Esprimiamo la nostra solidarietà agli occupanti del Laboratorio Zeta di Palermo. Difendere gli spazi
sociali, estendere la solidarietà, rilanciare la lotta!
Il 19 Gennaio 2010 viene sgomberato lo
Zetalab. La risposta di Palermo è stata una lunga giornata di lotta
in cui tutte le realtà si sono strette con determinazione attorno al
Laboratorio Zeta ed alla sua esperienza. L’arrivo della Polizia, dopo gli incontri
incoraggianti dei mesi precedenti, ha conosciuto sin da subito l’opposizione decisa di chi è
accorso per tutta la giornata in via Boito, un presidio che è
cresciuto per tutta la giornata arrivando alle diverse centinaia
nella sera. La giornata, come detto, si è caratterizzata per la
determinazione di chi è sceso in strada contro l’ennesimo sgombero
cittadino. Determinazione manifestatasi sin da subito con il
sabotaggio del mezzo(e successive cariche della polizia) che portava
il materiale necessario alla muratura di porte e finestre, e che ha
portato, nei vari momenti di tensione verificatisi, ad una risposta
decisa e per niente impaurita dei manifestanti che in tre occasioni
sono stati caricati alla polizia e che hanno risposto ogni volta alle
aggressioni ed alle provocazioni e non hanno abbandonato mai la
piazza.
Durante tutta la giornata esponenti del centro hanno
tentato possibili soluzioni con le istituzioni ricevendo la totale
dismissione di ogni responsabilità da parte della prefettura ed il
fallimento di un tavolo con la giunta comunale che ha proposto
all’associazione Aspasia, cui l’IACP, proprietario dell’immobile, ha
assegnato l’edificio, una nuova destinazione che non necessitava, a
differenza dello Zeta, di alcun lavoro per poter essere utilizzato
dall’associazione stessa. Tale proposta è stata respinta decisamente
da Aspasia svelando così l’opacità dei suoi interessi sulla
struttura.
SABATO
23 GENNAIO 2010 ORE 16.00 VIA BOITO – PALERMO
MANIFESTAZIONE
PER
UNA CITTA’ LIBERA, ANTIRAZZISTA, SOLIDALE CON SE’ STESSA
Aggiornamento oggi 24 Gennaio 2010!
Forse non lo sai ma pure questo è amore!
Lo
diciamo oggi, all’indomani del lungo corteo che ha manifestato
solidarietà al Laboratorio Zeta per le strade di Palermo dopo lo
sgombero del 19 gennaio, a conferma di tutto il sostegno e la
condivisione che moltissime realtà e cittadini hanno messo in campo
sin dalle prime minacce di sfratto quasi un anno fa.
Lo
comunichiamo alla signora Anna Ciulla, paladina dell’associazione
Aspasia, che ha retoricamente invocato il rispetto della legalità
mentre pochi giorni fa sotto il suo vigile occhio
venivano murate
tutte le porte e le finestre del Laboratorio Zeta che veniva
barbaramente espropriato alla città. Uno sgombero meschino e
violento contro persone inermi: uomini e donne picchiati, trascinati
per i capelli, manganellati sulla testa, sul viso, sulla bocca.
Persone arrestate per nulla, poi ovviamente assolte, ma dopo una
notte passata in galera.
La signora Anna Ciulla, e ne
ripetiamo oggi il nome perchè non sfugga ancora una volta in futuro,
sottoposta a inchiesta per corruzione e concussione insieme
all’ex assessore Giuseppe Scoma, ha tolto pochi giorni fa, non a un
collettivo politico, non a una comunità di rifugiati politici
sudanesi, ma a tutta la comunità dei cittadini di Palermo, un bene
comune, prezioso, unico.
Il laboratorio Zeta è nato in uno
spazio abbandonato che abbiamo restituito alla città, quando nove
anni fa ce lo siamo presi, attorniati dai bambini del quartiere. Non
è un caso che gli abitanti dei palazzi intorno a Via Boito 7,
diventata negli anni strada d’incontro di politica e di socialità,
abbiano risposto allo sgombero nella maniera più visibile per
ribadire che Zetalab non si tocca!
Ai balconi sono apparsi
lenzuoli bianchi con la zeta al centro che ora fanno da lumicino per
chi in questi giorni ha tenuto e ancora mantiene un presidio lungo,
difficile e al freddo, ma con la solidarietà di una città che ha
portato musica, vivande, appoggio e calore.
La stessa città
che ieri ha dato vita a un lunghissimo corteo partito da via Boito e
arrivato in Prefettura: più di 5000 persone a dire che il
Laboratorio è una storia comune.
Un storia così potente da
rendere evidente che la legalità slegata dalla giustizia è solo
vuota retorica, che la sentenza di un tribunale che affida un luogo
come lo Zeta a un’associazione più che losca, per farci un asilo
privato, non può pretendere rispetto.
Dopo questo
straordinario corteo, come da anni non se ne vendevano a Palermo, il
prefetto è stato costretto a convocare finalmente un tavolo
"istituzionale" per lunedì alle 17:00, con lo IACP, la
Questura, il Comune e i Consiglieri comunali e i Senatori che hanno
espresso in questi giorni assoluta contrarietà allo sgombero del
Laboratorio Zeta.
Si apre così una nuova trattativa, anche
se lo Zeta è stato per quasi un anno impegnato in un tavolo dal
quale non è emersa alcuna proposta, mentre tutte le istituzioni
hanno ammesso la loro incapacità nel trovare una soluzione,
affermando anche che il Laboratorio zeta era già una risposta
concreta a bisogni e difficoltà reali di questa città. La
convocazione di lunedì (che comunque non ci vede tra gli invitati) è
certamente un risultato, ottenuto anche grazie all’intervento della
politica istituzionale. Da questo tavolo ci aspettiamo che venga
revocata l’assegnazione degli spazi del Laboratorio zeta
all’associazione Aspasia, per essere formalmente riconsegnati alla
città che ieri era in piazza.
Intanto noi, oggi torniamo a casa.
Ci Siamo ripresi lo Zeta.
Venite tutti a sostenerci.
Lo
Zeta è una storia comune.