Il 28 gennaio ci saranno le sentenze per i 14 imputati al processo per
gli incidenti sotto il Consolato Usa a Firenze il 13 maggio ’99, in
occasione dello sciopero generale del sindacalismo di base contro la
guerra della Nato e del governo D’Alema in Jugoslavia.
Il corteo fu caricato sotto il consolato e seguì una giornata di
mobilitazione con l’occupazione della sede DS, partito di governo.
Fecero seguito una campagna di criminalizzazione ed attacco alla
manifestazione, che si ritrova anche nella requisitoria del pm, con
l’intento di colpire chi osasse contrapporsi. Per 13 denunciati la
pesante richiesta di condanna va dai 4 ai 5 anni.
Sabato 26 gennaio saremo in piazza a Firenze per manifestare contro la
guerra, la repressione ed in solidarietà agli imputati, in occasione
della giornata di mobilitazione mondiale del movimento contro la guerra
con iniziative in Italia nelle piazze e davanti ai siti militari, per
il ritiro delle truppe italiane da tutti i fronti di guerra, la
chiusura delle basi militari e l’opposizione a che se ne costruiscano
di nuove (a partire da Vicenza con il Dal Molin), la drastica riduzione
delle spese di guerra e l’aumento delle spese sociali.
Guerra, repressione e controllo sociale sono del resto medesimi aspetti
della militarizzazione della società necessaria ad alimentare
l’economia occidentale e l’industria bellica, a controllare risorse e
forza lavoro e ad imporre le regole della “democrazia”.
Dal ’99 in poi con la presa d’atto che la guerra permanente era
iniziata e che uno stato in guerra non può tollerare la crescita di
un’opposizione sociale e politica, sono infatti decine le
inchieste, gli arresti, le condanne per reati che vanno
dall’associazione sovversiva alla resistenza e numerosi sono i
provvedimenti legislativi (dalle leggi contro il terrorismo ai numerosi
pacchetti sicurezza) che caratterizzano questo come momento
emergenziale e costituente, insieme alla guerra, di un nuovo ordine.
La guerra è infatti proseguita, si è rivolta verso il Medio Oriente,
l’Afghanistan, la Palestina, il Libano e domani l’Iran o il Darfur,
mentre la questione del Kosovo, diventa nuovamente un elemento centrale
delle politiche di colonizzazione con l’intenzione di inviare nuove
forze di polizia a supportarne l’indipendenza. E l’attuale governo ha
sostenuto completamente la classe dirigente italiana che, in linea con
quella europea e nordamericana, è coinvolta nell’espansione militare
dell’economia occidentale ed impegnata nel consolidamento delle
strutture militari e repressive in chiave continentale (Eurofor,
Eurogendfor, esercito Europeo….). Vanno del resto in questa direzione
l’aumento in 2 anni del 24% delle spese militari e la serie di
contratti milionari firmati da Finmeccanica ed Augusta per la fornitura
di F35 ed elicotteri da guerra a paesi NATO.
Le conseguenze di questa politica sulle condizioni di vita sono i tagli
alla sanità, alla scuola, mentre la precarietà si afferma come
condizione generale e contribuisce a creare insicurezza sociale. Le
campagne sulla sicurezza pilotate diventano quindi facile valvola di
sfogo con la quale giustificare la repressione verso gli immigrati e
gli esclusi in genere ottenendo facile consenso, ed imponendo
un concetto di sicurezza basato su repressione e controllo, mentre per
noi sicurezza significa una vita, una casa, un lavoro dignitosi per
tutti.
In questo contesto i processi di Genova ed al Sud Ribelle sono momenti
esemplari dell’attacco alle forme di resistenza, che in questi ultimi
anni ha visto oltre 9000 compagni coinvolti in procedimenti penali ed
inchieste che vanno dall’associazione sovversiva alla resistenza fino
agli ultimi reati di devastazione e saccheggio.
Ma bombe e tribunali non hanno fermato e non fermeranno la resistenza
di coloro che in questi anni si sono opposte al sistema di dominio di
stati occidentali e multinazionali: milioni di persone legate
idealmente fra loro in tutto il mondo, dai protagonisti delle rivolte
di Seattle a quelli di Cochabamba in Bolivia, dalla piazza di Genova
alla resistenza nella selva colombiana. Questa è la storia e noi
l’abbiamo scritta, non è certo nelle aule parlamentari o in quelle
giudiziarie che cerchiamo giustizia.
Solidarietà agli imputati di Genova, Cosenza e Firenze
Solidarietà a tutti i compagni nelle carceri, sotto inchiesta e denunciati
SABATO 26 GENNAIO ORE 9.30 FIRENZE PIAZZA SAN MARCO – MANIFESTAZIONE
Iniziative con la proiezione del video sul corteo del 13/05/99 e la presenza degli imputati:
Venerdì 18 gennaio ore 21.30 al Cantiere Sociale K100fuegos – Campi Bisenzio
Sabato 19 gennaio ore 16.00 Pontassieve
Lunedì 21 gennaio ore 14.30 Liceo Classico Michelangelo Firenze;
Lunedì 21 gennaio ore 21.30 Pisa – Biblioteca Comunale
Mercoledì 23 gennaio ore 16.00 Polo Scienze Sociali di Novoli Firenze
Sabato 26 gennaio ore 21.00 cena sociale, ore 23.00 concerto dei Malasuerte al CPAFiSud di Firenze sud
Cpa Firenze Sud, Cantiere sociale K100fuegos, Voci dalla macchia, Rete
Studenti medi fiorentini, Collettivo politico di Scienze Politiche,
Collettivo FuoriLOGO di Economia, Comitato smantellamento/riconversione
base USA di Camp Darby, Slai Cobas, PCL, Sinistra Critica Firenze, Rete
dei Comunisti, realtà ed individualità anarchiche fiorentine.