Riceviamo e pubblichiamo il comunicato
dello sgombero di L.un.a Di.stro
Non abbiamo una gran voglia di parlare,
ma ci sentiamo in dovere di farlo per far sì che non sia quella
della questura l’unica versione circolante sullo sgombero di Luna
Distro. Alle 3.00 circa di stamattina vediamo
correre da metà piazza una decina di digossini verso l’entrata
della casa occupata, proviamo a chiudere la porta (che era aperta in
attesa che rientrassero in casa gli ultimi occupanti che si trovavano
ancora in piazza) ma non ci riusciamo. A quel punto ci piombano in
casa urlando “il gioco è finito”(il nostro “Clint Eastwood”
della situazione è il funzionario Mazzei)con al seguito dieci
digossini seguiti da un ingente numero di agenti in antisommossa.
Fuori la piazza si riempie in pochi secondi di camionette. Alla fine i compagni/e denunciati/e
sono 7: il reato contestato è solo quello di occupazione (art. 633 e
connesso 639 bis).
In piena notte e con un vero e proprio
blitz la polizia decide di sgomberare senza alcuna
motivazione sensata un’occupazione
nata da poco più di un giorno. Non si capisce ancora se lo sgombero
è stato chiesto dal comune o è stata un’iniziativa delle stesse
forze dell’ordine dato che l’articolo 639bis autorizza d’ufficio
la procedura per lo sgombero: ovvero non è necessaria l’ordinanza.
Noi avevamo posto questioni sociali,
abitative e politiche verso le quali non c’è stata nessuna volontà
di ascolto.
L’unica trattativa che è stata messa
in piedi è stata quella dello stuolo di energumeni che stava nella
piazza davanti allo stabile: non solo il funzionario la definiva “una
trattativa” ma al contempo accusava gli occupanti di arroganza e
poca disponibilità al dialogo.
Questo è il metodo vigliacco adottato
dal comune:negarsi come possibile interlocutore di fronte a
coloro che affermano con la pratica la
necessità di una riappropriazione degli spazi per un uso sociale.
Noi quel posto lo stavamo restaurando e
gli stavamo dando una direzione e il quartiere (in primis i commercianti del mercato) ci stava
dando una risposta positiva.
Noi riteniamo di avere motivi
sufficienti per non fermarci, indipendentemente che l’ostacolo che
si frappone fra noi e i nostri obiettivi si chiami Renzi, Galli o
digos.
Alla civiltà della repressione noi
rispondiamo confermando le nostre iniziative:
9 giugno,ore 19:30 resoconto dei fatti,
ore 20:30 cena e a seguire proiezione del film in piazza delle cure
davanti allo stabile.
LUNADISTRO