DEMOCRAZIA A NOVOLI…


Qualcuno si è chiesto perchè nell’ultimo periodo il Polo delle
Scienze Sociali di Novoli è stato presidiato da uno schieramento
impressionante di forze dell’ordine, dai ben visibili Celerini e
Carabinieri ai finti passeggiatori della DIGOS?

La conclusione ufficiale è la seguente: i militari ed i poliziotti servivano a rassicurare la popolazione
studentesca sullo svolgimento regolare della consultazione
democratica tenutasi il 12 ed il 13 maggio in facoltà per il rinnovo
del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari. Se ci hanno rassicurato, la faccenda si chiude qui e buona notte, ci vediamo tra tre anni.

Se non ci hanno rassicurato cerchiamo di vedere la faccenda da un
altro lato e cioè contestualizziamo gli avvenimenti. Le elezioni del
CNSU servono ad eleggere un parlamentino studentesco che “consigli”
il governo sulla corretta applicazione delle Riforme Universitarie.
Oltre alla enorme presa per il culo che deriva dal fatto di non avere
nessun potere vincolante, la presenza di questo organo,
istituzionalizzando la voce del corpo studentesco, delegittima
qualsiasi altra espressione politica che pretenda di mettere bocca
sulle scelte di governo, ponendola immediatamente fuori dalla
legalità. D’altronde la presenza studentesca nei Senati Accademici,
nei CDA, nei Consigli di Facoltà e di Corso di Laurea è
regolarmente prevista in termini minoritari, tali da assicurare una
semplice funzione consultiva agli studenti ivi presenti. Anche in
questo caso qualsiasi soggetto che non è organizzato in una lista
elettorale non ha motivo di opporre pretese alle dirigenze
accademiche.

Parallelamente all’ingabbiamento di qualsiasi espressione politica
autonoma da parte degli studenti la ristrutturazione del sistema
formativo procede indisturbata in forma autoritaria a colpi di
direttive e regolamenti da parte della Commissione Europea, o a colpi
di decreti governativi nei paesi firmatari della Dichiarazione di
Bologna del 1999. Smantellamento dell’istruzione pubblica, selezione
di classe, competitività, aumento dei ritmi di studio e precarietà
sono i risultati visibili ed immediati; agli studenti non è dato
nessuno strumento di opposizione reale alle suddette scelte.

Per aggiungere tristezza al quadro complessivo, notiamo come le
elezioni del CNSU divengano l’occasione di legittimazione per gruppi
para-sindacali (UDU), para-governativi (Studenti per le Libertà
alias Forza Italia e Lista Aperta alias Comunione e Liberazione) e,
meraviglia delle meraviglie, per gruppi fascisti quali Azione Giovani
e Blocco Studentesco, che, oltre a riempirci le facoltà di celtiche
e carta patinata, pestano allegramente chi fa opposizione sociale
rifiutando l’ingabbiamento istituzionale, come avvenuto recentemente
a Tor Vergata (ma la lista delle aggressioni è molto lunga).

Le uniche risposte che riceviamo dalle dirigenze accademiche sono
il tentativo di criminalizzazione di chi lotta contro l’attuale
modello universitario e coerentemente lo fa al di fuori delle
strutture rappresentative: nel Consiglio di Facoltà di Scienze
Politiche di Aprile la Preside Alacevich ha dichiarato che le
telecamere saranno utilizzate per ottenere dei provvedimenti
disciplinari nei confronti di chi “usurpa le regole della civiltà”,
attaccando tra l’altro il Collettivo che precedentemente aveva
occupato la palazzina per organizzare il proprio autofinanziamento
(insieme ad un’iniziativa di valutazione storica dei fatti di Piazza
Fontana) e protestare contro la burocratizzazione e l’impossibilità
di un utilizzo autogestito degli spazi da parte degli studenti.

Ci si inalbera per qualche manifesto di Forza Italia strappato da
ignoti e non si parla del fatto che per utilizzare la biblioteca di
Scienze Sociali bisogna essere studenti iscritti (ecco la funzione
dei tornelli), che le telecamere ed i tesserini magnetici sono uno
strumento di controllo degli studenti e dei lavoratori (come rilevato
da questi ultimi nella sede di Via Laura), che non esiste uno spazio
concesso agli studenti che non siano espressione di liste
studentesche, che le aule vuote vengono immediatamente richiuse. Non
si proferisce parola sulla casa dello studente, dove è necessario
pagare per connettersi ad Internet, essendo schermata la facciata
dell’edificio, dove sono frequenti controlli arbitrari da parte del
dirigente Bassi che “vigila” che nessuno porti “estranei”
nella propria stanza senza aver pagato la relativa cauzione, dove
chiunque entri è sottoposto ad un ferreo controllo dell’identità,
dove è impossibile utilizzare il giardinetto interno, l’unico spazio
verde del Polo, essendo quest’ultimo adiacente ad un negozio Aprilia
(uno degli effetti della speculazione edilizia dalla quale è nata
Novoli), dove vige un sistema di ammonizioni personali che preclude
qualsiasi possibilità di organizzazione politica interna e di
socialità al di fuori delle regole “da coprifuoco”.

Sopratutto non si parla, nonostante le ripetute sollecitazioni che
da marzo portiamo in Presidenza ed in Consiglio accademico, della
presenza di gruppi fascisti nel Polo che evidentemente trovano piena
legittimità e solidarietà da parte delle dirigenze accademiche.

Non ci stupiamo dunque dell’ampia presenza di sbirraglia nel Polo,
sia quando noi studenti ci riprendiamo i nostri spazi, sia quando c’è
da proteggere il volantinaggio di qualche fascista che, proprio
grazie alle elezioni, cerca legittimità nell’Università.

La realtà che emerge non è quella di un rassicurane clima
democratico, bensì di un sofisticato sistema di controllo e
delegittimazione (di cui le elezioni fanno parte,vista anche la
bassissima affluenza alle urne) di qualsiasi espressione
autorganizzata delle lotte a Novoli, sistema contro il quale da anni
ci battiamo, ottenendo la possibilità, certo precaria e non
riconosciuta dal regolamento, di utilizzare la facoltà in orario
notturno per iniziative culturali, politiche o socializzanti.

Esprimiamo infine solidarietà ai lavoratori in appalto di Via
Laura vittima di intimidazione da parte
del Dirigente di Polo Gentilini, lo stesso che gestisce gli spazi qui
a Novoli.

 

PER L’AUTORGANIZZAZIONE ED UN UTILIZZO DEMOCRATICO DEGLI SPAZI

CONTRO CONTROLLO SOCIALE E MERCATINI ELETTORALI

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