Articoli con tag fascismo

FASCISTI E LAVORO…COME TI SFRUTTO MEGLIO!

fascismo ti sfrutto meglioDa più parti, soprattutto in questa campagna elettorale, si moltiplicano le dichiarazioni che dipingono il fascismo come un movimento rivoluzionario che durante il ventennio ebbe a cuore la politica sociale e migliorò le condizioni dei lavoratori. Niente di più falso. Questo scritto nasce proprio dall’esigenza di combattere sin da subito questo ennesimo tentativo di riscrivere un pezzo della nostra storia…la storia della classe lavoratrice.

FASCISTI E LAVORO…COME TI SFRUTTO MEGLIO!

Del fascismo conosciamo la natura dittatoriale, prevaricatrice, razzista e colonialista. Sappiamo anche che, dopo la prima guerra mondiale, nelle cicliche crisi del sistema capitalista i fascisti hanno sempre avuto un ruolo di complici nella negazione delle differenze di classe, con continui richiami “all’unità nazionale”, sia nella repressione delle lotte più avanzate dei lavoratori. Ma di contro, troppo spesso, dimentichiamo ciò che abbiamo ereditato dal fascismo in campo economico, lavorativo e sociale. La Carta del lavoro del 1927 è il punto di arrivo del percorso che il fascismo ha iniziato nel ’22 mettendosi completamente a servizio del capitale industriale e della borghesia italiana. Prosegui la lettura »

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RICORDARE GLI ANTIFASCISTI DI IERI, ESSERE PARTIGIANI DI OGGI

valerio_verbanoIl 22 febbraio 1980 un commando dei NAR, gruppo armato fascista, responsabile di decine di omicidi e della strage alla stazione di Bologna, uccide Valerio Verbano.

MA CHI ERA VALERIO ? Valerio è uno studente romano di 19 anni, che milita in Autonomia Operaia e che frequenta il liceo Archimede. I suoi assassini fascisti, entrati in casa, dopo aver legato i genitori, aspettano il ritorno da scuola di Valerio e, appena mette piede in casa, viene ucciso con due colpi di pistola. La sua unica “colpa” è quella di aver scoperto dei legami tra la questura e il mondo neofascista, ma soprattutto quella di lottare per un mondo migliore e per una reale giustizia sociale. Prosegui la lettura »

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Sulla giornata del 13 dicembre 2012

Ieri in tanti, nonostante il freddo e il giorno lavorativo, hanno riempito piazza Dalmazia rispondendo all’appello della Comunità Senegalese. Una piazza che dalle 17 ha continuato a crescere fino alle 18, orario in cui era convocato il corteo della Firenze Antifascista.

Un corteo osteggiato dalle forze istituzionali e dalla quasi totalità dei firmatari dell’appello per il presidio di piazza Dalmazia. Troppi i rischi di essere additati tra quelli che denunciano da tempo le responsabilità di istituzioni, Comune in testa, e magistrati.
Un corteo aperto invece da decine di giovani senegalesi che hanno voluto ricordare Samb e Diop insieme a tutti quei compagni che praticano l’antifascismo ogni giorno, in cui più di 1000 persone hanno sfilato per le strade del quartiere, ribadendo la solidarietà agli antifascisti condannati per i fatti di via della Scala e al compagno Stefano accoltellato a Milano, ricordando Dax e tutti i compagni uccisi per mano fascista, parlando a chi si affacciava alle finestre, a chi usciva dai negozi, a chi si è unito al corteo strada facendo.Ancora una volta sono stati posti i pesanti e inquietanti interrogativi che rimangono senza una risposta dopo la chiusura formale dell’inchiesta su Casseri: per fascisti, istituzioni, Procura e Questura ha agito da solo ed essendo morto, non se ne parli più. Ancora una volta è stato denunciato il trattamento verso i feriti, cui viene negato persino il ricongiungimento familiare; ed ancora una volta, al di là delle dichiarazioni di facciata di un Rossi, è stata ribadita l’esigenza della chiusura delle sedi fasciste. Sicuramente questi sono tra i motivi per cui il corteo di Rifredi è stato completamente rimosso dalle notizie girate dai giornali e dalle TV locali insieme al fatto che l’anniversario della strage fascista doveva esser ridotta ad un evento serale, al massimo ad una parentesi che si apriva e si chiudeva nel giro di una giornata, i contenuti ridotti ad un generico razzismo invece di ribadire la caratterizzazione fascista della strage.

Gli interventi in piazza da parte dei vari rappresentanti non sono andati oltre a generici richiami all’unità e alla non strumentalizzazione politica. Cosa più di questo è strumentalizzazione politica? Evidentemente la necessità della pace sociale è più forte del bisogno di verità e giustizia, dei valori dell’antifascismo e della necessità di estirpare fin da subito questo tumore, i fascisti, dalla nostra società.Invece no. Noi ci siamo mobilitati ieri e continueremo a farlo domani perché i fascisti in città ci sono ancora e perché sarà importante continuare a togliere loro spazi e agibilità politica, contrastandone le iniziative e chiudendone le sedi: a dirlo in piazza eravamo tanti e sono gli stessi umori che molti ci hanno manifestato durante il volantinaggio davanti ai cancelli del Mandela Forum.

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Quel che non si ricorda il 10 febbraio

“So che a casa vostra siete dei buoni padri di famiglia, ma qui voi non sarete mai abbastanza ladri, assassini e stupratori.”

Benito Mussolini, 1943

Con la fine della I guerra mondiale l’Italia ottiene, come

compenso per essere entrata in guerra a fianco dell’Intesa, l’Alto Adige, le città di Trieste e Gorizia, l’Istria e la Dalmazia, ovvero alcuni territori con maggioranza etnica italiana e molti altri con maggioranza slovena e croata. I suddetti territori annessi subiscono, da prima del ’22 e soprattutto durante il Ventennio, una italianizzazione forzata: l’italiano diventa l’unica lingua ufficiale, lo sloveno e il croato vengono banditi, le scuole slovene chiuse, gli insegnanti mandati al confino, le associazioni non italiane e i partiti messi fuori legge così come la stampa locale. La II guerra mondiale peggiora la situazione: nel 1941 l’Italia, insieme all’alleato nazista, occupa la ex Jugoslavia. La sua “zona di competenza” corrisponde all’odierna Slovenia. Mentre in Italia vengono allestiti decine di campi di internamento per jugoslavi, Lubiana, ad esempio, diventa un campo di concentramento a cielo aperto (fu chiusa completamente da un reticolato) e violenti rastrellamenti si perpetrano in tutta la città. In Croazia e Montenegro vengono imposte dittature fasciste. Di fronte alla forza della resistenza jugoslava (che liberò il paese senza l’aiuto né di Stalin né degli Alleati), vengono rastrellati e incendiati interi villaggi, uccisi civili senza processo e commesse atrocità di ogni tipo per dissuadere col terrore coloro che erano oppressi da più di venti anni dal resistere.

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