Continua a dispiegarsi il disegno repressivo ad opera dello Stato: da Bologna a Torino, da Napoli a Forlì fino ad arrivare a Firenze, colpita duramente nelle giornate del 4 maggio e del 13 giugno, si manifesta sempre più forte la volontà di mettere a tacere e di criminalizzare ogni forma di opposizione, di dissenso e di alternativa reale ad un sistema sempre più in crisi. Mercoledì 13 luglio, 11 antifascisti teramani sono stati denunciati con l’accusa di associazione a delinquere “finalizzata alla commissione di una serie di delitti contro la persona e l’incolumità pubblica”. Con questa operazione si tenta inoltre di parificare fascismo e antifascismo in nome della pacificazione sociale e del revisionismo. L’antifascismo, però, è un valore, è lotta quotidiana contro l’emarginazione, la xenofobia, il razzismo e la paura dell’altro.
Non si può parificare chi lotta per la giustizia sociale e chi, servo dello stato, si predica non conforme e identitario. Il castello giudiziario costruito ad opera d’arte non risulta nuovo: anche a Firenze l’operazione partita il 4 maggio è stata inquadrata sotto l’accusa dell’associazione a delinquere, cercando di togliere dignità politica a quelle lotte che, quotidianamente, vengono portate avanti nelle scuole, nelle fabbriche, nei quartieri, dalle realtà militanti cittadine. Anche qui, l’operazione giudiziaria è scattata dopo due anni e mezzo di indagine: emerge, dunque, un preciso progetto definito a tavolino per impedire qualsiasi spazio di agibilità politica e sociale. Ed è con questa consapevolezza e con una rinnovata determinazione che esprimiamo solidarietà agli 11 antifascisti di Teramo denunciati.
La repressione non fermerà la lotta!
Solidarietà ai compagni denunciati, libertà per tutti gli antifascisti
Collettivo Politico * Scienze Politiche