Giovedì 29 ottobre una delegazione di
una trentina di militanti della rete di solidarietà con il popolo
basco "Amici e Amiche di Euskal Herria / Euskal Herriaren
Lagunak" di Milano, ha occupato simbolicamente la sede milanese
di "La Repubblica" per protestare contro la censura e la
disinformazione che i media nazionali ed internazionali praticano
nei confronti della repressione del Popolo Basco. Nel momento in cui, in Italia, si parla
tanto di libertà di stampa e di regime, il silenzio di tutti gli
organi di informazione sulle torture di cui si macchia costantemente
la polizia spagnola, sulle incarcerazioni di massa, sulla
disperisione dei prigionieri politici baschi, sull’illegalizzazione
di ogni espressione politica autorganizzata della sinistra
indipendentista basca, è criminale ed è una forma di oggettiva
complicità.
E’ stato chiesto alla redazione
milanese un impegno per dar voce ad un popolo che da decenni subisce
una feroce repressione da parte del governo spagnolo e la totale
negazione dellla legittimità democratica di Euskal Herria; la
delegazione poi è uscita continuando la manifestazione in strada,
con striscioni che rivendicavano il diritto all’autodeterminazione
del popolo basco e denunciavano la "guerra sporca", in
paricolar modo la sparizione da diversi mesi del militante basco Jon
Anza.
"Amici e Amiche del popolo Basco /
Euskal Herriaren Lagunak di Milano"
Milano, 29.10.2009
Alleghiamo il comunicato consegnato
alla redazione milanese di Repubblica e fotografie:
Attraverso questa iniziativa vogliamo
denunciare il silenzio dei media italiani e europei, che hanno
completamente oscurato, per l’ennesima volta, episodi di gravissima
repressione ad opera del governo spagnolo nei Paesi Baschi.
Di fronte agli arresti del portavoce
della sinistra indipendentista Arnaldo Otegi e di numerosi esponenti
del sindacato basco LAB; di fronte alle decine di casi di tortura
denunciati; di fronte alla sparizione del militante basco JON ANZA di
cui non si hanno più notizie dal 18 aprile 2009; di fronte alle
chiusure di giornali, radio, canali televisivi, all’illegalizzazione
di partiti, associazioni giovanili, organizzazioni di difesa dei
lavoratori, associazioni di detenuti politici e i loro familiari gli
organi di stampa italiani non hanno speso alcuna parola.
Un’informazione imbavagliata è complice di tutto quello che sta
accadendo, in particolar modo della chiusura del governo spagnolo nei
confronti di una soluzione democratica del conflitto e di una
possibilità di confronto politico leale.
Il 14 ottobre la polizia spagnola ha
arrestato nella sede del sindacato della sinistra indipendentista LAB
di Donostia 10 militanti indipendentisti tra i più conosciuti nei
paesi baschi, con l’accusa di far parte della direzione politica di
Batasuna. Questa organizzazione, per l’Unità Popolare della
Sinistra Indipendentista, è stata illegalizzata dai tribunali di
giustizia spagnoli nel 2003, ma, con il sostegno popolare, ha
continuato ad essere attiva fin da allora.
Questi gravissimi fatti, avvenuti con
la firma del giudice dell’Audiencia National spagnola Baltasar
Garzon, hanno senza dubbio motivazioni politiche inscindibili dal
governo Zapatero.
Il governo spagnolo sta perseguendo
politiche repressive criminalizzando il Collettivo di Prigionieri dei
quali è proibito mostrare le foto pubblicamente e sta appoggiando la
guerra sporca del governo spagnolo contro i militanti della sinistra
indipendentista basca, che ha portato alla scomparsa da 4 mesi del
militante Jon Anza in territorio francese.
L’atteggiamento neo-franchista dei
governi spagnoli dell’ultimo decennio, che ha portato ad
illegalizzare partiti e associazioni culturali e sociali, non è mai
stato messo in discussione dagli organi di stampa ufficiali e non è
certamente una novità di ora. Con la repressione non è scomparsa nè
Batasuna, né il movimento antirepressivo, né le lotte sociali
sostenute dalla sinistra indipendentista, né il lavoro enorme di
ricostruzione linguistica e culturale. Tutto il contrario.
La Sinistra Indipendentista Basca
continua dunque a mantenere con forza l’iniziativa politica.
Negli ultimi mesi in Euskal Herria sta
diventando ogni volta più evidente e pubblica l’intenzione della
sinistra indipendentista di investire grandi sforzi in futuro nella
formazione di quello che viene chiamato Polo Soberanista.
Voler annullare questa operazione
politica di largo respiro è all’origine dell’atto di guerra attuato
dal Governo spagnolo del PSOE, con la totale connivenza del Partito
Popolare spagnolo. L’arresto di questi dieci militanti denunciato,
oltre che dalla stessa sinistra indipendentista, anche da tutti i
partiti e i sindacati democratici in Euskal Herria, riuscirà, forse,
solo a ritardare questo processo politico e questa nuova aggregazione
di massa. Senza dubbio, aumenta la quota di dolore e sofferenza che
il popolo basco paga per pretendere di ricostruire un futuro
euskaldun (basco), femminista, internazionalista, socialista sulla
base del suffragio universale.
COME RETE MILANESE IN SOLIDARIETÀ AL
POPOLO BASCO "EUSKAL HERRIAREN LAGUNAK" CHIAMIAMO A
DENUNCIARE QUESTI FATTI, QUESTE AZIONI DEL GOVERNO SPAGNOLO, PER
ROMPERE POCO A POCO QUESTO VELO DI SILENZIO E INERZIA CHE I MASS
MEDIA HANNO STESO IN EUROPA E NEL MONDO.
Comunicato della rete amici e amiche di
Euskal Herria – Euskal Herriaren Lagunak