Esprimiamo piena
solidarietà ai compagni pisani manganellati a più riprese dalla
polizia e dai carabinieri di Berlusconi. Semmai ce ne fosse
bisogno, questa è l’ennesima dimostrazione che l’Università è un
terreno fertile per tutti quei pennivendoli, a partire dai tanti
Marcello Pera di passaggio per arrivare ai baroni stanziali e ben
“radicati”, che portano avanti l’ideologia dominante, del tutto
funzionale alla conservazione dello stato di cose presente. Un
terreno che va difeso, se necessario, anche con la forza, impedendo
ad un gruppo di studenti pisani di accedere all’interno della propria
università, dove si stava tenendo la presentazione del libro del
suddetto Pera, dal titolo “Perché dobbiamo dirci cristiani”
lanciata da realtà del fondamentalismo cattolico come Scienza e
Vita, o della destra neofascista, come Laboratorio99.
Tutto ciò accade mentre
si moltiplicano i provvedimenti repressivi (ddl sul divieto di
sciopero, protocollo romano sul percosro dei cortei) sottoscritti tra
gli altri dalla triade CGIL-CISL-UIL ed esacerbati dalla immancabile
presenza dei fascisti.
A Padova, Cagliari,
Torino, Milano, Roma, Bergamo e Firenze (per parlare dei fatti
dell’ultimo mese e mezzo) la Polizia ha protetto i fascisti, spesso
caricando e tentando di disperdere gli antifascisti. In particolare a
Torino, Bergamo e Pisa la Polizia ha caricato violentemente i
compagni, inseguendoli per le scale ed i corridoi universitari o fin
sopra gli autobus. A Napoli, Roma 3 e Tor Vergata i fascisti hanno
cercato di imporre la loro presenza nell’unica maniera che essi
conoscono: la violenza squadrista. Alla Sapienza romana e a Pisa la
Polizia ha caricato i manifestanti.
Purtroppo assistiamo
spesso alla pubblicazione di comunicati, da parte del movimento,
attraverso i quali si invoca alla funzione "normale" della
polizia, che sarebbe quella di espellere i fascisti. La realtà è
ben diversa, poichè il ruolo normale e manifesto di forze
dell’ordine e magistratura è quello di controllare e reprimere il
conflitto sociale, in qualsiasi forma esso si manifesti. I fascisti,
che non per nulla continuiamo a chiamare "servi dei servi",
sono parte integrante di questa strategia di controllo, quantomai
necessaria in questo momento in cui la crisi del capitalismo si fa
più acuta. Difatti essi reprimono il movimento, arrivando
tranquillamente ad uccidere i compagni o a sprangare studenti inermi
come è accaduto in Piazza Navona; fanno proseliti non solo nella
classe media inferiore, come è stato negli anni venti, ma anche
all’interno della classe operaia e del sottoproletariato,
presentandosi come un’alternativa politica per uscire dalle
difficoltà economiche, dall’insicurezza reale, attraverso semplici
slogans (dal mutuo sociale al no ai baroni al case agli italiani),
proteggendo nella realtà gli interessi della classe dominante al
potere e creando ostilità nei confronti di chi si oppone
quotidianamente ad una realtà di guerra e sfruttamento.
Il tentativo di sdoganare
quello che è stato il fascismo in Italia, a partire dalla "Giornata
del ricordo" rientra nel progetto reazionario e pienamente in
corso di ridare legittimità su tutti i fronti alla feccia fascista,
oscurando al contempo l’esperienza della Resistenza in Italia ed in
Jugoslavia.
Tutto questo rientra nel
progetto statale che vuole regolare ed incanalare l’insicurezza
generata dalla crisi economica, che altrimenti può sfociare in
conflitto sociale; al tempo stesso lo Stato risponde a questa
insicurezza aumentando le forme di controllo su di una società,
quella capitalistica in cui viviamo, che attraversa un momento acuto
di una crisi che dura ormai da quarant’anni. Quando il conflitto
emerge, come è accaduto a Pisa, il controllo si trasforma in pura
repressione. L’approfondimento dello sfruttamento in risposta alla
crisi richiede dunque un’intensificarsi delle misure repressive,
lampante se pensiamo alla ferocia dell’intervento poliziesco tanto a
Bergamo quanto a Torino.
In questo senso, dunque,
la lotta anti-repressiva e l’antifascismo militante sono momenti
specifici e necessari nella lotta generale contro le politiche di
Confindustria, contro la guerra imperialista, contro l’asservimento
della cultura alla logica dello sfruttamento.
SOLIDARIETA’ AGLI
STUDENTI PISANI CARICATI DALLA POLIZIA!!!
CONTRO IL FASCISMO E LA
REPRESSIONE DELLO STATO!!!
RED-NET (RETE DELLE
REALTA’ STUDENTESCHE AUTORGANIZZATE)
Storie di ordinaria repressione_RED-NET.pdf