Nuovi arresti e angherie poliziesche a Firenze


Stamattina, 29 marzo, si è verificato a Firenze l’ennesimo, gravissimo episodio di repressione e violenza poliziesca. 

Un gruppo di compagni che stavano distribuendo, nella zona di Rifredi-Careggi-Dalmazia, volantini di denuncia sugli ultimi episodi di violenza poliziesca e razzista in città, sono stati aggrediti da agenti della DIGOS.

Dopo spintoni e insulti da parte degli agenti, tre ragazzi sono stati trascinati via tra lo sdegno e l’incredulità della  gente. Immediata la risposta dei compagni, che si sono radunati in presidio sotto la questura per chiedere il rilascio dei tre. Ma, come se non bastasse, il presidio è stato subito circondato da una cinquantina di agenti, che hanno portato in questura altri 4 compagni ed identificato i rimanenti.

Bilancio di questa giornata di ordinaria repressione: 3 fogli di via e 3 custodie in carcere. Le accuse contestate sono resistenza pluriaggravata e oltraggio a pubblico ufficiale: da aggrediti ad aggressori; da compagni che volantinano a pericolosi criminali. Evidentemente ciò che ha disturbato le forze dell’ordine non è stato tanto il volantinaggio quanto il suo contenuto.

Ancora una volta la repressione colpisce in maniera esemplare ciò che non riesce a controllare: il diritto al dissenso. La deriva autoritaria e violenta della “gestione dell’ordine pubblico” in città è sotto gli occhi di tutti. Chiunque lotti in modo autorganizzato per riaffermare i propri diritti, in un momento di crisi economica e attacco padronale alle classi subalterne, deve mettere in conto denunce, carcere e botte.

Infatti, questo brutale episodio è solo l’ultimo di un sanguinoso sequel di eventi avvenuti negli ultimi mesi: dai due marocchini morti misteriosamente in una cella di sicurezza della questura, all’aggressione dei somali richiedenti asilo ad opera della polizia municipale, dai morti per mano del fascista Casseri di piazza Dalmazia, al misterioso “suicidio” di Davide nel carcere di Sollicciano.

Evidentemente la violenza poliziesca e quella fascista sono due facce della stessa medaglia e del medesimo clima repressivo che sta raggiungendo livelli allarmanti nella “rossa” Firenze.

Solidarietà ai compagni in carcere!

La lotta non si arresta!

Collettivo Politico * Scienze Politiche

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