11 AGOSTO: FIRENZE ROSSA E PARTIGIANA


L’11 agosto è l’anniversario della Liberazione di Firenze dal nazifascismo.

Firenze fu liberata dai partigiani che quel giorno vi entrarono armi in pugno accolti da un popolo in festa pronto ad abbracciarli come figli.

Firenze fu liberata dalle Brigate Garibaldine e da tutti quei giovani che decisero di arruolarvisi, dai chi combatté in città come i gappisti o le SAP, ma anche da tutti coloro che davano sostegno e supporto alla loro azione come le staffette, i contadini che offrivano loro cibo e riparo, gli operai che nelle fabbriche sabotavano l’economia di guerra.

Questo è e deve essere l’11 agosto per Firenze: non ci interessano posizioni equilibrate o ancor meno il silenzio di fronte al vergognoso appuntamento lanciato dai fascisti di Casaggì. Il silenzio più pesante è certamente quello delle istituzioni cittadine che autorizzando iniziative di questo tipo se ne rendono complici, concedendo ai fascisti spazi tali di agibilità politica che addirittura radio, ormai solo sedicenti di sinistra, arrivano a mandare in onda le loro interviste. Andare a Trespiano a ricordare i franchi tiratori va addirittura oltre il tentativo di riscrivere la storia.

I franchi tiratori non furono una milizia combattente che si oppose ai partigiani e all’esercito alleato come Casaggì afferma, e ci sembra strano che siano riusciti a sparare addirittura all’esercito americano che in Firenze non è mai entrato! Ci sembra invece giusto ricordare i franchi tiratori per quello che realmente furono: un manipolo di infami assassini prezzolati che dalle finestre e dai tetti ha sparato e ucciso civili inermi e disarmati con il fine di terrorizzare la popolazione. La dice lunga il fatto che su richiesta dei partigiani furono proprio i fiorentini a lasciare le porte dei propri condomini aperte durante i rastrellamenti per permettere loro di catturali e successivamente giustiziarli. Tantomeno è accettabile scivolare sull’equiparazione tra repubblichini e partigiani: i primi la guerra l’avevano voluta e continuavano a difendere un sistema di oppressione e sfruttamento, mentre gli altri si erano organizzati clandestinamente perché la guerra finisse prima e perché dalla ceneri del fascismo nascesse una società nuova.

Invitiamo quindi tutti gli antifascisti ad una mobilitazione capace di combattere l’indifferenza e il qualunquismo che ormai pervadono anche ambienti che fino a ieri, almeno su temi come quello della Resistenza, sembrava avessero sviluppato gli anticorpi necessari.

Che venga da destra o da “sinistra” la tanto decantata “pacificazione nazionale” non è affar nostro. In nome di una falsa “memoria condivisa” vorrebbero relegare la storia della nostra città a momenti puramente commemorativi come se la storia stessa si fosse fermata quel giorno, come se le ideologie di allora e gli schieramenti che allora si affrontarono non fossero più cosa dei giorni nostri. Come se oggi sfruttati e sfruttatori non esistessero più, come se oggi la guerra, ammesso che la si chiami così, fosse un male necessario per “insegnare” ad altri popoli cosa sia la civiltà. Niente di più falso e nello stesso tempo di più funzionale a chi oggi detiene il potere, sfrutta e bombarda privandoci della nostra storia, quella scritta da chi come noi era lavoratore e non era disposto ad accettare passivamente la condizione di sfruttato, ma esigeva un riscatto, il suo e quello della propria classe.

Proprio in questi mesi e in questi giorni, mentre padroni e governanti, tessono le fila di manovre “lacrime e sangue” e utilizzano i loro mezzi di persuasione di massa (informazione, guerra e repressione) per convincerci della loro necessità, la lotta di classe mostra ancora una volta tutta la sua attualità e con essa la lotta antifascista contro chi di questo sistema è un gendarme in camicia nera.

 

 

Firenze Antifascista

 


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