forme di organizzazione – come la condivisione gratuita di libri in pdf contro il caro-libri, pranzi sociali, riapertura di spazi utili agli studenti ma tenuti chiusi, questo, insieme alla costante solidarietà ai lavoratori della statale- hanno caratterizzato da sempre le nostre attività in facoltà. La nostra critica ad un’università subordinata alle esigenze del mondo imprenditoriale, a scapito dei diritti, si scontra quindi con gli interessi della classe dirigente, che sempre in misura maggiore necessita di luoghi di formazione funzionali alla creazione di lavoratori precari e ricattabili. Con i discorsi, le assemblee, le mobilitazioni, ci siamo costruiti dentro le mura della facoltà una legittimità basata appunto sulla concretezza delle critiche che portiamo, proprio perché partono dalla condizione e dai bisogni degli studenti. Tentano quindi un attacco ai fianchi, a cui semplicemente risponderemo proseguendo le nostre lotte.

Non sono bastati gli sgomberi degli spazi occupati all’interno degli atenei, le commissioni disciplinari ad hoc, le cariche, né tanto meno gli arresti; nelle facoltà esistono ancora luoghi, fisici o meno, con i quali gli studenti tentano di opporsi ad un’università sempre più asservita alle imprese e alle logiche del profitto.

L’anno scorso abbiamo visto numerosi studenti impegnarsi attivamente nella lotta contro queste strategie e le azioni di solidarietà sono state molteplici in tutto il Paese.

Per questo, rimarcare l’attivismo politico dei due studenti arrestati è funzionale a isolare queste stesse lotte, e fare terra bruciata intorno a chi rivendica i propri diritti e si riappropria di quanto gli spetta.

Giornalisti, politici e magistrati pretendono di giudicare l’operato politico dell’Assemblea di Scienze Politiche attraverso un evento che si presta a facili strumentalizzazioni. Tutto questo perchè impossibilitati a farlo sui contenuti espressi in tutti questi anni. Contenuti che tanti studenti con la loro partecipazione hanno sostenuto. A questi ultimi lasciamo un giudizio scevro dalla propaganda politica propinata da giornali e questura.

Per chi volesse esprimere la propria vicinanza:
Minani Lorenzo Kalisa e Di Renzo Simone
Casa Circondariale di Milano San Vittore Piazza Filangeri 2, 20123 – Milano

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ONDA 2008: LA STORIA NON SI SCRIVE NEI TRIBUNALI!

Solidarietà agli studenti sotto processo per le mobilitazioni del 2008

Il 13 febbraio, il Tribunale di Milano emetterà la sentenza di primo grado verso alcuni studenti per la tentata occupazione della stazione FN di Cadorna avvenuta durante il periodo di mobilitazione noto come “movimento dell’Onda”. Altri processi si sono appena conclusi o sono tuttora in corso: si tratta di 200 denunce per 62 studenti, che vanno dall’interruzione di pubblico servizio, manifestazione non autorizzata, ed altre accuse collegate ai momenti di mobilitazione messi in atto contro la deriva aziendalista di tutto il sistema formativo.

milanoMai quest’onda mai mi affonderà, gli squali non mi avranno mai…”


Colpendo gli studenti che si sono battuti con più decisione, si tenta di rinchiudere dentro i tribunali un grande movimento, che tra ottobre 2008 e dicembre 2009, si è battuto sia contro la riforma Gelmini, sia contro le politiche neoliberiste di governo e Confindustria. Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza nei cortei, nei blocchi stradali e delle stazioni, nelle occupazioni delle facoltà di molte città; e le nostre rivendicazioni non riguardavano soltanto l’ambito studentesco: collegarsi alle lotte dei lavoratori, contro i licenziamenti, o contro l’ulteriore precarizzazione della forza lavoro, erano parole d’ordine assunte da buona parte del movimento.

Chi governa sa benissimo che il mondo della formazione è sempre più funzionale ad un mondo del lavoro precario e senza garanzia alcuna. Questa condizione sta già generando tensioni sociali. Mentre sono sempre più coloro che vengono colpiti dai licenziamenti o dalla flessibilizzazione delle loro condizioni di lavoro, studenti che fanno propria la parola d’ordine “collegare le lotte”, costituiscono una voce fuori dal coro contro i piani di sfruttamento, che siano lo smantellamento del diritto allo studio, il modello Marchionne o la riforma Fornero. Pertanto, ogni disturbo va eliminato, perché la direzione nella quale ci stiamo muovendo è chiaramente definita.

La risposta migliore ad un attacco repressivo è continuare la lotta: per questo, pensiamo che si debba riportare la questione dalle aule dei tribunali agli studenti, ai giovani lavoratori che hanno dato vita a quelle mobilitazioni, e che ancora oggi si battono.

Non riteniamo di doverci assumere la responsabilità politica riguardante le motivazioni e le scelte che hanno portato migliaia di persone a e mobilitarsi. Tantomeno vogliamo assumerci la responsabilità penale in riferimento a quelle giornate

Sviluppare una memoria collettiva, da anteporre alla “memoria giudiziaria” significa prima di tutto porre le basi e affilare la critica per le future mobilitazioni, sia nella scuola che nel mondo del lavoro. Allo stesso tempo, è l’esempio migliore che si possa dare verso le giovani generazioni di studenti, che cercando di sviluppare la loro critica alla deriva aziendalista della scuola e dell’università stanno già preparando la prossima Onda.

“Aspettando un’onda lunga, passa la cera un’altra volta.
Poi col vento nelle mani, qui il futuro è già domani”

Ribellarsi era, è, e sarà giusto.
No all’istruzione merce,
NO alla scuola/università azienda

RED NET – Rete delle realtà studentesche autorganizzate

FOTO DA MILANO, ROMA, FIRENZE, NAPOLI, SIENA, URBINO, PISA

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MERITO=EQUITÀ? “PROFUMO” DI CLASSISMO… WE CHOOSE TO FIGHT!

MERITO=EQUITÀ? “PROFUMO” DI CLASSISMO…
WE CHOOSE TO FIGHT!

silenzio rabbia                         “Credo che sia un atto di grande democrazia, e’ previsto dalla Costituzioneche gli studenti debbano essere messi tutti nelle stesse condizioni,
ma devono essere capaci e meritevoli.
Purtroppo fino ad oggi nel nostro Paese questa equita’ non e’ esistita”.

Profumo, ministro dell’istruzione

E’ di pochi giorni fa la notizia della “vittoria” (ovvero un semplice rinvio al 21 Febbraio) rivendicata soprattutto da sindacati studenteschi in preda alla campagna elettorale, contro il cosiddetto Decreto Ministeriale Profumo che porterà sicuramente a ulteriori tagli e disservizi per i borsisti. Infatti il Ministro dell’Istruzione ha deciso, a pochi giorni dalle elezioni, di approvare un ulteriore decreto, che costituirà un vero e proprio cambiamento in senso peggiorativo riguardo i criteri di attribuzione delle borse di studio. E’ già da anni che in quasi tutte le Regioni si tagliano le borse di studio, ormai riservate ai pochi veramente “meritevoli”, e si spinge gli studenti a ricorrere ai “prestiti d’onore” con scarsi risultati: ciò comporterebbe l’indebitamento con istituti privati( banche, assicurazioni..) e di conseguenza l’obbligo a saldare il proprio debito appena usciti dagli studi, ovviamente se e solo se si riesce a trovare l’ennesimo lavoro precario. Inoltre il criterio di merito, introdotto già dalla prima riforma di Profumo, certamente non avvantaggia le classi più deboli della società: la logica del merito altro non è che la logica del più forte, in un orizzonte sociale nel quale le differenze di classe tra i pochi ricchi e i sempre più numerosi poveri, si fanno sempre più acute. L’uguaglianza tra gli studenti è meramente formale: i livelli di partenza in termini di bagagli di conoscenze e possibilità sono profondamente influenzati dalla situazione familiare. E’ ridicolo pensare che i tanti idonei non beneficiari, costretti magari a lavorare per mantenere gli studi, possano mantenere un livello di “produttività” pari ad uno studente a tempo pieno, solo per fare un esempio. L’equità di cui parla il Ministro è solo una mistificazione dietro cui nascondere un tentativo di perpetrare e ampliare le differenze sociali di partenza tra i vari studenti.
L’uscita dei dati del CUN sulla diminuzione degli immatricolati all’università (58.000 studenti in meno), non ha influenzato minimamente il nostro amato Ministro che pochi giorni fa è uscito con questo nuovo decreto.

Le misure previste sono infatti:

-l’impossibilità di richiedere la borsa oltre i 25 anni per la triennale, oltre i 32 per la magistrale

-per la prima richiesta, previsti criteri di merito secondo il curriculum scolastico (o meglio “portfolio”, introdotto nel precedente decreto merito)

-per richiedere le borse alla laurea magistrale gli studenti non dovranno essere più di 1 anno fuoricorso (si sa, i fuoricorso sono gli storici nemici del ministro)

-maggiori crediti annuali per i borsisti(15 crediti in più per il primo anno, 10 per gli altri)

-introduzione di tetti differenziati per la richiesta di borse di studio(14000 euro al sud, 17000 al centro, 20000 al nord)

Non ci vogliono esperti né tante parole per capire che questo decreto non sta aiutando gli studenti borsisti né andando verso una nuova università pubblica veramente accessibile a tutti! Questa manovra classista viaggia in una direzione ben precisa: un’università per poche élites “meritevoli”. Non ci stupiamo affatto delle continue riforme riguardanti l’università, tutto ciò infatti si inserisce in un unico percorso (dalla riforma Moratti alla Gelmini, dal processo di Bologna al decreto merito) che sta portando l’ università ad essere sempre più classista e a vedere sempre più accentuata la divisione al suo interno tra atenei di serie A e di serie B. Infatti questo provvedimento invita i sempre meno studenti che rispondono ai requisti di merito e produttività a iscriversi alle università del nord: il tentativo è chiaramente quello di svuotare di “meritevoli” le università del sud. La volontà è quella di far diventare un privilegio per pochi quello che dovrebbe essere invece un diritto per tutti nel tentativo di ridurre sempre di più il numero degli studenti e non saranno certo le mediatiche proteste in funzione elettorale né le continue lamentele e preghiere al Presidente o Ministro di turno a cambiare questo, come tutti gli altri, sacrifici necessari. Siamo convinti che non saranno le elezioni né tanto meno un governo di centrosinistra o di centrodestra a cambiare la politica lacrime e sangue portata avanti dal precedente governo POLITICO Monti.
Pretendiamo un diritto allo studio che possa realmente sostenere gli studenti attraverso un’università pubblica, gratuita e accessibile a tutti e un trasporto pubblico, gratuito e di qualità.La nostra risposta a tutto ciò sarà sempre la stessa: la lotta come strumento per cambiare questa riforma, l’università, la società e soprattutto questo sistema di cose presenti.

NO AL DECRETO PROFUMO SULLE BORSE DI STUDIO!
PER IL DIRITTO ALLO STUDIO E ALLA MOBILITA’!
I DIRITTI NON SI MERITANO, SI CONQUISTANO !

Collettivo Politico * Scienze Politiche
Das – Dimensione autonoma studentesca Siena
Collettivo Aula R Pisa

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I DIRITTI NON SI MERITANO SI CONQUISTANO! SOLIDARIETA’ CON I LAVORATORI DI CAREGGI! LUNEDI 17 ASSEMBLEA STUDENTESCA

10-12-2012 @ REGIONE TOSCANA (piazza duomo) ore 14:45 PRESIDIO AUTOCONVOCATO DALL’ASSEMBLEA DEGLI STUDENTI DI INFERMIERISTICA

12-12-2012 @PONTE NUOVO (ospedale di Careggi)  ore 11:00 PRESIDIO/CORTEO DEI LAVORATORI INFERMIERI E OSS DI CAREGGI

17-12-2012 @AULA AUTOGESTITA PLESSO DI VIALE MORGAGNI ore 15:00 ASSEMBLEA STUDENTESCA per decidere come continuare la mobilitazione degli studenti in merito a borse di studio e tirocini.

PARTECIPERANNO LAVORATORI OSS E INFERMIERI DI CAREGGI Prosegui la lettura »

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14 Novembre SCIOPERO GENERALE: CORTEO ORE 9 Piazza SAN MARCO

 SPEZZONE STUDENTESCO AL CORTEO DEI SINDACATI DI BASE ORE 9 DA PZZA S. MARCO

La scuola e l’università svolgono all’interno della nostra società un mero ruolo economico.

Infatti i provvedimenti e le riforme che hanno investito il sistema formativo italiano si inquadrano nei criteri dettati dal processo di Bologna. Questi ultimi prevedono l’accesso dei privati nei consigli di amministrazione dell’università: metodi didattici, offerta formativa, esperienze formative/lavorative (vedi tirocinio) e ricerca sono sempre più assoggettate all’interesse privato e particolare. La stessa cultura risponde allo standard di produttività: questo è palese nella sua quantificazione in crediti formativi che rappresentano la mercificazione del sapere. Risale a quest’estate l’ultimo attacco al sistema formativo italiano, col quale il ministro Profumo, in perfetta continuità con le riforme varate dai precedenti governi (sia di centro-destra che di centro-sinistra), ha riesumato con la scusa dell’austerità il DDL Aprea, ideato dal governo Berlusconi e finalizzato ad inserire i privati all’interno dei Consigli d’Istituto, ed ideato il Decreto Merito. Quest’ultimo prevede l’introduzione del premio “studente dell’anno” e della creazione di un “portfolio” come curriculum vitae (che non considera solo il rendimento scolastico e che sarà consultabile dalle aziende cui verranno presentate eventuali domande di lavoro). Il provvedimento Profumo costituisce una cornice ideologica fortemente improntata ai criteri di  merito/concorrenza/produttività, andando, con questa retorica, da un lato a giustificare gli ulteriori tagli al mondo dell’istruzione (200 milioni previsti dalla spending review montiana, che si vanno ad aggiungere ai già abbondanti tagli compiuti con la riforma Tremonti-Gelmini), e dall’altro ad amplificare la natura classista dell’università e acuire le disuguaglianze sociali di partenza degli studenti.

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Solidarietà agli studenti della Verdi15 di Torino

Come Collettivo Politico di Scienze Politiche esprimiamo la nostra massima solidarietà agli studenti della Verdi15 occupata di Torino, casa dello studente occupata  in seguito ai tagli alle borse di studio del ministero, della regione Piemonte e dell’Edisu e al conseguente ricatto nei confronti di chi, non potendo permettersi di pagare le tasse universitarie ed un alloggio, si vede costretto a ricorrere ai “prestiti d’onore” concessi dalle banche.

Stamattina polizia e guardia di finanza hanno sgomberato gli studenti, in occupazione ormai da mesi, caricandoli brutalmente e fermandone alcuni.

Per ulteriori particolari vi lasciamo a questo post, rinnovando la nostra solidarietà e sapendo che, anche se vogliono dividerci nel “merito”, noi siamo uniti nella lotta!

I DIRITTI NON SI “MERITANO”, SI CONQUISTANO!

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DIVISI NEL MERITO, UNITI NELLA LOTTA.

L’università oggi…

Tutti i provvedimenti che, negli ultimi anni, hanno contribuito alla ridefinizione dei percorsi formativi, rispondevano all’assunto neoliberista imprescindibile in tempi di crisi della riduzione dell’intervento statale, della “revisione dei conti”, dei “tagli alla spesa”, insomma di tutti quei leitmotiv quantomai necessari a coprirne la vera natura: il rilancio dei profitti all’interno dell’ennesima crisi strutturale del capitalismo e la configurazione di un’università sempre meno di massa e sempre meno luogo di elaborazione di sapere e discussione critica, esplicitamente funzionale alle esigenze di ristrutturazione del mercato del lavoro.

Nell’attuale periodo di transizione che il mondo della formazione sta vivendo, quindi,  il “fare cassa” a tutti i costi dell’ex ministro Gelmini e la riforma a costo zero del “tecnico” Profumo, vero e proprio manifesto ideologico dei “valori”di merito e produttività della società capitalistica, costituiscono due facce della stessa medaglia.

La dequalificazione formale e sostanziale della didattica all’interno degli atenei, la parcellizzazione degli esami in crediti  formativi, i tagli indiscriminati alle risorse che dovrebbero poter garantire agli  studenti i servizi minimi (mense, studentati, borse di studio, etc.) non producono altro che un sapere atomizzato incapace di cogliere in maniera critica le contraddizioni di questo sistema ed un inasprirsi della selezione di classe all’interno del processo di privatizzazione ed aziendalizzazione progressivo dell’università. La selezione, resa esplicita in entrata dall’introduzione massiccia di test d’ingresso e di autovalutazione, agisce però prepotentemente anche durante e alla fine del percorso di studio.

A conferma di questo processo che rimarca e sottolinea le differenziazioni di classe nell’accesso agli studi superiori, anche le tasse, dopo l’impennata  di quelle regionali per il diritto allo studio (arrivate a 140 euro in tutte le regioni), a partire dall’inizio del 2013, subiranno un ulteriore aumento:  per gli studenti fuoricorso, l’aumento rispetto ai contributi versati dagli studenti in corso sarà del 25%, del 50% o del 100% calcolato  progressivamente su tre fasce di reddito.  Inoltre, poiché questi contributi non verranno fatti rientrare nel corrispettivo 20% del Fondo di Finanziamento Ordinario che gli atenei possono imporre agli studenti, riducendosi la base a cui viene applicato il prelievo tributario, si verificheranno aumenti consistenti anche per gli studenti in corso.

Oppure, è sufficiente pensare al meccanismo di differenziazione del 3+2+n ( in cui “n”è il numero dei master e degli eventuali corsi di perfezionamento) che ha evidentemente peggiorato i modi e la qualità della didattica, parcellizzandoli e meccanizzandoli ulteriormente, o a quello del tirocinio e dello stage che, ben prima che gli studenti transitino nel mondo del lavoro, consente alle aziende di sfruttare la loro forza lavoro praticamente a costo zero, o comunque ad un costo minoritario rispetto a quello di un lavoratore garantito a tempo indeterminato.

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E’ uscita la nostra Controguida all’anno accademico 2012/2013!

La nuova Controguida all’anno accademico 2012/2013, a cura del CollettivoPolitico. All’interno troverai Libreremo e le pagelle dei professori.

Clicca sull’immagine per scaricarla

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DOVE VAI? CHI SEI? 30 EURO…NO AI TEST DI INGRESSO e DI AUTOVALUTAZIONE!

Come da copione anche quest’anno l’accesso a numerose facoltà ed a singoli corsi di laurea è limitato da un numero chiuso. La giustificazione unanime fornita da governi, industriali e rettori verte su due “virtù” proprie dello sbarramento all’ingresso: l’efficienza delle strutture universitarie
e la possibilità di selezionare i più capaci e meritevoli tra gli studenti.
Il numero chiuso è sempre stato spacciato come uno strumento capace di favorire i meno abbienti , poiché si basa sul merito.

Eppure statistiche ormai decennali dimostrano chiaramente come la provenienza da un’area geografica anziché da un altra o da una scuola di periferia rispetto ad una scuola “bene” possano fare una grande differenza nei livelli di preparazione e nelle possibilità di accesso al mondo universitario. Questi fattori, insieme all’insufficienza delle politiche per il diritto allo studio (borse, trasporti, studentati), al continuo aumento delle tasse universitarie e all’impossibilità per gli studenti- lavoratori di frequentare, confermano la presenza di un meccanismo di selezione di classe nel nostro sistema formativo. L’introduzione di uno sbarramento all’ingresso per TUTTE le facoltà è stato introdotto dal ministro Moratti nel 2004, e ratificato dal sinistro ministro Mussi. Lo chiamano test di autovalutazione (ma solo perchè Prosegui la lettura »

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