In Grecia nelle ultime settimane stiamo
assistendo ad una ondata di rabbia collettiva in risposta alle misure
del Governo e dell’Unione Europea (il piano di austerità), messe in campo per riparare ad un
fallimento del bilancio nazionale generato da poteri finanziari e
politici sempre meno attenti ai diritti dei lavoratori e dei cittadini in genere e sempre più vicini alle logiche del capitale e del
mercato globale.
Gli eventi di questi
giorni non sono frutto di una esplosione improvvisa: la Grecia è da
tempo il Paese europeo in cui gli effetti della crisi capitalista si
sono fatti sentire con più violenza. Negli ultimi anni il Paese è
stato teatro di scioperi, occupazioni di fabbriche, lotte a oltranza
come quelle degli insegnanti, mobilitazioni studentesche e
occupazioni di scuole e Università, fino all’esplosione del dicembre
2008 con le barricate erette dai manifestanti nelle principali città,
scatenate dall’assassinio del giovane Alexandros da parte della
polizia.
Atene e l’intero paese
sta vivendo la piu grande mobilitazione degli ultimo 30 anni, con
mezzo milione di persone in marcia per sei ore solo ad Atene il 5
Maggio. Si chiede che Papandreou e il suo governo, che intendono,
dopo aver attuato politiche economiche e sociali fallimentari, ormai
palesemente far pagare la crisi solo ai lavoratori, paghino per le
loro enormi responsabilità.
La polizia ha attaccato
brutalmente questa manifestazione, trasformando Atene in una camera
a gas; attacchi e cariche si sono verificate anche a Salonicco e
Patrasso, dove si svolgevano altri due cortei molto partecipati.
L’”incidente” alla
Marfin Bank nella capitale è stato sicuramente un episodio tragico
poiché ha colpito lavoratori della filiale bancaria a cui era stato
impedito di scioperare rischio licenziamento.
Questo ancora una volta
dimostra come le logiche del profitto e del capitale non tengano
conto del diritto al dissenso; il direttore della banca speriamo
tutti che non dorma sonni tranquilli.
Questo episodio è
stato subito usato da governo e media di regime per spaccare il
movimento, cercando di indurre i cittadini e le cittadine in sciopero
all’irrazionale paura dei “facinorosi” manifestanti.
Riportato in seguito il
comunicato di un dipendente della banca sopravvissuto al rogo:
“Mi sento in dovere,
nei confronti dei miei colleghi oggi ingiustamente morti, di
comunicare alcune obbiettive verità. Sto facendo pervenire questo
messaggio a tutte le agenzie di stampa. Chiunque abbia ancora un po’
di coscienza dovrebbe renderlo pubblico. I restanti possono
continuare a fare il gioco del governo.
I vigili del fuoco non
hanno mai rilasciato una licenza all’edificio in questione.
L’approvazione per la sua operatività è avvenuta sottobanco, come
avviene praticamente per tutti gli esercizi commerciali e le ditte in
Grecia.
L’edificio in
questione non è in possesso di alcun dispositivo di sicurezza, né
installato né pianificato, non ci sono irrigatori dal soffitto,
uscite di emergenza o idranti […]”
LA STRUMENTALIZZAZIONE è
UN ARMA REPRESSIVA!
PORTIAMO LE NOSTRE LOTTE
A FIANCO DEI COMPAGNI GRECI!
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