SOLIDARIETA’ AI
LAVORATORI IN APPALTO! REINTERNALIZZAZIONE E STABILIZZAZIONE PER
TUTTI!
Esprimiamo piena solidarietà alle
lavoratrici ed ai lavoratori in Appalto dell’Università oggi in
sciopero di 2 ore (la prima e l’ultima della giornata), per i ritardi
nella consegna delle buste paga e per l’assenza di un confronto
sull’organizzazione del lavoro da parte delle ditte. Oltre a
questi problemi i lavoratori hanno sollevato una questione ancor più
importante, quella delle relazioni con l’Università. Le
lavoratrici ed i lavoratori in appalto svolgono esclusivamente
mansioni per l’Università: sono le persone che puliscono i locali e
che svolgono quotidianamente il servizio di portineria.
La logica
vuole che l’Università gestisca direttamente questi servizi, ma la
realtà è ben diversa: questi servizi sono svolti da dipendenti di
ditte esterne, cioè salariati del settore privato.
Ecco i motivi per i quali l’Università
ha effettuato questa discutibilissima scelta:
1. i lavoratori in appalto non godono
giuridicamente delle tutele dei dipendenti pubblici. Un esempio
recente di tale disparità di trattamento è stata la chiusura
dell’Università il sabato.
Mentre i dipendenti pubblici hanno
subito una riorganizzazione degli orari lungo i restanti inque
giorni, in modo da non perdere ore, i lavoratori in appalto hanno
semplicemente perso una giornata di lavoro e, dunque, una giornata di
stipendio in meno a settimana. Oltre questo, godono mediamente di
salari più bassi;
2. l’appalto è un contratto che
l’Università stipula con una ditta esterna. Qualsiasi decisione
dell’Università riguardante l’organizzazione del lavoro si riflette
automaticamente sulla condizione di questi lavoratori senza che essi
possano metter bocca o aprire un tavolo di trattativa con
l’Università. L’ipotesi “estrema” della revoca (o della non
riconferma) del contratto di appalto costituisce una spada di Damocle
che pende sulla testa di questi lavoratori e li rende estremamente
ricattabili. L’Università in questo modo si garantisce una
flessibilità decisionale senza limiti, lasciando alla ditta, in modo
pilatesco, il compito di gestire il conflitto con i dipendenti e di
organizzarne il lavoro.
3. il processo di esternalizzazione dei
servizi pubblici è un fenomeno storico in divenire, avviatosi
prepotentemente in Italia negli anni ’90. Esso si basa sul postulato
neo-liberista per cui ”privato è meglio”. Poiché non siamo
nella scatola di Edgeworth dove tutti sono uguali e felici, ma in una
società divisa in classi, possiamo dire che tale processo va a tutto
vantaggio del grande capitale che può accaparrarsi fette di mercato
in condizioni monopolistiche semplicemente subentrando alla gestione
pubblica dei servizi. Il risultato è un palese peggioramento delle
condizioni di lavoro ed un peggioramento del servizio, improntato ad
n criterio di profittabilità più che di utilità.
Il sistema degli appalti garantisce
ai lavoratori un peggioramento in termini di precarietà e sicurezza
sul lavoro, accanto ad un aumento del
controllo e della ricattabilità. Individuando nell’Università la
controparte con cui trattare, i lavoratori svelano l’assurdità del
sistema degli appalti, ed il suo essere funzionale
all’approfondimento dello sfruttamento.
Collettivo Politico di Scienze
Politiche, Collettivo di Lettere e Filosofia, Collettivo di Agraria, Universitari/e dello Spazio Liberato 400Colpi