Crack, recessione, mercati fuori controllo, tagli, licenziamenti:
sono questi i termini che ritornano ossessivamente dai giornali e dalle
televisioni, frammenti di un discorso sulla crisi.
Chi pretende di
governare, chi per anni ha sostenuto di avere gli strumenti teorici e
pratici per garantire il “Nuovo Ordine Mondiale” del capitalismo post
1989, adesso brancola nel buio, e scarica sulle classi subalterne i
costi spaventosi di un modo di produzione basato su sfruttamento,
devastazione, oppressione. In risposta a questa economia solo
apparentemente “impazzita”, vediamo sorgere in tutto il mondo movimenti
sociali che chiedono a gran voce un cambiamento radicale.
London Calling. Il
1° aprile i “20 Grandi della Terra” si sono riuniti nella capitale
inglese per pianificare, nonostante i loro contrastanti interessi, una
strategia comune per sostenere le banche, rimettere liquidità in
circolo, tentare di sollevare PIL in calo ovunque. Ma a riunirsi nella
City c’è anche un nuovo movimento, che sfonda i cordoni della polizia,
assalta le banca simbolo del disastro, stende un enorme striscione con
su scritto: SMASH CAPITALISM! Ecco “la chiamata” che viene da Londra.
La polizia, chiaramente, non sta a guardare: carica, accerchia,
rinchiude i manifestanti. E ne pesta uno, causandone la morte, nel
vergognoso silenzio dei media, nella disinformazione provocata ad
arte.
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