SUL PROCESSO PER LA CONTESTAZIONE A EHUD GOL


Dopo oltre quattro anni
di udienze, si è concluso il processo che vedeva imputati sei
studenti (artt. 650 e 659 c.p.) tra coloro che avevano contestato
l’Ambasciatore di Israele Ehud Gol il 22 Febbraio 2005 all’Università
di Firenze: questa mattina il Tribunale ha assolto tutti gli imputati
con formula piena “perché il fatto non sussiste”. Il procedimento penale,
voluto fortemente dall’allora procuratore generale Ubaldo Nannucci,
ha visto sfilare come testimoni dell’accusa, tra gli altri, il
Rettore Augusto Marinelli ed il professor Mannoni, che con il tenore
delle loro dichiarazioni nel dibattimento si sono resi complici di un
vero attacco ai propri studenti. Tuttavia, nonostante
l’odierna assoluzione, ribadiamo la convinzione che non siano le aule
di tribunale i luoghi idonei a ricomporre contraddizioni politiche e
sociali quali quelle emerse nel corso di questa vicenda.

Sebbene l’impatto
mediatico e simbolico di questo procedimento sia stato enorme, la
sentenza pienamente assolutoria di tutti gli imputati ne ha svelato
la pretestuosità, compromettendone il rodato meccanismo di
criminalizzazione mediatica e penale su cui era fondato.

Riteniamo che questo
processo abbia rappresentato un paravento per celare le difficoltà
che la nostra società tutt’oggi incontra nell’affrontare
compiutamente la tragedia che interessa il popolo palestinese.

Questa vicenda inoltre,
ha rappresentato un attacco diretto alla stessa autonomia politica e
didattica dell’università, oggetto di un quotidiano tentativo di
strumentalizzazione politica: per questo sono stati in realtà il
diritto al dissenso e alla libertà di espressione i veri imputati di
questo processo.

Abbiamo difeso fin dal
primo giorno la legittimità della nostra azione, senza bisogno di
assoluzioni formali, convinti oggi come in quel febbraio del 2005
della necessità di intervenire per denunciare le finalità politiche
e propagandistiche prima che didattiche di quella presunta lezione
universitaria.

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