Pochi giorni fa si è concluso il
processo d’Appello a carico di 25 attivisti per le manifestazioni
contro il G8 a Genova del luglio 2001. Le pene, già pesantissime nel
primo grado, sono state ulteriormente elevate in questa seconda fase
processuale con un totale di 100 anni di carcere per i dieci
condannati. Due giorni dopo l’assoluzione per "non
aver commesso il fatto" dell’ex capo della polizia Gianni De
Gennaro e dell’ex dirigente della Digos di Genova Spartaco Mortola, i
manifestanti vengono condannati con pene che vanno dai 6 ai 15 anni,
grazie all’accusa, pescata dal codice fascista Rocco, di "devastazione e
saccheggio", e ad un’ampia interpretazione del principio di
concorso morale. Così, mentre lo Stato si
assolve, la piazza si condanna. Momento di svolta per la storia
italiana dei movimenti, a Genova si è raggiunto l’apice della
violenza poliziesca di piazza con pestaggi, torture e con l’omicidio
impunito di Carlo Giuliani. Una dimostrazione di forza, ora ribadita
con queste condanne, di uno Stato che sceglie consapevolmente di
usare la violenza per difendere un sistema sull’orlo dello sfascio. Contro condanne e repressione estendere
la solidarietà, rilanciare la lotta!
SU GENOVA
I commenti sono stati disattivati.