Riceviamo e pubblichiamo.
Nella notte tra il 30
giugno e il 1 luglio nel quartiere di Gavinana a Firenze sud i
Carabinieri hanno svolto un’operazione militare nei confronti di due
compagni del CPA, uno dei quali di origine basca. Verso 00.30 i
due compagni, che si erano avviati verso le macchine dopo una birra
in un bar, sono stati bloccati da diversi uomini in borghese che li
hanno immobilizzati, perquisiti e minacciati con pistole puntate alla
testa: "SE SI MUOVE SPARAGLI" ….. LA DICE LUNGA SUL CLIMA
CHE SI RESPIRAVA. Subito dopo due volanti appostate poco distante
sono sopraggiunte: da queste sono scesi due uomini armati di
mitraglietta. I due compagni, uno dei quali ammanettato, sono stati
condotti in caserma.
Il compagno basco è stato trattenuto
perchè ritenuto un militante di ETA in possesso di documenti falsi,
mentre la ricerca di armi eseguita sulla persona e nei veicoli ha
dato esito negativo. L’altro è stato rilasciato dopo circa tre ore,
senza nessun verbale.
La situazione si è risolta verso le
17.00 del giorno seguente dopo l’intervento di un avvocato e dopo
accurati controlli sulle impronte digitali e prove salivari che hanno
dimostrato l’estraneità del compagno ai fatti che gli venivano
contestati…in due parole SCAMBIO di PERSONA come attestano anche i
verbali.
Conosciamo bene la situazione che si vive nel Paese
Basco: partiti, organizzazioni e associazioni giovanili della
sinistra indipendentista vengono illegalizzate, radio e giornali
chiusi e i prigionieri torturati quotidianamente.
Il teorema del
“todo es ETA” arriva a colpire i compagni baschi che anche fuori
da Euskal Herria lottano per il proprio popolo contribuendo a
iniziative di lotta e solidarietà.
Quello che è accaduto
non è casuale ma l’ennesimo tentativo di criminalizzare e isolare i
legami internazionali di lotta che si sviluppano in Europa.
La
solidarietà è un’arma ed è il meccanismo che la repressione
vorrebbe stroncare.
Questo è il livello che ci viene imposto e a
cui abbiamo il dovere di continuare a rispondere così in Euskal
Herria come a Firenze e in Italia.
Da parte nostra non siamo
più disposti ad accettare intimidazioni, provocazioni e
criminalizzazioni di questo genere.
Non è possibile che una
nottata di mitra, manette, minacce e reclusione nelle gabbie della
caserma si risolva con un "ci scusi, arrivederci può andare",
che non può e non deve pasasre sotto silenzio.
Il goffo
tentativo di cercare l’operazione da sbandierare sulle pagine dei
giornali, su cui costruirsi ulteriori teoremi aggiungendo lustro alle
loro divise, non ha portato questa volta i risultati sperati.
Oggi
infatti non si vedono le foto delle conferenze stampa con il ridicolo
materiale sequestrato, magari falsificato come le molotov della Diaz
di Genova, o le foto dei mostri da sbattere in prima pagina, accanto
ai ghigni soddisfatti di qualche milite che avrà anche le
congratulazioni delle istituzioni "democratiche" e del loro
"papi". Non si vorrebbe far vedere però nenache lo schifo
di questa notte, le conseguenze che poteva avere, di quanti ogni
giorno sono costretti a subire questi soprusi ed, in alcuni casi,
percosse e torture. Non importare evocare il Cile per ricordarselo,
Bolzaneto insegna. Sottovalutare situazioni come queste legittima chi
le compie a fare ulteriori passi avvanti con conseguenze facilmente
immaginabili.
Ora più che mai è necessario rafforzare la
solidarietà con il Paese Basco e con tutti quei compagni indagati,
sotto inchiesta e rinchiusi in carcere perchè nei loro percorsi di
lotta e nella loro crescita politica hanno scelto di alzare la testa
e provare a decidere per il proprio futuro.
EUSKAL HERRIA NON
CAMMINA DA SOLA!
NOI NON SAREMO MAI SOLI!
CONTRO LA
REPRESSIONE NON UN PASSO INDIETRO!
Centro Popolare
Autogestito Fi-Sud
EHL Firenze