Oggi i Ministri dell’istruzione di 46
paesi europei celebreranno a Vienna il 10° anniversario della
dichiarazione di Bologna. Nelle stesse ore gli studenti di tutta
Europa scenderanno nelle strade della capitale austriaca per
protestare contro questo processo che è alla base dell’università
riformata. Dall’introduzione dei crediti/debiti formativi agli
stage, dalla privatizzazione dei servizi del diritto allo studio alla
progressiva selezione di classe, i risultati del Processo di Bologna li viviamo
tutti i giorni sulla nostra pelle. A Firenze, dopo l’occupazione del Senato Accademico di ieri, oggi ci mobiliteremo
ancora contro il Processo di Bologna con una giornata di
controinformazione al Polo di Novoli in vista del corteo studentesco di
martedì 16 Marzo.
COMUNICATO BLOCCO SENATO ACCADEMICO
Questa mattina, studenti di
varie facoltà fiorentine, hanno occupato il Rettorato dell’Università di
Firenze, bloccando lo svolgimento del Senato Accademico. Proprio in
questi giorni i Ministri dell’Istruzione di 46 paesi europei
celebreranno a Vienna il 10° anniversario della dichiarazione di
Bologna. Ma non c’è niente da festeggiare!
Dieci
anni fa, nel “lontano” 1999, 29 ministri dell’istruzione provenienti da
vari paesi Europei hanno sottoscritto la Dichiarazione di Bologna, cioè
un documento d’indirizzo strategico al quale tutti i governi si sono
effettivamente adeguati in questi anni. La Dichiarazione ha introdotto:
-
Il
sistema del credito/debito formativo come strumento di quantificazione
della conoscenza; -
Il
sistema del 3+2 e di successivi livelli di istruzione (costosissimi
Master e specializzazioni) che incrementa la selezione all’ingresso ai
danni delle classi subalterne; -
la
privatizzazione dei servizi legati al diritto allo studio
Viviamo,
dieci anni dopo, in università nelle quali viene data la possibilità ai
privati di entrare nei consigli di amministrazione, consentendo loro di
gestire sia la didattica, sia la parte finanziaria, con inevitabili
ricadute sulla ricerca. Il diritto allo studio viene gestito dallo
speculatore di turno, seguendo criteri di mera efficienza economica, con
la conseguente diminuzione delle borse di studio e l’adozione di
strumenti quali il prestito d’onore. Allo stesso modo è sempre più
difficile accedere a servizi come la mensa e gli alloggi universitari,
mentre gli affitti salgono ad un ritmo vertiginoso. Si riducono infine
gli spazi di aggregazione e socialità.
Dopo
le mobilitazioni degli ultimi anni, forti in Italia come nel resto
d’Europa, in questi giorni studenti di varie città europee si stanno
riunendo a Vienna per ribadire ancora una volta a baroni, ministri e
tecnocrati che questa non è l’università che vogliamo. Lottare per un
sistema formativo pubblico, libero e non asservito alle logiche del
profitto, che sia gratuito e di massa, non significa alzare un ditino
nei Consigli di Facoltà, né tantomeno contrattare una riforma parziale:
significa dare fuoco al Processo di Bologna, e lasciare che bruci. E
brucerà.
Per
rilanciare la lotta nelle scuole e nelle universita’, mercoledi 10 Marzo
ore 15.30 Facolta’ di Lettere assemblea studentesca in preparazione del
corteo del 12 Marzo.
Collettivo
Politico di Scienze Politiche – Collettivo di Lettere e Filosofia –
Universitari dello Spazio Liberato 400Colpi