Ringraziamo sentitamente i compagni e le realtà cittadine e di tutta italia che hanno espresso la solidarietà a tutti i compagni colpiti dalle ultime ondate repressive (4 Maggio/13 Giugno)a Firenze.
JAGU, LOTTO, COSTI, PAKO, MIRKO, PINE, DANI, LUCA, MASSI, PIETRO, VIK, SID
LIBERI!
TUTTI LIBERI! TUTTE LIBERE!
Di seguito i comunicati di solidarietà:
CAAT Siena
Il CAAT Siena esprime la piena solidarieta” ai compani di Firenze colpiti dall”ennesima azione repressiva di cui si sta rendendo protagonista la citta” di Firenze. Assistiamo oggiAggiungi un appuntamento per oggi, all”ennesimo tentativo di fermare quei compagni che fanno parte dei gruppi piu” attivi contro la repressione e le ingiustizie compiute dal governo italiano. Ma non capiscono che in questo modo ci motivano sempre piu” e ci covincono sempre piu” che il nostro lavoro e” temuto, che siamo sulla strada giusta. Invitiamo tutte le realta” del territorio che fino ad ora hanno lottato contro la deriva fascista del nostro governo a sostenere i compagni colpiti e continuare questa battaglia che prima o poi dara” i suoi frutti concreti.
Andrea Malpezzi (Segretario Provinciale del PRC Firenze)
La Federazione provinciale del PRC ritiene del tutto esorbitanti le misure cautelari disposte dal gip di Firenze nei confronti di 16 ragazzi, alcuni appartenenti allo “Spazio liberato 400 colpi”, che gli organi di informazione si ostinano a definire con l’etichetta generica e superficiale di “anarchici”.
Il PRC, pur nella diversità della propria lotta e azione politica rispetto a quella dei giovani indagati, ritiene che le misure giudiziarie e di polizia adottate, oltre ad apparire esagerate rispetto agli accadimenti, non siano sicuramente la risposta migliore e la più idonea ad affrontare le problematiche denunciate da questi ragazzi. Se la politica cittadina, invece di lanciare anatemi, sapesse confrontarsi (e soprattutto risolvere) le questioni poste, renderebbe un servizio al territorio, alla convivenza democratica e alla politica.
Chiunque rifiuta il modello sociale ed economico imperante non può essere tout court tacciato di essere un estremista o un terrorista. Piaccia o non piaccia la politica cittadina deve delle risposte a questi giovani.
La storia ci insegna che la criminalizzazione del dissenso, anche di quello più estremo, non ha mai generato maggiore sicurezza, ma al contrario minore libertà.
Per la segreteria provinciale del PRC di Firenze.
Lorenzo Ballerini (segretario Circolo PRC Campi B.) – Sandro Targetti (Consigliere Comunale FI)
Il Circolo PRC di Campi Bisenzio denuncia la spirale repressiva e di criminalizzazione del dissenso che ieri mattina ha visto l’arresto di 7 compagni e l’obbligo di firma per altri 9 (che si aggiungono ai 78 già sotto inchiesta), nell’ambito di una vicenda giudiziaria che sta colpendo duramente l’opposizione sociale e politica a Firenze, mentre si ripetono gli sgomberi nei confronti dei migranti e di quanti lottano per il diritto alla casa.
A maggior ragione dopo la bella vittoria referendaria, occorre respingere fermamente il tentativo di isolare e criminalizzare intere aree sociali (studenti, precari, migranti, senza casa), protagoniste di lotte molto importanti ed avanzate, occorre rompere la spirale della repressione e costruire intorno agli obiettivi ed alle forme di lotta (diritti sociali, lotte operaie, difesa degli spazi pubblici e dei beni comuni, disubbidienza civile…) un ampio schieramento di consenso e di partecipazione popolare, che rappresenta il migliore antidoto nei confronti delle politiche repressive.
Il Circolo PRC di Campi Bisenzio esprime solidarietà a tutti i compagni arrestati e/o sottoposti a qualsiasi forma di limitazione della libertà personale. Liberi tutti! Estendiamo e rafforziamo il movimento di lotta!
Nuova Unità
Ribadiamo massima solidarieta” e sostegno ai compagni di Firenze
A Firenze nell’ultimo mese, dopo una serie di operazioni di controlli della Digos, per strada, dei militanti, si è scatenata la caccia a chi protesta. Per primi sono stati colpiti 78 studenti dei quali 5 messi agli arresti domiciliari e 17 sottoposti all’obbligo di firma. A questi si sommano altri 9 “rei” di aver impedito alla fascista Santanchè di entrare all’Università.
Altri 10 compagni sono stati denunciati per interruzione di servizio pubblico, in occasione di una manifestazione contro la guerra in Libia.
Per aver risposto alla repressione lunedì mattina sono arrivati altri 16 provvedimenti ad altrettanti compagni, dei quali 1 in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 9 con obbligo di firma.
Questa pioggia di denunce ha lo scopo di intimidire e fermare quelle forze sociali, soprattutto giovanili, che si battono contro la scuola di classe e più in generale contro una società che nega ogni prospettiva di lavoro e di vita. Che lottano contro il capitalismo, il fascismo e i rigurgiti fascisti quali nemici giurati dei comunisti, e più in generale, delle masse proletarie italiane e straniere. È un attacco alla stessa democrazia borghese.
Colpire chi lotta contro il sistema con denunce, perquisizioni, arresti, aggiornando le schedature della polizia è il solito metodo usato dal potere per difendere lo Stato capitalista. È una strategia per dare una risposta alla crisi cercando di isolare e colpire i militanti (lavoratori e operai che rischiano di perdere la propria occupazione) delle varie organizzazioni che operano politicamente sul territorio contro la guerra, lo sfruttamento e per una società di liberi ed uguali.
Politici e mass-media (anche nazionali) si scatenano contro i “violenti” e lanciano l’allarme sulla perdita di democrazia, chiedono la chiusura dei centri sociali. Ma violenza e terrorismo sono gli strumenti di comando e prevaricazione tipici del sistema capitalista e imperialista e di chi lo sostiene. Che sfrutta i lavoratori imponendo contratti capestri, licenziando o uccidendoli in nome del profitto. Che attacca i diritti, reprime la protesta, infonde una cultura razzista che arriva a marchiare gli ambulanti stranieri e respingere i profughi di guerra.
Ai compagni denunciati e arrestati, ai compagni che saranno prossimamente processati a Firenze va tutta la nostra solidarietà militante.
Chiediamo a tutte le forze politiche, sindacali e culturali di pronunciarsi contro questo clima di autoritarismo che si sta imponendo a Firenze e in Toscana.
Continuiamo la lotta e l’impegno per respingere la repressione e per la liberazione di tutti i compagni!
Collettivo Bujanov – Spazio popolare autogestito DonChichotte (Valdarno)
Il Collettivo Bujanov desidera esprimere il massimo della solidarietà e dell’appoggio politico ai sedici ragazzi appartenenti a movimenti antagonisti fiorentini e non, che stamani si sono visti piombare in casa il solito apparato repressivo dello Stato. Di questi ben sei sono finiti ai domiciliari e uno addirittura in carcere a S.Vittore (Milano).
La loro colpa è stata quella di aver a loro volta manifestato solidarietà e vicinanza agli arrestati della retata del quattro maggio per reprimere il movimento studentesco fiorentino e lo spazio autogestito “400 Colpi”.
Evidentemente attraverso il controllo esercitato con filmati e fotografie, la digos e le forze dell’ordine fiorentine, pensano di punire e reprimere un movimento che da anni lotta per un sistema diverso, per una socialità diversa, per un ideale di società che tanto si discosta dalla realtà nazionale e cittadina che stiamo vivendo in questa epoca.
Questo metodo infame di controllo continuo e a distanza, ha il solo scopo di prendere una manciata di manifestanti nel mucchio, secondo la vecchia teoria del “prenderne uno, per educarne cento”; un sistema che non accettiamo e al quale sicuramente non ci piegheremo ( come del resto tutto il movimento).
E’ necessario, da subito, continuare da parte nostra a rivendicare differenti spazi di Altra Aggregazione, non fare un passo indietro rispetto alle nostre libertà di esprimere dissenso e – soprattutto – manifestare vicinanza verso chi, da oggiAggiungi un appuntamento per oggi, si trova stretto nella morsa della cosidetta legalità: attraverso una firma, un controllo dello spazio o una sbarra provano ad imporci un cambio di ideale.
Questo non dobbiamo renderlo nè tanto facile, nè tantomeno possibile: massima solidarietà a chiunque – oggiAggiungi un appuntamento per oggi come ieri – sceglie di manifestare il proprio disagio, alla propria maniera…
contro un sistema che NON ASCOLTA, NON SI SFORZA DI CAPIRE, MA TENDE A TERRORIZZARE SPARANDO NEL MUCCHIO DA PRIMA CON L’INFAMITA’ DI UN DITO PUNTATO, E IN SEGUITO CON LA DISINFORMAZIONE MEDIATICA.
Askapena- Ikasle Abertzaleak
La mattina di lunedì 13 ci é arrivata la notizia di una nuova operazione contro il movimento studentesco e antagonista fiorentino e milanese: sono state inquisite 16 persone di cui uno è in carcere, 7 agli arresti domociliari e altri 9 hanno l’obbligo di firma. Così, tra maggio e giugno, più di 100 persone sono state indagate e 35 hanno limitata, in un modo o nell’altro, la propria libertà.
Dai Paesi Baschi, l’organizzazione internazionalista Askapena e il collettivo studentesco nazionale Ikasle Abertzaleak, vogliamo, prima di tutto, esprimere la nostra solidarietà alle compagne e compagni indagati in queste operazioni repressive. Compagne e compagni che nei loro luoghi di studio, di lavoro,nei quartieri, centri sociali e paesi lottano e combattono a fianco dei settori popolari contro il sistema oppressore e sfruttatore.
In più vogliamo dennunciare l’ondata repressiva che negli ultimi mesi ha coinvolto numerosi compagni e compagne in tutta Italia. Osserviamo con preoccupazione come lo stato italiano stia applicando una legislazione repressiva di carattere preventivo contro i movimenti popolari che esprimono il proprio dissenso e propongono alternative di classe; con misure sproporzionate e retate di massa.
Così, la “democrazia” italiana, come tante altre “democrazie” occidentali che attaccano altri paesi con la scusa di difendere dei diritti civili e democratici, li nega sistematicamente nel proprio territorio. Arrestando e reprimendo con varie misure i settori piu attivi della propria società, e in particolar modo, il movimento studentesco, ovvero, coloro che costruiranno un futuro diverso.
Da Euskal Herria, in nome del movimento popolare basco, va il nostro abbraccio rivoluzionario alle compagne e compagni indagate/i, e ai loro amici e famigliari, fratelli e sorelle di lotta con i quali abbiamo avuto l’opportunità di lottare e con i quali continueremo a lottare.
Cantiere sociale Camilo Cienfuegos (Campi Bisenzio)
Lunedi mattina 16 compagni (tutti indistintamente e impropriamente etichettati come anarchici) si sono visti notificare altrettanti provvedimenti di misura cautelare: arresti, domiciliari, obblighi di firma.
Una operazione che arriva a circa un mese da altri arresti e obblighi di firma tesi a colpire varie realtà studentesche e non solo.
Che il clima sia cambiato, anche a Firenze, è un dato di fatto.
Operazioni sempre più spettacolari (emblematica quella verso i 400 colpi), denunce e reati associativi dispensati a piene mani, avvisi orali,”semplici”controlli e identificazioni sempre più frequenti, divieti di manifestare, sgomberi (come con i richiedenti asilo davanti a Terra Futura),..
Un clima che cerca di isolare e criminalizzare chi in questa città si è opposto e si opporrà alla costruzione di un lager chiamato Cie, alla riforma Gelmini, all’apertutra di sedi di gruppi neofascisti. Un clima che cerca di scoraggiare la militanza e la partecipazione di chi si oppone alle logiche del profitto e del capitale.
Conosciamo molti dei compagni colpiti in questi giorni. Conosciamo la loro generosità, il loro spirito di sacrificio e siamo orgogliosi di aver condiviso e di continuare a condividere con loro mobilitazioni e lotte contro il razzismo, il fascismo,lo sfuttamento. Insieme a lavoratori, studenti, precari, immigrati: per la giustizia sociale e la solidarietà internazionale.
Esprimiamo quindi la nostra vicinanza ai compagni del Cpa e del Collettivo di Scienze Politiche
Solidarietà a tutti ile compagnie colpitie dalla repressione
Liberi tuttie
I compagni e le compagne del csa vittoria di Milano
Contro la repressione non un passo indietro!
Solidarietà ai compagni e alle compagne
EUSKAL HERRIAREN LAGUNAK FIRENZE
Solidarietà alle e ai compagni arrestati a Firenze e Milano
Lo scorso 13 giugno, la polizia italiana ha eseguito un’operazione a Firenze e Milano, il cui risultato sono una carcerazione, 6 arresti domiciliari, e 9 obblighi di firma, per motivazioni riconducibili alla solidarietà espressa per l’ondata di arresti avvenuta il 4 maggio scorso: le nuove misure cautelari rappresentano l’allargamento della stessa inchiesta per associazione a delinquere, che a oggi vede indagati circa 100 compagni.
Non ci occorre nemmeno sapere quale siano formalmente le accuse pretestuose mosse contro i compagni arrestati: risulta chiaro e lampante che si tratta dell’ennesimo tentativo di sancire che non ci devono più essere spazi possibili per alcuna forma di dissenso.
Ci sentiamo doppiamente colpiti: perchè, come molti altri, siamo i bersagli di queste operazioni repressive che lo stato italiano inscena per convincerci che l’unica alternativa al silenzio è la galera; e inoltre perchè alcuni fra i compagni arrestati condividono con noi il percorso di solidarietà col Paese Basco e con la rete Euskal Herriaren Lagunak.
Questi arresti sono un attacco diretto alla pratica della solidarietà: ebbene, non ci lasceremo zittire; la solidarietà è la nostra arma, e la useremo fino in fondo contro il regime totalitario che oggi pretende di prosperare su questa repressione.
Solidarietà alle e ai compagni arrestati !
Tutti liberi ! Tutte libere !
Collettivo Anarchico Libertario (LI)
Nello stesso giorno in cui i partiti di opposizione festeggiavano il ritorno ad una “giustizia uguale per tutti” grazie all’esito del referendum, la giustizia e lo stato hanno mostrato il loro vero volto. Lunedì 13 giugno 7 persone sono state arrestate, 6 ai domiciliari e 1 in carcere a San Vittore a Milano, ad altre 9 è stato imposto l’obbligo di firma. Questo è un altro tassello che va ad aggiungersi all’operazione repressiva nei confronti del movimento fiorentino iniziata il 4 maggio scorso.
Lo scorso mese infatti con 22 perquisizioni, 17 obblighi di firma, 5 arresti domiciliari e 78 indagati, si apriva a Firenze una nuova pagina della guerra dichiarata dal governo ad ogni forma di dissenso. Negli ultimi mesi in tutta italia si sono susseguite azioni repressive, a Bologna, a Padova, a Firenze, a Torino e proprio in questi giorni in Val di Susa contro il movimento NO TAV.
Quello di Firenze è forse l’esempio più evidente del senso complessivo di queste ultime operazioni poliziesche. Nel capoluogo toscano infatti si sono voluti colpire compagni e compagne, studenti, lavoratori, si è voluto colpire, con una montatura da 90 indagati, chi negli ultimi due anni si è attivato nel movimento contro la “riforma Gelmini”, nelle mobilitazioni antifasciste e nella lotta antirazzista.
Attorno ai reati contestati (tra cui istigazione a delinquere, oltraggio a pubblico ufficiale, deturpamento e imbrattamento, manifestazione non autorizzata, resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio), la questura, il PM ed il GIP hanno voluto costruire un’associazione a delinquere. Un vero e proprio tentativo di stroncare la Firenze che lotta, di attaccare ogni forma di dissenso, di colpire le realtà più attive per ostacolare nuove mobilitazioni e prevenire ogni forma di ribellione.
In un contesto come quello attuale, in cui la violenza dello stato e lo sfruttamento si fanno sempre più pesanti, in cui partiti ed istituzioni perdono sempre più consenso, in cui si vanno sviluppando e radicando nel paese numerose situazioni di lotta, cresce nel governo, nei partiti d’opposizione e nei padroni, la paura di una vera estensione e radicalizzazione delle lotte. Nell’ultimo mese questa paura si è espressa nelle operazioni poliziesche in diverse città e nella richiesta di intervento dell’esercito, prima contro gli operai dei cantieri navali, poi contro il movimento popolare NO TAV in Val di Susa. Parallelamente si è tentato di catalizzare in senso elettorale il malcontento diffuso, sfruttando le elezioni amministrative ed il referendum. E’ questo il senso dell’operazione repressiva a Firenze. E’ necessario adesso estendere la solidarietà e ripartire dalle lotte. Come Collettivo Anarchico Libertario di Livorno siamo solidali e vicini a tutte le compagne ed i compagni arrestati.
LIBERTA’ PER TUTTE E PER TUTTI!
Partito comunista dei lavoratori (Toscana)
Ieri mattina [il 13 giugno 2011] Firenze è stata nuovamente teatro di una azione repressiva nei confronti di compagni e compagni protagonisti delle lotte politiche e sociali che si sono svolte in città negli ultimi mesi.
Questa volta sono stati colpiti una decina di compagni del Centro Popolare Autogestito di Firenze Sud, una delle realtà di lotta più importanti della Toscana, colpendo i militanti del CPA si è voluto colpire l’intero movimento toscano.
Dopo aver colpito nel mese di maggio 22 compagni dei collettivi studenteschi con l’azione repressiva di oggi si è voluto alzare il tiro e colpire un luogo simbolo dell’opposizione sociale cittadina.
Sette compagni, tra i più stimati e conosciuti, sono stati arrestati ed almeno una decina hanno subito la perquisizione domiciliare.
L’azione di oggi è un tentativo di mettere un freno al movimento che in città si è sviluppato negli ultimi mesi e che ha portato in piazza migliaia di persone, sopratutto giovani, per contrastare le politiche antipopolari ed antioperaie del governo Berlusconi e che qui a Firenze trovano una facile sponda con il sindaco Matteo Renzi e la complicità dei vertici del centrosinistra.
Il Partito Comunista dei Lavoratori della Toscana esprime la propria solidarietà a tutti i compagni vittime della repressione e chiede l’immediata liberazione dei compagni arrestati. Crediamo anche che sia necessaria una grande mobilitazione per denunciare il grave clima di repressione che stiamo vivendo in città.
Arbeschida Sarda (circoli degli emigrati sardi anticolonialisti)
Alle 6 di mattina la DIGOS è irrotta nei loro appartamenti e oggi, mentre scriviamo, sei di loro sono obbligati agli arresti domicilari, senza la possibilità di comunicare con nessuno. Ad altri nove è stato invece notificato l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria: ovvero la costrizione di firmare in un commissariato più volte a settimana. Lo stesso giorno, a Milano, un compagno è stato incarcerato a S. Vittore.
Per uno stato ipocrita come quello italiano, dove mafiosi, massoni e fascisti muovono indisturbati le redini dei settori strategici dell’economia e della politica, i “nemici delle istituzioni” sono ancora una volta quelle persone che ogni giorno, con tenacia e coerenza, cercano di sradicare le contraddizioni di questa società malata, smascherandone le ingiustizie e combattendone i mille fascismi che si annidano in essa.
Arbeschida Sarda è vicina ad ogni compagno fermato e, condannando fermamente questo attacco, esprime massima solidarietà nei confronti del CPA, una delle poche realtà italiane sempre pronte a sostenere senza sconti nè condizioni la causa del popolo sardo e di tutti popoli in lotta per la propria autodeterminazione.
A distanza di poco più di un mese la scena si ripete: stamani, 13 giugno, alle 6:30, 16 persone sono state svegliate da agenti della Digos nelle loro case. 6 di questi ragazzi sono ora agli arresti domicilari, con misure ancor più pesanti rispetto a quelle di maggio: non possono comunicare con nessuno, a meno che non viva nella loro stessa casa. A 9 è stato invece notificato l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria, cioè l’obbligo di andare a firmare nel commissariato di turno svariate volte a settimana; come se non bastasse un compagno di Milano è stato rinchiuso in carcere, a San Vittore, dopo aver partecipato alla manifestazione in solidarietà agli arrestati di maggio. In totale gli indagati e i denunciati, tra studenti universitari, medi e compagni/e di realtà cittadine sono più di 90.
Quello di stamani si è configurato come l’ennesimo attacco alla libertà personale di ognuno a manifestare le proprie idee. Quest’anno Firenze è scesa in piazza per una scuola pubblica e accessibile a tutti, per città dove sia possibile porsi contro porvvedimenti del governo di turno senza essere manganellati, per un paese dove non esistano “lager democratici” dove persone vengono rinchiuse e umiliate, perché la memoria degli anni del fascismo non lasci spazio alle nuove destre: Firenze è scesa in piazza per un mondo migliore.
Riteniamo sia importante continuare a portare questi temi nelle piazze, manifestare contro ciò che di questo mondo ci digusta e per ciò che in questo mondo vorremmo creare. Durante quest’anno, come negli scorsi, nelle strade di Firenze non eravamo in 90. Eravamo migliaia. Facciamo appello proprio a queste migliaia di persone che con noi hanno condiviso momenti di lotta e di aggregazione, perché in questo momento tornino a manifestare le proprie idee nelle piazze e nelle strade, e perché portino la loro solidarietà ai compagni e alle compagne colpiti da questi provvedimenti.
La gravità dell’operazione deriva sia dall’inconsistenza, materiale concreta, dei fatti presi a pretesto sia, anzi soprattutto, per l’assenza di risposte adeguate da parte delle forze politiche schierate, formalmente, all’opposizione delle destre, ancora, governative!
La stessa denuncia fatta da esponenti locali della “Lega Nord”, circa una presunta aggressione subita, evapora non solo per le note caratteristiche provocatorie di questo soggetto associativo (la “Lega” ) distintosi, anche ultimamente, per cinismo xenofobo e addirittura fascistoide in occasione del tributo, del cordoglio espresso in CRT verso la memoria del giovane italiano assassinato in Palestina … Vittorio Arrigoni, ma anche per la dinamica, ricostruita, del fatto stesso. Mi riferisco alle circostanze e al luogo della presunta aggressione che testimoniano, razionalmente, l’intento provocatorio di questi personaggi non certo noti, conosciuti visivamente, al pubblico fiorentino toscano e per tanto individuati solo per il proprio provocatorio comportamento tenuto nei confronti dei manifestanti!
In realtà questa operazione dimostra la volontà del regime d’impedire ogni manifestazione d’opposizione nei confronti della natura reazionaria e fascistoide delle logiche attualmente, ancora, dominanti quali l’attacco classista ai livelli di vita della popolazione e il subalterno allineamento dell’Italia all’azione aggressiva imperialista neocoloniale della NATO/OTAN!
Collettivo Iqbal (BO)
A Firenze la repressione continua a colpire!
Ancora una volta, nel giro di poche settimane, vengono attaccati compagni e criminalizzate strutture collettive impegnate nell’intervento politico quotidiano contro la violenza di un sistema fondato sullo sfruttamento.
Ancora una volta si cercano di isolare fisicamente con misure restrittive provocatorie compagni e compagne accusati di essere protagonisti nei propri territori della resistenza e dell’opposizione al silenzio della pacificazione.
Come compagni e compagne del Collettivo Iqbal, vogliamo esprimere la nostra solidarietà a questi/e compagni/e, a queste strutture; vogliamo affermare con forza che la loro lotta è anche la nostra lotta e che nessuno, giudice o sbirro che sia, potrà fermare la nostra ragione.
I nostri sogni sono i loro incubi!
Tutti/e liberi/e subito!
La solidarietà è un’arma!
C.A.R.C. (Segretariato generale Toscana)
Opponiamoci alla persecuzione del movimento studentesco e antagonista fiorentino da parte di Questura e polizia politica di Firenze.
Solidarietà e sostegno ai 16 compagni dei collettivi studenteschi, del CPA e di Villa Panico vittime della persecuzione poliziesca messa in atto dal Questore di Firenze: la loro “colpa” è stata quella di essere diventati un punto di riferimento nelle mobilitazioni degli ultimi anni.
Il 13 giugno la polizia politica (DIGOS) ha fatto irruzione nelle abitazioni di 16 persone accusate di aver preso parte alla mobilitazione in solidarietà con gli studenti arrestati a decine nel mese di maggio. Il risultato di questa operazione repressiva è stato di un ragazzo rinchiuso nel carcere di San Vittore, 6 agli arresti domiciliari e 9 con l’obbligo di firma. Quindi ad oggi (con le operazioni repressive di maggio e giugno) a Firenze ci sono più di 90 denunciati e indagati tra gli studenti universitari, medi e i compagni del CPA e di Villa Panico.
Questa imponente operazione repressiva è un grave attacco alla libertà di espressione e di manifestazione, è un attacco intollerabile a chi lotta con passione e determinazione per difendere una scuola pubblica decente, a chi lotta contro la guerra e le aggressioni imperialiste verso i popoli oppressi o contro la riabilitazione del fascismo nel nostro Paese.
Questa è la stessa repressione che ha colpito con arroganza i richiedenti asilo di origine somala, eritrea ed etiope, sgomberati con la forza mentre chiedevano pacificamente quello che era un loro diritto. Questo è il volto della città di Firenze retta dal sindaco antidemocratico Matteo Renzi! Gli studenti e le realtà di lotta fiorentine sono state colpite così duramente perché hanno fatto diventare un problema di ordine pubblico la protesta contro la Riforma Gelmini e l’attacco al diritto allo studio. La loro protesta ha colpito nel segno e ha messo in difficoltà un sistema che non è più in grado di dare risposte alle esigenze di lavoratori, studenti, precari e pensionati. Questa classe dirigente marcia e allo sbando non riesce a dare risposte diverse dalla repressione, il carcere e le manganellate.
Sosteniamo la giusta lotta dei collettivi studenteschi e di spazi sociali come il CPA e Villa Panico!!! I compagni che lottano per un mondo migliore devono essere un orgoglio per una città come Firenze, medaglia d’oro alla Resistenza!!!
Anche di fronte alla repressione bisogna essere all’attacco, con la convinzione di chi rappresenta il futuro, di chi rappresenta le aspirazioni migliori delle masse popolari italiane: cioè di chi lotta per un lavoro, un’assistenza sanitaria pubblica di buon livello, un’istruzione pubblica e accessibile a tutti, una pensione dignitosa, di chi vuole un mondo senza guerre e senza devastazione ambientale.
L’esperienza ci insegna che è possibile rovesciare la repressione contro chi l’ha orchestrata. Nell’ottobre del 2009 a Pistoia il Questore Maurizio Manzo creò una montatura per colpire quelle realtà (P-Carc, Movimento Antagonista Livornese, Anarchici pistoiesi e Brisop) che erano determinate a costituire un coordinamento contro le ronde razziste di Maroni. Questo procedimento portò allora all’arresto di 7 compagni, ma la battaglia determinata che si è sviluppata per la loro assoluzione ha inferto un duro colpo agli elementi reazionari e fascisti che hanno collaborato a sostenere la montatura del Questore Manzo. Il PM Luigi Boccia, accusatore dei compagni, ha dovuto abbandonare il caso perdendo ogni credibilità di fronte al Tribunale. Il fascista Massimo Dessì, che per accusare i compagni ha fatto una falsa testimonianza, è stato costretto a ritirarsi in Ungheria dal momento che a Pistoia ormai aveva terra bruciata intorno. Anche per gli altri due testimoni (Marco Lucarelli e Michele Romondia), fascisti di Casa Pound come il Dessì, le cose non sono andate bene: hanno dovuto chiudere la pizzeria in cui lavoravano a causa delle cattiva pubblicità che si sono fatti. La montatura di Manzo, colpito da infarto il mese scorso, si è rivoltata contro il Questore: forse credeva di poter fare a Pistoia lo stesso (e di più) di quello che ha fatto a Lucca, dove i nazisti dei Bulldog (tifoseria della Lucchese) e il loro capo Andrea Palmeri hanno svolto la loro azione criminale liberamente sotto il suo sguardo benevolo.
Allo stesso modo la mobilitazione che si è sviluppata in seguito all’arresto (nel luglio 2009) di un compagno del P-Carc e uno dell’ASP dopo la ronda popolare antifascista e antirazzista a Marina di Massa, ha portato all’allontanamento dal proprio incarico dell’Ispettore DIGOS Angelo Valentini, ormai smascherato come elemento provocatore e antidemocratico.
Gli insegnamenti che traiamo da queste esperienze concrete sono utili per tutti quelli che oggi si trovano a fronteggiare la repressione. Affrontiamo insieme questa battaglia e passiamo dalla difensiva all’attacco, trasformando la lotta contro la repressione in lotta per un governo di emergenza popolare: solo così potremo contrastare in modo efficace e duraturo la deriva reazionaria che sta imperversando a Firenze e in altre città d’Italia. Sfruttiamo il vento nuovo che sta soffiando nel nostro Paese (soprattutto in seguito ai risultati elettorali di Napoli e Milano e ai risultati del referendum) e che sta alimentando la fiducia nella masse popolari.
Vincere è possibile, è possibile trasformare la repressione in un’ulteriore spinta alla mobilitazione!!!
Alimentiamo con la nostra lotta l’ingovernabilità per chi è emanazione degli interessi della corte pontificia e dei padroni!
I Consiglieri e i soggetti istituzionali, che si rifanno ai valori di democrazia e di civiltà strappati ai padroni con la Resistenza antifascista devono portare nelle sedi istituzionali questa battaglia e sfruttare la propria posizione di eletti per difendere il diritto al dissenso, a manifestare.
Uniamo la mobilitazione contro gli arresti di questi ultimi due mesi a Firenze con quella contro la montatura del Questore manzo a Pistoia (il 9 luglio comincerà il processo contro i compagni che hanno portato la loro solidarietà davanti al carcere Santa Caterina di Pistoia: con l’accusa di presidio non autorizzato), con quella che colpisce da anni la carovana del nuovo PCI. Partecipiamo alla prossima udienza che si terrà al Tribunale di Bologna il 13 luglio!!! Firmiamo gli appelli “NO alla persecuzione dei comunisti” e “vigilanza democratica” che si possono trovare sul sito.
Assemblea dei lavoratori in appalto nell’Università di Firenze e RSA FILCAMS CGIL
Le modalità dell’operazione e le accuse con cui si apprende dalle agenzie di stampa dei 22 arresti, dei 78 indagati e delle numerose perquisizioni riguardanti alcuni studenti dell’Ateneo fiorentino “appartenenti all’area anarchica di un gruppo che fa riferimento agli ambienti studenteschi e a un centro chiamato ‘Spazio liberato 400 colpi’ ” ci ha sbigottito e allo stesso tempo ci preoccupa molto.
Alla luce delle notizie che abbiamo appreso, non c’è dubbio che ci troviamo difronte ad una persecuzione politica a danno dell’ala più radicale del movimento studentesco che a partire dalle manifestazioni dell’Onda ha continuato nella propria opera di contestazione delle politiche fasciste del Governo Italiano.
In un Paese nel quale l’illegalità dei potenti è all’ordine del giorno, in cui i più elementari diritti umani sono quotidianamente calpestati e sono messi continuamente in crisi e in dubbio i fondamentali principi del cosiddetto sistema democratico, ci sembra spropositata una tale operazione delle Forze dell’Ordine, dei Servizi Segreti (!?!) e della Magistratura tanto da confermarci l’idea di trovarci davvero in un periodo in cui il rischio di una deriva autoritaria e dittatoriale sia altissimo.
A coloro che si vantano della riuscita di una tale operazione, che tanto tempo, fatica e denaro pubblico ha necessitato, vorremmo ricordare che sarebbe bastato frequentare le Facoltà dell’Ateneo fiorentino di persona, non con telecamere (poco) nascoste più volte scoperte, giustamente rese inefficaci e più volte reinstallate, per avere informazioni su quegli studenti e sulle loro iniziative organizzate alla luce del sole !!
Si può essere più o meno d’accordo con la linea e la pratica politica di questi studenti, ma certo è che difronte a questo circo inquisitorioanche un democratico cittadino, non necessariamente anarchico o comunista, non può rimanere solo semplice spettatore !
RETE DEI COLLETTIVI STUDENTESCHI FIORENTINI
Non sono ancora ben chiare le motivazioni, anche se ci torna alla mente una certa “associazione a delinquere con finalità eversive” montata su un castello di carte fatto di reati come “manifestazione non autorizzata”, tirata su per poter effettuare un certo tipo di operazioni.
A breve aggiornamenti, la Rete dei Collettivi si schiera a fianco di tutti i compagni e le compagne perquisiti
L’indifferenza è complice la solidarietà è un’arma
COLLETTIVO 20 LUGLIO (PALERMO)
Cari compagni vi esprimiamo tutta la nostra solidarietà per l’ennesima azione repressiva dello stato contro chi lotta quotidianamente e che libera spazi, non solo nelle scuole e nelle università, ma in ogni angolo delle nostre città. L’incredibile operazione poliziesca non riuscirà a fermare i percorsi politici portati avanti in questi anni. Siamo certi che tutto il movimento fiorentino reagirà e non si farà intimidire dalla repressione
Un saluto a pugno chiuso
Libertà per tutti gli indagati!
Ribadiamo la nostra solidarieta’ e la volonta di continuare a Resistere
FEDERAZIONE TOSCANA DEL PARTITO DEI CARC
La Federazione Toscana del Partito dei Carc è vicina ai compagni e alle compagne dei collettivi studenteschi medi ed universitari di Firenze che stamani sono stati colpiti dalla repressione Poliziesca con 22 ordinanze di custodia cautelare e oltre 70 denuncie. Con molta probabilità questi
arresti “in perfetto stile fascista” sono stati effettuati preventivamente sia con lo scopo di colpire il centro della mobilitazione cittadina che nell’ultimo anno si è sviluppata per contrastare la riforma scolastica della Gelmini, sia in previsione dell’arrivo in città del ministro degli esteri Frattini, atteso nella giornata di lunedì 9 maggio con la conseguente protesta che sfocerà in
un corteo cittadino che vedrà concentrarsi in Piazza della Repubblica alle ore 13: 30 le diverse realtà che si oppongono alle guerre imperialiste e alla politica di “sangue e dolore” della banda Berlusconi. Firenze (come già Pistoia nell’ottobre del 2009) si è trovata coinvolta in un’ennesima operazione repressiva mirata a stroncare una legittima lotta popolare dove le forze dell’ordine
hanno ricoperto un ruolo esplicitamente eversivo a sostegno agli interessi della borghesia. Rilanciamo l’appello a tutte le organizzazioni operaie e popolari che non sono disposte a vedersi togliere tutto ciò che rimane delle conquiste di benessere e civiltà a unirsi e coordinarsi per contrastare con maggiore efficacia gli attacchi dei padroni e trovare una via popolare per superare la crisi.
Non ci stupisce che le accuse riguardino in particolare le lotte per il diritto allo studio e contro l’aziendalizzazione dell’università, lotte che hanno infiammato l’autunno, segnando una nuova radicalità e un nuovo protagonismo dei movimenti sociali; lotte che vengono trasformate in atti criminali mentre ad essere veramente criminale è solo l’azione degli apparati polizieschi.
Non ci stupisce neanche il solito siparietto mediatico che dipinge come delinquenza comune la condotta di compagni impegnati giorno dopo giorno non solo nelle facoltà e nelle scuole, ma contro le politiche razziste, quelle dirette contro i lavoratori e quelle complici della devastazione dell’ambiente. Infine, non ci stupisce che questo segnale, che mostra la precisa volontà di aumentare il livello repressivo, coincida con i recenti episodi di aggressioni fasciste, come abbiamo visto a Roma e sperimentato proprio a Napoli negli ultimi giorni. Attraversando l’Italia, il binomio di fascisti e polizia è sintetizzato nell’immagine della croce celtica appesa nell’ufficio politico del commissariato di via Cadamosto a Milano.
La nostra determinazione e le lotte che portiamo avanti fanno paura. Noi non lasceremo mai che poliziotti, fascisti e mazzieri in doppiopetto ci fermino.
CONTRO REPRESSIONE E FASCISMO
ORA E SEMPRE RESISTENZA
Una nuova operazione repressiva che fa parte di un’inchiesta all’interno della quale sono indagati 78 compagni appartenenti a diverse realtà fiorentine.
Una realtà che ci restituisce il livello di repressione con cui dobbiamo scontrarci, tanto da giustificare la collaborazione tra Digos e servizi segreti interni che si pongono il fine di smantellare interi collettivi e chiudere spazi di socialità, lotta e aggregazione.
Questa è la cosiddetta democrazia borghese, lo stato di diritto o le libertà che in molti credevano intoccabili: occupazioni, cortei non autorizzati, attacchinaggi o blocchi stradali vengono utilizzati per avvalorare il teorema di un disegno criminoso.
Ad essere sul banco degli imputati sono le pratiche quotidiane di chi si rende protagonista delle lotte che si sviluppano, non solo sul territorio fiorentino, ma ovunque avvengano mobilitazioni contro le contraddizioni che la crisi del capitalismo sta rendendo sempre più gravi.
Non siamo stati e non staremo a guardare mentre si cerca di smantellare scuola e università pubblica, si privatizzano beni comuni e settori indispensabili per la qualità della vita di ognuno di noi come l’acqua o i trasporti, si attaccano i diritti dei lavoratori e si moltiplicano le guerre.
Così come in passato anche stavolta non staremo in silenzio di fronte alla repressione mentre, con una strategia alternativa all’applicazione dei reati associativi di matrice politica, si cerca di incarcerare e mettere a tacere tutti i compagni che si battono per un futuro che superi la logica del profitto, dello sfruttamento e delle disuguaglianze.
Come compagni e compagne del CPA Firenze Sud esprimiamo tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà ai compagni indagati, perquisiti, arrestati o sottoposti a l’obbligo di firma, senza dimenticare che la solidarietà è un’arma che non può essere piegata, che teniamo stretta a ricordare a procure e questure che saremo più forti delle loro leggi e delle loro galere.
Quanto emerso fino ad ora, e riportato anche sulla stampa di oggi– l’operazione di polizia a Firenze nei riguardi di giovani vicini all’area anarchica, alcuni dei quali impegnati presso lo spazio “i 400 colpi”-appare di una gravità inaudita: oltre settanta indagati con accuse per reati pesantissimi, alcuni agli arresti domiciliari, e tutto questo per fatti legati – a quanto si legge – alle manifestazioni contro la riforma Gelmini! Una azione repressiva assolutamente spropositata e per questo inaudita, per giunta riferita a fatti di molti mesi orsono. A nostro giudizio pare che tale operazione voglia alludere più che altro a favorire un clima di criminalizzazione del dissenso, criminalizzazione che è da respingere con assoluta fermezza.
RESISTENZA UNIVERSITARIA (Red-Net) ROMA
78 persone indagate e denunciate, 22 perquisizioni all’alba risolte con 5 compagni agli arresti domiciliari e altr* 17 sottoposti a obbligo di firma in questura tre volte a settimana. Questo è il modo in cui l’apparato repressivo guidato dalla digos di Firenze ha voluto colpire chi è stato protagonista nei mesi passati nelle lotte che studenti e studentesse di tutta Italia e non solo hanno portato avanti, contro il ddl Gelmini, ma anche in difesa dei diritti nel mondo del lavoro, e contro la presenza dei fascisti all’università, come nel caso della contestazione a quello spregevole personaggio di nome Daniela Santanché. In un’università sempre più asservita alle logiche di profitto, difendere attivamente il diritto allo studio per tutti e tutte diventa un atteggiamento da reprimere; in una società in cui sfruttamento, disoccupazione e precarietà stanno divorando come un cancro il presente e il futuro della stragrande maggioranza della popolazione, occupare edifici, strade e binari per urlare la propria rabbia e creare percorsi di liberazione dal basso diventa una gravissima minaccia per l’ordine costituito. E così fioccano i provvedimenti repressivi, accompagnati dall’ipotesi di “associazione a delinquere”, tanto ridicola quanto preoccupante, perché indice della volontà di ridurre le lotte sociali a vuoti atteggiamenti delinquenziali, da reprimere senza pietà. Ciò che è successo a Firenze è gravissimo, ed è chiaramente un monito a tutt* coloro che lottano quotidianamente per i diritti propri e altrui: si individuano alcuni soggetti attivi nelle lotte, si accumulano sulle loro spalle svariate denunce, che prese singolarmente sono tutte di lievissima entità, poi si inventa un teorema secondo cui azioni fatte alla luce del sole e in contesti di massa sarebbero indice di una fantomatica attività sovversiva coordinata e organizzata. In questo disegno rientrano alla perfezione i media mainstream, che senza la minima volontà di capire e far capire la realtà dei fatti, parlano di “blitz contro gli anarchici” con gli stessi toni che si usano quando viene sgominata una banda di criminali. Tutto ciò appare ancora più pretestuoso se si considera che i compagni e le compagne coinvolt* nell’operazione appartengono a svariati percorsi ed esperienze, a collettivi diversi, hanno idee diverse su molti argomenti e dentro l’università e le scuole si confrontano e crescono, a volte assieme, a volte separatamente. Vedere che questa varietà di esperienze e idee viene gettata in un unico calderone repressivo fa veramente rabbia. Da parte nostra, continueremo a praticare e a rivendicare le azioni di blocco, i cortei non autorizzati e tutto ciò che abbiamo sempre messo in campo per contrastare lo smantellamento dei nostri diritti; non abbiamo niente da nascondere, non dobbiamo chiedere scusa o pietà a nessuno. Ci opponiamo però con forza al tentativo di inserire tutte queste iniziative, sempre appoggiate e partecipate da una grande massa di persone, in un quadro di reato associativo, che semplicemente non sta in piedi e non è che un’infame intimidazione.
SOLIDARIETA’ TOTALE E INCONDIZIONATA AGLI STUDENTI E ALLE STUDENTESSE DI FIRENZE
LA REPRESSIONE NON CI FERMERA’
I DIRITTI NON SI MERITANO, SI CONQUISTANO!!!
Per tutti questi fatti esprimiamo quindi la più totale solidarietà agli studenti e ai lavoratori fiorentini coinvolti in questa inchiesta.
CAU (collettivo autorganizzato universitario- RedNet) NAPOLI
78 indagati, 22 misure cautelari, nello specifico 5 arresti domiciliari e 17 obblighi di firma. È questo il prodotto della retata realizzata il 4 maggio a Firenze. Gli attori sono Digos, Ucigos e AISI, vale a dire tutti gli apparati statali dediti più nello specifico alla repressione. I capi d’imputazione sono diversi e svariati. Il più assurdo è sicuramente quello di “associazione a delinquere”: sminuire il conflitto politico al grado di delinquenza comune è il chiaro segno della volontà delle forze della repressione.
Al centro dell’attacco c’è proprio il conflitto. In una società che si vorrebbe pacificata, in cui tutti i soggetti istituzionali ed affini parlano di pace e armonia sociale – quasi come se credessero alla storia di quel lettore che recitando passi di brani li fa diventare realtà –, mentre al contempo viviamo un periodo di durissimo attacco ai diritti, alle condizioni di vita e alle prospettive future, bisogna cercare di mettere a tacere le voci e fermare i corpi di chi parla e pratica il conflitto. Ed allora colpire in primis il movimento studentesco, che è stato capace di mettere in campo durante lo scorso autunno una determinazione ed una radicalità che hanno sorpreso molti in tutta la penisola, ponendosi anche come interlocutore per lotte che trascendono gli angusti confini dei nostri atenei, può diventare una priorità.
Per essere più efficaci e per essere sicuri di riuscire ad isolare hanno preferito agitare lo spauracchio degli anarchici, messo in scena dagli organi di stampa, secondo l’ormai noto canovaccio di “Sbatti il mostro in prima pagina”. Sarebbe ben più difficile suscitare un sentimento di condanna se si parlasse di giovani e giovanissimi, per lo più studenti, e se si esponessero le ragioni, le motivazioni profonde, che hanno fatto sì che per mesi, giorno dopo giorno, fossimo nelle strade e nelle piazze per contrastare la “riforma Gelmini”, il paradigma del “piano Marchionne”, la privatizzazione dell’acqua, la distruzione del welfare. In quei mesi, nelle aule universitarie e in qualunque luogo ci siamo incontrati, abbiamo provato ad immaginare traiettorie diverse, un futuro che fosse altro da quello che ci vorrebbero cucire addosso. E abbiamo provato a mettere in pratica ciò che ci dicevamo, ciò che veniva fuori dai tanti momenti di confronto e anche di scontro che abbiamo avuto l’intelligenza e la fortuna di coltivare. Con quest’operazione repressiva si vorrebbe negare la più intima essenza di tutto ciò. Si colpisce a Firenze, ma lo schiaffo ognuno di noi lo sente sulla propria guancia.
E, per quanto oggi sia più evidente che allora che a qualcuno non piaccia, indietro non torniamo.
Solidarietà alle compagne e ai compagni di Firenze!
No alla criminalizzazione dei movimenti sociali!
COORDINAMENTO ANTICAPITALISTA VERSILIA (CAV)
Partito Comunista dei lavoratori- Versilia – Sinistra Critica- Versilia – Spazio Antagonista Resistenza Sociale (SARS) – DadaViruz Project
La mattina del 4 maggio a Firenze è partita una vasta operazione repressiva guidata da Digos e servizi segreti interni contro diverse realtà di movimento fiorentine: il bilancio è di 78 compagni denunciati, 22 perquisiti, 5 arresti e diversi compagni con l’obbligo di firma.
I compagni e le compagne del Coordinamento Anticapitalista Versiliese esprimono tutta la loro solidarietà e complicità con i compagni di Firenze inquisiti: è evidente a nostro avviso il tentativo di criminalizzare quei soggetti che, in questi mesi, sono stati in prima fila nelle lotte contro la demolizione della scuola pubblica, contro la devastazione del territorio e le guerre imperialiste.
Ciò risulta chiaro dai capi di imputazione: occupazione, interruzione di pubblico servizio, danneggiamenti, ecc. che altro non sono che i soliti reati contestati a chi quotidianamente lotta dal basso per il superamento dello stato di cose esistente. È da segnalare inoltre come, rispetto al passato, non venga più contestata ai compagni l’associazione sovversiva (il famigerato 270), bensì la “semplice” associazione a delinquere.
Crediamo che la migliore risposta a chi pensa di intimorirci con le perquisizioni e gli arresti, sia quella di continuare sul cammino della lotta per l’abbattimento del capitalismo e per una reale alternativa di sistema.
MAURIZIO BROTINI
Car* compagn*,
ANDREA MALPEZZI (Segr. Provinciale Firenze Rifondazione Comunista)
DILETTA GASPARO (Coord. Provinciale GC Firenze)
Ogniqualvolta personaggi dell’economia o della politica che contano sono coinvolti in indagini giudiziarie, si scatena regolarmente sui grandi organi di informazione la saga del garantismo a senso unico e gli indagati sono sempre “presunti”: “presunti” corrotti, “presunti” corruttori, “presunti” evasori, ecc. ecc. ecc. …
Nel caso invece dell’operazione che ha portato a 22 ragazzi, fra 80 indagati, ad essere sottoposti a misure cautelari, i grandi organi d’informazione e i soliti benpensanti hanno già emesso la loro sentenza: colpevoli!
Il Partito della Rifondazione Comunista di Firenze ritiene al contrario che proprio in questa occasione vada usato il massimo della prudenza e del garantismo, poiché i reati contestati sarebbero avvenuti in occasione delle grandi manifestazioni contro la riforma Gelmini. Non vorremmo che il governo, che ora lancia una nuovo trasgressione: quella di “accanimento di indagine fiscale”, ne approfitti per scoraggiare ogni futura manifestazione popolare contro la sua linea di tagli indiscriminati alla scuola e all’Università, di annientamento dello stato sociale e dei diritti dei lavoratori.
Dobbiamo stare con i piedi per terra: gli indagati non sono di “terroristi”, ma studenti che hanno manifestato il proprio dissenso e la propria rabbia dovuta all’assenza di prospettive per il futuro che un giovane oggi si trova a vivere.
In quanto poi al fatto che essi siano ai “colpevoli” del degrado cittadini, essi vanno cercati, più che nell’area antagonista e dei centri sociali, nelle stanze del potere economico e politico cittadino che usano la città per i propri (grandi) interessi.
Il coordinamento studentesco livornese e il C.S.A. Godzilla esprimono la massima solidarietà agli studenti fiorentini che questa mattina sono stati colpiti dall’ennesima misura cautelare ingiustificata da parte di
una macchinazione della questura fiorentina, che rappresenta la volontà di far scomparire un movimento studentesco nato ed attivo fin dal 2008.
Mercoledi 04/05, 22 compagni, tra i quali molti del movimento studentesco, sono stati colpiti da misure cautelari, inoltre si parla di altri 80 indagati per fatti riconducibili soprattutto ai momenti di forte opposizione alla riforma universitaria che ha visto partecipi migliaia di studenti durante l’autunno scorso. La macchina repressiva continua a colpire ancora chiunque cerchi di opporsi all’andamento del sistema che appesantisce le nostre vite, tagliandoci futuro e prospettive.
Come collettivo esprimiamo massima solidarietà ai compagni assurdamente accusati. L’ennesima intimidazione, l’ennesima repressione. Se coltivare e promuovere antagonismo nei confronti delle incombenti riforme, acqua, scuola, libertà di espressione, nucleare, giustizia uguale per tutti, significa essere un’associazione a delinquere, allora invitiamo tutti a costituirsi alla questura per dire alle nostre forze dell’ordine, che anche noi facciamo parte di tale associazione, ed è così e solo così che si difende la democrazia.
Come compagni e compagne del Collettivo Universitario Autonomo di Torino esprimiamo la nostra solidarietà ed il nostro sostegno agli studenti fiorentini che questa mattina hanno subito l’intervento della digos, che ha portato all’emissione di 22 misure cautelari, quindi obblighi di firma e arresti domiciliari. La digos ha fatto sia irruzione all’università che perquisito abitazioni, automobili, etc, degli studenti coinvolti nelle indagini. I ragazzi fermati sono quasi tutti studenti incensurati che hanno attraversato le proteste contro la riforma Gelmini creando mobilitazione permanente, costituendo un altro focolaio di protesta universitaria contro il governo Berlusconi, e per questo oggi vengono puniti!
Non siamo nuovi ai teoremi giudiziari che tentano goffamente di affossare i movimenti studenteschi, ma in questo caso leggiamo dall’articolo comparso su La Repubblica che addirittura che “Le misure cautelari sono state eseguite dalla Digos e coordinate dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione (Ucigos). Cinque i giovani agli arresti domiciliari, 17 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. I servizi segreti interni (Aisi) hanno dato un importante contributo alle indagini”, e quello che ci viene da pensare non può essere che, se tanta energia è stata spesa da parte dello Stato significa che gli abbiamo fatto per davvero paura! Quindi il nostro progetto di lotta deve essere quello di continuare, di andare avanti, di non compiere un passo indietro! Dentro i collettivi, le scuole e le università, brucia il fuoco della rivolta di una generazione che rifiuta crisi e precarietà!
Rovesciamo la crisi, scacciamo la repressione.
Solidarietà ai compagni e alle compagne di Firenze!
CANTIERE SOCIALE K100FUEGOS Campi Bisenzio
Esprimiamo tutta la nostra vicinanza a questi compagni con cui abbiamo condiviso numerose mobilitazioni.
Ancora una volta si cerca di criminalizzare il dissenso con un uso spregiudicato dei reati associativi e dei mezzi di informazione.
Ovviamente, come abbiamo sempre sostenuto, la repressione non riguarda solo chi ne viene colpito in prima persona. Per questo la nostra solidarietà va a tutti i compagni colpiti da perquisizioni, obbligo di firma, domiciliari.
Risponderemo a queste intimidazioni come sempre, con ancora più rabbia, più consapevolezza, più determinazione.
Solidarietà ai compagni del Collettivo, solidarietà agli studenti che lottano
Vittorio, Dani, Massi, Luca, Pietro Liberi!
Lista di Cittadinanza PER UN’ALTRA CITTA’ FIRENZE
Sono troppe le cose che non tornano nella “grande operazione” della polizia che ha “sgominato la banda degli anarchici” con grande clamore sui media locali e nazionali.
Prima fra tutte proprio l’enfasi: sembrava che fosse stata individuata e colpita una “centrale del terrore” e poi si scopre che sono stati imbrattati di vernice alcuni bancomat. Evidentemente la spettacolarizzazione fa comodo, per il protagonismo di qualcuno, ma ancora di più per rafforzare una tendenza preoccupante in atto da tempo: la criminalizzazione del dissenso.
Al centro la sciagurata riforma della scuola e dell’università pubblica – quella si da condannare – che ha provocato manifestazioni in tutta Italia da parte di studenti, professori, ricercatori, precari; un continuo aggravarsi della situazione economica e sociale, che provoca inevitabilmente tensioni e conflitti. E come sempre, si sceglie la via della repressione di ogni protesta, e con pazienza degna di miglior causa si costruisce un teorema criminoso, mettendo insieme nel calderone del reato associativo una serie di episodi di minima rilevanza: manifestazione non autorizzata, interruzione di pubblico servizio, occupazione di immobili pubblici (quando le università di tutto il paese sono state occupate per mesi), due petardi e quattro fumogeni.
E’ un gioco purtroppo già visto fin troppo spesso. Tutta la nostra solidarietà a questi “pericolosi criminali” che hanno osato ribellarsi.
USB (unione sindacale di base)
Con grande enfasi la stampa, la radio, la televisione danno risalto all’operazione che avrebbe sgominato “una pericolosa banda di anarchici”, al punto da far pensare che fosse stata individuata una vera e propria “centrale eversiva”…
Ma poi gratta gratta si scopre che le imputazioni dei “presunti” sarebbero quelle di aver imbrattato qualche bancomat e fatto qualche scritta sui muri.
Di fatto si tratta di attivisti studenteschi che sono stati protagonisti delle lotte dell’autunno scorso contro la nefasta riforma Gelmini della scuola.
Ed oggi, come nell’autunno scorso si sceglie da parte del potere politico la via della repressione per cercare di spengere qualsiasi movimento sociale che vada in “direzione ostinata e contraria” al quadro politico e alla finta opposizione presente nel paese.
E’ un film vecchio e già visto, ma è pur sempre un terribile deja vu, per altro a Firenze nell’ultimo decennio non si era mai assistito ad un’operazione “repressiva” di simili dimensioni.
Come USB esprimiamo tutta la nostra solidarietà agli studenti che sono stati protagonisti delle lotte degli ultimi mesi.
Quello che è accaduto a Firenze – arresti, firme, perquisizioni e denunce a carico di ben 78 persone – non è un fatto circoscrivibile all’attività di un collettivo di facoltà, tantomeno a quella di un’area politica in particolare o, ancora, alle vicende interne di una triste città del centro-Italia. Le persone colpite non sono iscrivibili, come vogliono stampa e polizia, a una identità politico-sociale (gli “anarchici” o gli “studenti” in questo caso) e sbaglia di grosso chi, magari pensando di fare un favore agli incriminati, asseconda questa operazione di “profiling”.
In realtà l’operazione giudiziaria riguarda chiunque si sia impegnato nell’ultimo ciclo di lotte a Firenze, a prescindere dall’appartenenza a un collettivo piuttosto che a un altro. Per questo sono i movimenti o meglio tutti coloro che, ovunque siano, si sentono parte delle insorgenze del nostro tempo che devono riconoscere questi compagni e compagne come “cosa loro” e ascriverli con forza alla loro intelligenza e alla loro esistenza, cioè alla loro stessa potenza. Tutti quelli raggiunti oggi dalle grinfie della “giustizia” sono parte di me, di te, di noi. Tutti loro, indistintamente, sono la nostra parte. Perché di questo stiamo parlando e cioè di decine di persone che in questo tempo di rivolte hanno scelto, insieme a migliaia di altri, di scendere insieme in strada piuttosto che continuare a rimuginare solitariamente in qualche social network, di occupare le scuole e le università piuttosto che perdersi nella gestione della protesta, di compiere un gesto di insubordinazione in accordo con il proprio pensiero piuttosto che di limitarsi ad enunciarlo, di far vibrare di rabbia un territorio piuttosto che rinchiudersi a ciarlare tra quattro mura.
Ormai in Italia – e non solo – un qualsiasi sodalizio, la condivisione di una forma di vita, una qualsiasi amicizia che si vuole politica o la semplice circolazione di una sensibilità comune è passibile di essere inquadrata nella dizione “associazione a delinquere”. Guardate infatti gli atti di cui vengono accusati i nostri amici: scritte, blocchi, occupazioni. Nulla di più che le forme naturali di un movimento che voglia incidere nel reale. Nulla di meno che un desiderio collettivo che segue il suo ritmo. Pensateci bene: sono le pratiche di tutti noi. Di tutti noi che abbiamo creduto sia possibile ribellarsi all’intollerabile. Tutto quello che, in questo senso, ha importanza in un movimento, in una lotta o in una rivolta è sempre qualcosa di comune. Allora ai “giustizieri” non resta che criminalizzare i legami, legami tra le persone, tra queste e le loro parole, tra queste e un luogo, tra questo e un movimento e così via. L’accusa di “associazione a delinquere” non è solo un mezzo pseudo-giuridico per poter procedere a degli arresti facili: essa in realtà si configura come la volontà governamentale di criminalizzare ogni comune, ogni vera condivisione, ogni relazione che sfugga all’individualismo attraverso cui si governa il “sociale”. Non esiste un movimento che non si fondi sulla comunanza di idee, parole e gesti. Dalle università ai luoghi di lavoro, dai centri sociali alle mille sperimentazioni collettive che continuano, malgrado tutto, a vivere in questo paese pulsa un comune che è più forte di qualsiasi identità o differenza. Per questo desideriamo essere al fianco dei compagni e delle compagne di Firenze e per questo invitiamo tutti a sentirsi parte insieme a loro, così come loro sono sempre stati parte dei movimenti in cui abbiamo creduto.
Sebbene sia prassi che l’accusa di “associazione” non regga mai alla prova del primo esame, questo non vuol dire che dobbiamo restare passivi, in attesa non si sa di che sviluppi e limitarsi alle parole di prammatica. Comprendere che sono i legami tra le singolarità che si tessono nelle lotte e che tendono a costituirsi in forme di vita ingovernabili a costituire il vero problema della polizia sociale significa comprendere cosa dobbiamo non solo salvaguardare ma rafforzare.
Siamo chiari: non c’è una “lotta alla repressione” che aspetta di essere intrapresa per l’ennesima volta. La solidarietà non è un insieme di parole sempre uguali messe insieme per l’occasione, ma la capacità di risuonare con ciò che ci tocca e che così diviene parte della nostra vita, dei nostri pensieri, delle nostre parole.
È questo l’augurio che facciamo ai compagni di Firenze e che ci facciamo: di continuare a risuonare sempre più intensamente.
LIBERI TUTTI/E !
VOCI DALLA MACCHIA (Pontassieve-FI)
Impeccabile la mannaia repressiva che s’abbatte nuovamente sul movimento, vibrata magistralmente da mani esperte nel far rispettare la loro “legge”, così pregna di buonismo perverso e di un certo senso di vendetta, per aver cercato di “sovvertire” i piani di uno stato fascista e militarizzato.
“Blitz della digos”, “retata di anarchici”. Così le peggiori testate giornalistiche hanno intitolato i loro articoli da prima pagina. Ecco come poche ed insignificanti parole tentano di tracciare un profilo identitario omnicomprensivo, con l’obiettivo di riassumere in una spicciola terminologia accademica la complessità di un movimento, ben più profondo e sfumato.
Giornalmente vengono create macrocategorie e stereotipi. Come se comprimere e riassumere una moltitudine di individui o di idee creasse un perverso senso di “sicurezza” od una vana illusione di maggior “controllo”. Ed ecco che campagne di “etichettatura” colpiscono particolari settori della nostra società, il tutto coadiuvato da vaste operazioni mediatiche. Un immigrato diventa un delinquente, uno scioperante un sovversivo, un precario un fannullone.
Così, in questo scenario di grottesca parodia della realtà, il 4 maggio vengono perquisite le abitazioni di 22 persone facenti parte di varie realtà fiorentine; 5 di questi vengono addirittura arrestati e il resto sottoposti a obbligo di firma. La procura ne identifica 7 come parte di una fantomatica associazione a delinquere, teorema giudiziario utilizzato anche lo scorso mese per giustificare l’arresto dei 5 bolognesi del collettivo Fuori Luogo.
Con un’indagine durata quasi due anni, traboccante di intercettazioni ambientali e gps, riprese video e trascrizioni libere tratte direttamente dai cortei, 78 risultano in totale gli indagati, persone che a questo stato repressivo urlano come noi il desiderio di costruire un società senza catene, libera da ogni sfruttamento o autorità.
I reati contestati riguardano una serie apparentemente eterogenea di fatti compiuti a cavallo tra il 2009 ed il 2010 e si inseriscono all’interno di un ampio e trasversale movimento di insubordinazione sociale ed azione diretta. Manifestazione non autorizzata, interruzione di pubblico servizio, occupazione “abusiva” di edifici, sono solo alcuni dei capi di imputazione attribuiti.
Ciò che loro chiamano reato, per noi è un atto comune ad un contesto di lotta non immobilista e creativo, distante anni luce da quella quiete dimensione della protesta puramente teorica, che silenziosa si autocensura incatenata dal timore di infrangere leggi sempre più oppressive.
Forti del fatto che la nostra solidarietà vada a sommarsi a quella di altre realtà del territorio e non, esprimiamo sostegno a tutte le persone indagate, arrestate, perquisite o sottoposte ad obbligo di firma. Abbiamo lottato con loro e continueremo a farlo, riappropriandoci dei nostri spazi di agibilità, con i nostri metodi e contro ogni forma di repressione.
C.S.A. Godzilla
Il coordinamento studentesco livornese e il C.S.A. Godzilla esprimono la massima solidarietà agli studenti fiorentini che questa mattina sono stati colpiti dall’ennesima misura cautelare ingiustificata da parte di una macchinazione della questura fiorentina, che rappresenta la volontà di far scomparire un movimento studentesco nato ed attivo fin dal 2008.
La repressione torna a colpire gli anarchici e gli studenti come un mese fa e` successo a Bologna.
Gia` tempo fa lo Spazio Liberato 400 Colpi aveva denunciato la scoperta di telecamere nascoste e microfoni nella loro sede. Questa volta anche i servizi segreti si sono mossi per cercare di tagliare le gambe ad un movimeto forte come quello studentesco a Firenze, per colpire gli anarchici piu` attivi, per criminalizzare le lotte e dividere i movimenti tra buoni e cattivi.
Come ogni volta, anche questa azione repressiva arriva in un periodo in cui si scalda la situazione sociale.
Appare chiaro che questa operazione intende rendere meno conflittuale la giornata del 6 maggio, che per il governo e per la Camusso deve restare sul livello della pacificazione sociale, come dimostrato dalle stesse forme di sciopero decise dalla CGIL (4 ore per la maggior parte delle categorie, con cortei provinciali) e dalle recenti posizioni delle RSU delle Officine Bertone, che hanno deciso di accettare senza batter ciglio le stesse forme contrattuali che avevano finto di combattere a Pomigliao e a Mirafiori.
Inoltre Firenze sara’ teatro la prossima settimana di un incontro a cui parteciparanno esponenti dei governi europei, fra cui il ministro Frattini, motivo che sicuramente ha accelerato la repressione nei confronti di quelle persone che si oppongono quotidianamente alla condizione esistente.
Allo Spazio Liberato 400 Colpi, alla Rete dei Collettivi fiorentini e a tutte le compagne e tutti i compagni del movimento studentesco fiorentino, diamo la nostra piu` totale solidarieta` e tutto il nostro sostegno.
La Federazione Anarchica Livornese denuncia l’ennesima operazione contro gli anarchici e gli attivisti impegnati nelle lotte sociali, nelle scuole e nell’università.
La mattina del 4 maggio si conclude l’indagine della Digos di Firenze contro 78 giovani, 5 sono sottoposti agli arresti domiciliari, mentre 17 hanno l’obbligo di firma, il tutto è stato accompagnato da perquisizioni e misure amministrative.
La colpa di questi giovani è di essere stati attivi nelle mobilitazioni di quest’anno, dalla lotta contro le riforme Gelmini, alla lotta contro i centri di espulsione e la repressione, alle lotte a sostegno dei lavoratori.
Mentre il governo italiano invia le truppe in ogni angolo del globo per le proprie guerre imperialiste, con bombardamenti e vittime civili, la Digos di Firenze non trova di meglio che costruire una cervellotica ipotesi di associazione a delinquere per atti non violenti di disobbedienza civile.
Ancora una volta gli anarchici, in prima fila nelle lotte sociali, sono i primi ad essere colpiti dalla repressione dello Stato quando le classi dominanti sono spaventate dalla rivolta popolare: è un copione già visto, alla viglia dell’avvento del fascismo come dopo la Strage di Stato nel 1969 e l’assassinio di Giuseppe Pinelli; dopo gli anarchici toccherà alle altre organizzazioni del movimento operaio e antifasciste.
I rappresentanti dei partiti di governo, quelli che sostengono i bombardamenti in Libia e vogliono sparare agli immigrati, quelli che tagliano i servizi sociali per finanziare le avventure imperialistiche, i responsabili della miseria e della disoccupazione in cui vive la maggioranza del popolo, ipotizzano fantomatici collegamenti con attentati misteriosi.
La Federazione Anarchica Livornese invita tutti coloro che hanno a cuore la libertà e la lotta per l’emancipazione degli sfruttati a mobilitarsi per la scarcerazione dei compagni arrestati e per fermare la manovra repressiva.
La Federazione Anarchica Livornese esprime la propria solidarietà allo Spazio Liberato 400 Colpi, alla Rete dei Collettivi fiorentini e a tutti i compagni colpiti dalla repressione.
Per la commissione di corrispondenza della Federazione Anarchica Livornese
Tiziano Antonelli
Assemblea Permanente Sociologia (La Sapienza, Roma) – Assemblea Studenti Scienze Politiche (Milano) – Aula Flex (Napoli) – BolognaPrendeCasa – C.D.U.P Ingegneria (Napoli) – C.P.O.A Rialzo – C.S.A Asilo Politico – C.S.O.A Spartaco – Collettivo 20 Luglio (Palermo) – Collettivo Accademia In Lotta (Palermo) – Collettivo Architettura Preoccupata (Napoli) – Collettivo Aula R (Pisa) – Collettivo Autorganizzato Universitario (Napoli) – Collettivo Lavori in Corso (Tor Vergata, Roma) – Collettivo No Pasaran (Caserta) – Collettivo Politico Militanz (Cosenza) – Collettivo Politico Scienze Politiche (Firenze) – Collettivo Studentesco Cavese (Cava, Salerno) – Collettivo Studentesco Universtario (Salerno) – Collettivo Studenti in Lotta (Catanzaro) – Collettivo UniRC (Reggio Calabria) – Coordinamento studenti medi bolognesi (Bologna) – Fuj’h Accademia di Belle Arti (Napoli) – Laboratorio Politico aula P2 occupata (Unical, Cosenza) – L.S.A. Assalto (Cosenza) – LINK (Napoli) – Resistenza Universitaria (Roma) – PrendoCasa (Cosenza) – Rete Studenti (Salerno) – Studenti Autorganizzati Campani (Napoli) – Studenti Comunisti (Bologna) – Studenti Federico II (Napoli)
78 indagati, 22 misure cautelari, nello specifico 5 arresti domiciliari e 17 obblighi di firma. È questo il prodotto della retata realizzata il 4 maggio a Firenze. Gli attori sono Digos, Ucigos e AISI, vale a dire tutti gli apparati statali dediti più nello specifico alla repressione. I capi d’imputazione sono diversi e svariati. Il più assurdo è sicuramente quello di “associazione a delinquere”: sminuire il conflitto politico al grado di delinquenza comune è il chiaro segno della volontà delle forze della repressione.
Al centro dell’attacco c’è proprio il conflitto. In una società che si vorrebbe senza tensioni sociali, in cui tutti i soggetti istituzionali ed affini parlano di pace e armonia sociale nonostante viviamo un periodo di durissimo attacco ai diritti, alle condizioni di vita e alle prospettive future, bisogna cercare di mettere a tacere le voci e fermare i corpi di chi parla e pratica il conflitto. Ed allora colpire in primis il movimento studentesco, che è stato capace di mettere in campo durante lo scorso autunno una determinazione ed una radicalità che hanno sorpreso molti in tutta la penisola, ponendosi anche come interlocutore per lotte che trascendono gli angusti confini dei nostri atenei, può diventare una priorità.
Per essere più efficaci e per essere sicuri di riuscire ad isolare hanno preferito agitare quello che ormai è “lo spauracchio” degli anarchici”, sminuendo un’ideologia ed equiparandola a qualcosa di non ben definito, ma di fortemente pericoloso; spauracchio messo in scena dagli organi di stampa, secondo l’ormai noto canovaccio di “Sbatti il mostro in prima pagina”. Sarebbe ben più difficile suscitare un sentimento di condanna se si parlasse di giovani e giovanissimi, fra cui ci sono, ovviamente, sia anarchici che non, per lo più studenti, e se si esponessero le ragioni, le motivazioni profonde, che hanno fatto sì che per mesi, giorno dopo giorno, fossimo nelle strade e nelle piazze per contrastare la “riforma Gelmini”, il paradigma del “piano Marchionne”, la privatizzazione dell’acqua, la distruzione del welfare. In quei mesi, nelle aule universitarie e in qualunque luogo ci siamo incontrati, abbiamo provato ad immaginare traiettorie diverse, un futuro che fosse altro da quello che ci vorrebbero cucire addosso. E abbiamo provato a mettere in pratica ciò che ci dicevamo, ciò che veniva fuori dai tanti momenti di confronto e anche di scontro che abbiamo avuto l’intelligenza e la fortuna di coltivare. Con quest’operazione repressiva si vorrebbe negare la più intima essenza di tutto ciò: si colpisce a Firenze, ma il colpo è avvertito da ognuno di noi, nelle nostre lotte e nelle nostre città.
Solidarietà alle compagne e ai compagni di Firenze!
No alla criminalizzazione delle lotte studentesche e dei movimenti sociali!
-RETE ANTIFASCISTA PARMIGIANA:
Viviamo in tempi luminosi e splendenti, tra negozi e centri commerciali, dove regna il dio denaro che sovrasta tutto e tutti, compresa la nostra felicità, la nostra salute, la nostra vita.
Subiamo continuamente da anni riforme e privatizzazioni che lasciano al libero mercato i servizi essenziali che lo stato ci dovrebbe fornire, un revisionismo storico dilagante che legittima gruppi neo nazisti e xenofobi, provvedimenti che limitano sempre di più la nostra libertà in nome della sicurezza.
Nessuno dice niente, tutto corre, tutto finisce in un mare d’apatia e relativismo.
Ma esistono ancora poche realtà che ancora lottano, che si oppongono a tutto questo, come i compagni di Firenze arrestati.
All’alba di mercoledì 4 maggio 22 ragazzi sono stati svegliati dalle forze dell’ordine e arrestati nelle loro case e nei luoghi dove la lotta per un mondo migliore prende forma nella quotidianità degli spazi sociali.
L’indagine complessiva riguarda 78 compagni, 17 di loro hanno ricevuto obblighi di firma, mentre 5 stanno subendo gli arresti domiciliari.
Un compagno agli arresti domiciliari residente in un appartamento in cui si trova completamente solo, ed in cui non può ricevere nessuno, ha chiesto di essere trasferito nella casa della madre ed a oggi non ha ricevuto ancora nessuna risposta.
I reati contestati vanno dalla resistenza a pubblico ufficiale, fino all’interruzione di pubblico servizio. Reati non gravi ma che messi sotto il cappello dell’associazione a delinquere hanno legittimato gli arresti domiciliari.
Questo proforma è stato gia usato per gli arresti effettuati a Bologna per i compagni del circolo anarchico Fuori Luogo.
Da subito si è inoltre scatenata la solita campagna mediatica dove giornali e tv li hanno subito definiti come pericolosi sovversiva e delinquenti, quando questi compagni sono studenti che lottano tutti i giorni contro privatizzazioni, abusi di potere e repressione, contro chi ci sfrutta ogni giorno nei posti di lavoro, contro la precarietà che non da nessuna certezza al nostro futuro, contro guerre e ingiustizie che ogni giorno continuano nel mondo e in cui la democratica Italia è in prima fila fornendo armi, basi e finanze.
Come loro anche noi non chiudiamo gli occhi di fronte a tutto questo, non ci gireremo dall’altra parte come tutti i benpensanti di questa città.
Ma lo sappiamo bene presto verranno a trovare anche noi. Ma lo sappiamo bene Digos e Questura faranno volentieri contenti il nostro amato Sindaco e il Ministro Maroni.
Mentre prepariamo questo comunicato arriva la notizia dell’ennesimo sgombero di uno spazio sociale, il Guernica di Modena, ma si può ricordare ancora quello di una settimana fa al Boccaccio di Monza.
Noi non ci arrenderemo mai di fronte a questo stato di polizia, non accetteremo mai che la lotta politica venga criminalizzata in questo modo.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai compagni arrestati.
VITTORIO DANI MASSI LUCA PIETRO SUBITO LIBERI