In questi giorni sono state notificate alcune denunce da parte della questura di Firenze contro gli studenti che il 16 Gennaio si erano mobilitati per contestare la seduta del senato accademico che avrebbe approvato l’ ingresso dei privati nel Consiglio di Amministrazione d’ Ateneo.
Resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale sono i reati di cui sono accusati ben nove studenti fiorentini, colpevoli di aver espresso ancora un forte dissenso verso tutto quello che ci viene imposto dai poteri forti con la scusa dello “stato emergenziale”.
A queste accuse non possiamo che rispondere ribadendo le nostre rivendicazioni: siamo contrari al processo di aziendalizzazione di scuola e università, volto ad assoggettare quello che dovrebbe essere un luogo di elaborazione di sapere e coscienza critica a interessi e logiche privatistiche.
Infatti, nel nostro ateneo, dei tre nuovi membri privati eletti dal senato accademico proprio il 16 Gennaio due fanno parte di Confindustria: essi rappresentano perciò l’espressione diretta degli interessi del capitale privato italiano. Questo cosa comporta?
Ricerca sempre più succube delle esigenze aziendali, “razionalizzazione” di ciò che è ritenuto improduttivo (ovvero il taglio di offerta formativa a livello quantitativo e qualitativo) e maggiore selettività in base a principi elitari e classisti, come la tanto decantata meritocrazia, sono solo alcuni aspetti connaturati alla strutturazione attuale del comparto formativo.
Negli anni la risposta degli studenti in mobilitazione è stata forte e determinata, di massa e solidale anche con chi ha visto e continua a vedere i propri diritti calpestati in nome del profitto di pochi.
Le classi subalterne composte da lavoratori immigrati e non, disoccupati e precari sono coloro che più di tutti stanno pagando una crisi generata dagli stessi meccanismi intrinseci a questo sistema economico; e nel momento in cui si è provato ad alzare la testa la repressione dello stato non si è fatta attendere. In tutta Italia sono decine e decine i processi a carico di coloro che hanno partecipato e sostenuto le mobilitazioni studentesche e non, accusati dei reati più disparati: da quelli associativi a quelli di origine fascista (vedi devastazione e saccheggio istituito dal Codice Rocco). Ne sono esempio il processo a 86 compagni del movimento fiorentino, quello a compagni di Milano per le mobilitazioni dell’Onda, quello ai NoTav e le scandalose condanne per il G8 di Genova e le manifestazioni del 14 dicembre 2010 e 15 ottobre 2011. Insomma, per chi si organizza e lotta ci sono denunce, misure cautelari, processi e condanne con pene detentive, fino ad arrivare a veri e propri ergastoli pecuniari in alcuni casi.
A nostro avviso sembra ormai palese che tutte le rivendicazioni e le istanze portate dal basso ricevano come unica risposta una chiusura totale da parte di una classe dirigente reazionaria sempre pronta a usare il bastone per imporre i “sacrifici necessari” a riparare le falle di questo sistema in crisi.
Per tutto questo e anche in vista del 3 maggio, giorno dell’udienza di primo grado ai compagn* imputati nel processo 4 maggio e 13 giugno, invitiamo tutti e tutte a partecipare a un’iniziativa studentesca il 23 APRILE (a breve gli aggiornamenti!)
AI LORO SACRIFICI OPPONIAMO LA LOTTA.
AL LORO PROFITTO OPPONIAMO L’AUTORGANIZZAZIONE.
ALLA LORO REPRESSIONE OPPONIAMO LA SOLIDARIETA’!
Collettivo Politico di Scienze Politiche, Collettivo d’Agraria, Collettivo Scientifico Autorganizzato, Collettivo studentesco rivoluzionario, Rete degli studenti medi fiorentini.