All’alba del 25 maggio, un’altra azione repressiva è stata condotta ai danni del movimento studentesco, che si è visto protagonista nelle lotte dello scorso autunno. Padova: alle 6.45, uomini in divisa hanno fatto irruzione nelle case di sei studenti, in alcuni casi anche senza mandato, e li hanno portati in questura. Gli è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare che prevede l’obbligo di dimora nel comune di residenza e il divieto di uscire di casa da mezzanotte alle sette del mattino, nonchè l’obbligo di firma 3 volte alla settimana e in più l’allontanamento a tempo indeterminato dalla città di Padova. Purtroppo si tratta di un déjà vu: in tutta Italia, da Roma a Napoli, da Bologna a Torino fino a Firenze, si sta dispiegando un disegno giudiziario repressivo volto a minare e scoraggiare un movimento che ha dato del filo da torcere in occasione della mobilitazione di questo autunno e che continua ogni giorno le sue lotte. Inutile dire che è la libertà stessa di manifestare dissenso, di espressione, ad essere messa in pericolo. I castelli giudiziari costruiti ad arte sono i più vari, dall’accusa di associazione a delinquere ad associazione eversiva: un attacco unitario ingiusto e calcolato, volto a dare un messaggio mediatico all’opinione pubblica e un messaggio intimidatorio a tutti coloro che erano nelle piazze, nei cortei, a manifestare, a bloccare il traffico. Perché nonostante siano stati scelti accuratamente determinati obiettivi, con la speranza di frammentare il movimento, di fatto c’è stata la volontà di colpire non solo gli studenti in quanto tali, ma chiunque oggi si voglia opporre con mobilitazioni di massa, cortei, occupazioni ed autogestione di spazi di socialità e lotta. Azioni compiute da migliaia di persone vengono criminalizzate e strumentalizzate per innalzare ulteriormente il livello repressivo e chiudere ogni spazio di agibilità politica a tutti coloro che vogliono lottare in maniera autorganizzata, al di fuori dei binari istituzionali, per rivendicare i propri diritti di fronte alle spregiudicate politiche governative nell’ambito dell’istruzione pubblica, del lavoro, ambiente.
Con questo esprimiamo la nostra solidarietà agli studenti di Padova, e ribadiamo che niente di tutto ciò fermerà le nostre lotte.
Liberi tutt*!
collettivo politico * scienze politiche
#1 di E. Keith Owens il 3 Luglio 2011 - 08:36
20 Novembre assemblea nazionale alla Sapienza come creare un movimento di opposizione alla crisi? Una assemblea evidentemente non di movimento in quanto siamo ben lungi dalla alta marea della Onda nella quale eravamo immersi esattamente un anno fa ma comunque con una buona partecipazione soprattutto di studenti universitari..Il merito di questa prima assemblea A stato quello di aver cercato di dare una spinta in avanti alle mobilitazioni di studenti e studentesse presenti sul territorio italiano costruendo un primo momento di confronto nazionale sul Ddl Gelmini e delineando una buona agenda di mobilitazioni locali e nazionali con la obiettivo di rilanciare le lotte anche nei mesi successivi le vacanze natalizie..Seppur con questo lato positivo pensiamo che la assemblea non sia riuscita a coagulare alcune diversitA di veduta per arrivare ad una analisi condivisa e che soprattutto non sia stata in grado di produrre una piattaforma rivendicativa alla altezza della sfida che la crisi economica ci pone davanti..La riforma Gelmini che a febbraio sarA in discussione in parlamento A la quarta riforma organica delluniversitA in ventanni. Il documento finale ci sembra troppo appiattito su questioni riguardanti la universitA e la ricerca non riuscendo di fatto ad ampliare le rivendicazioni con la intento di unire gli studenti e i lavoratori della formazione a tutti i lavoratori e a tutte le lotte che in questi mesi si stanno esprimendo in maniera sempre piA dinamica ed interessante in tutto il paese..Ad un anno dal movimento dellOnda dovremmo tutti essere consapevoli che il non aver saputo costruire delle vere relazioni a seppur fortemente invocate a col mondo del lavoro ha rappresentato un limite enorme per uno dei movimenti studenteschi piA grandi della storia italiana..LOnda non ha realmente saputo collegare le proprie rivendicazioni a quelle degli altri settori sociali senza riuscire di fatto a mettere in crisi la produzione di questo paese laddove invece il movimento studentesco francese ha trovato il suo maggiore punto di forza proprio nella unione delle lotte studentesche con le resistenze dei lavoratori e delle lavoratrici costringendo cosA il governo a ritirare i disegni di legge sulla precarietA lavorativa..Siamo consapevoli oggi che per ottenere il ritiro del DDL Gelmini e per invertire la tendenza che vede nella scuola e nella universitA pubblica il salvadanaio da cui tagliare per salvare banche per finanziare le spese militari o inutili grandi opere dobbiamo connettere le nostre rivendicazioni a quelle dei lavoratori e delle lavoratrici precari e della formazione ma anche di quelli in cassa integrazione e delle fabbriche in lotta..Siamo consapevoli di un fatto i giovani oggi non hanno fra le proprie prospettive quella di un lavoro stabile e garantito.
#2 di Barbara il 28 Maggio 2011 - 19:56
Firmate la petizione per richiedere l’annullamento immediato delle misure restrittive della libertà personale nei confronti di sei attivisti del movimento padovano: http://www.globalproject.info/it/petitions/10/preview/Ancora-un-teorema-contro-le-lotte-sociali