Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’occupazione di L.un.a Di.stro
Ieri, 7 giugno intorno
alle 18, è nata L.un.a Di.stro, occupazione di uno stabile
abbandonato da anni nella piazza delle Cure (difronte al mercato
coperto) a Firenze. L.un.a di.stro, come
abbreviazione divertita de L’università del disastro, ambiente da
cui noi tutti e tutte proveniamo e teatro della nascita di un nuovo
protagonismo studentesco (l’Onda anomala) a cui abbiamo preso parte
attiva. Ma anche università come luogo di formazione e
autoformazione, in cui sperimentare e mettere in comune saperi,
centro di controinformazione e resistenza rispetto al modello sociale
dominante. Università strutturata sui valori di anitifascismo,
antirazzismo e antisessismo che sono stati la base comune su cui ci
siamo incontrati e uniti in questi mesi.
Ciò che ci accomuna è
la volontà di riappropiarci di spazi e saperi stando dentro le mura
della città, centro di contraddizioni fondamentali del nostro tempo:
in quanto studenti e studentesse sappiamo bene cosa siano le
difficoltà abitative, il peso del carovita e l’insufficienza di
un’università che diviene sempre più un “esamificio”
tagliando ciecamente servizi e posti di lavoro.
Viviamo in una città che
diviene sempre più una mangiatoia per turisti, preda di speculatori
edilizi, cinta in un carosello di piani strutturali, riqualificazioni
lucrose e connivenze con Palazzo Vecchio. Ci vogliono consumatori
passivi di merci e saperi, noi abbiamo deciso non accettare questo
ruolo e avere un ruolo attivo in questa realtà. Occupare
questo luogo il giorno delle elezioni non è casuale, in quanto
conosciamo bene il ruolo dei soggetti che pretendono di
rappresentarci e il paradosso di una scelta elettorale che è scelta
fra possibilità del tutto identiche. Alla politica della
rappresentanza noi vogliamo contrapporre la necessità/scelta di una
politica dal basso fatta di autogestione, autonomia e presa diretta
sul reale. Nella Firenze vetrina che spinge sempre più ai margini sia
la cittadinanza sia coloro che praticano una politica di opposizione
allo stato di cose vigente, noi ribadiamo l’esigenza di annidiarsi
nel tessuto vivo dello spazio urbano: ci siamo rotti i coglioni di
essere marginalità!
Nella Firenze
“laboratorio sperimentale” delle politiche securitarie e
anti-degrado degli ultimi anni, il vero degrado è lo stato di
abbandono e di inaccessibilità in cui versano luoghi comunali (e
quindi pubblici) ritenuti poco appetibili per le varie compagnie
edilizie, mentre gli affitti schizzano alle stelle e l’emergenza
abitativa diviene sempre più grave; l’ex acquedotto di piazza
delle cure è l’esempio perfetto di tutto ciò: con questa
occupazione vogliamo restituire alla città e al quartiere uno
stabile inutilizzato da anni (prima che qualcuno ce lo
restituisca sotto forma di “centro commerciale”) rendendolo uno
spazio sociale e abitativo.In questo senso abbiamo deciso di creare
una biblioteca autogestita/aula studio (insieme a chiunque vorrà
dare il suo contributo) aperta fino a tarda notte,in cui condividere
saperi e socialità, un bar popolare e comunque di rendere questo
luogo uno spazio disposto a modellarsi sulle iniziative culturali e
politiche che verranno dall’ “esterno”.In un momento in cui
nelle università ci vengono sottratti sempre più spazi di agibilità
politica e sociale, abbiamo deciso di rilanciare creando la nostra
“università del disastro” in cui imparare e sperimentare
pratiche di resistenza collettiva al disastro di questa società al
collasso.
I saperi non hanno
prezzo… per tutto il resto c’è l’autogestione!