Pagheremo caro, pagheremo Tutto! Approvata la riforma delle tasse.


Alla fine passò!

Nonostante i reiterati sforzi del movimento studentesco il c.d.a. di ateneo ha votato a maggioranza la nuova riforma sulle tasse, anche, doverosa precisazione, grazie al voto favorevole del rappresentate di lista aperta che si era dichiarata contraria; alcune astensioni non sono servite a bloccare l'approvazione, e la tanto auspicata interruzione forzosa della seduta non è riuscita, vuoi per la presenza delle forze dell'ordine, vuoi per la poca determinazione dei presenti.

Il rettore ha voluto a tutti i costi approvare la revisione delle fasce, tanto che precipitosamente la discussione è stata spostata al primo punto dell'ordine del giorno, il dibattito è stato lungo (dicono), ma ciò non è servito a convincere i presenti al voto contrario (impresa alquanto difficile dato che con quei soldi ci ripianano il bilancio!). A votazione avvenuta, dopo un po' di sconforto e qualche polemica, il presidio si è spostato per bloccare il traffico di via Cavour: qualche coro, una assemblea improvvisata, una delegazione che entra in rettorato per incontrare il “Magnifico” (?), che promette aleatorio incontro pubblico con gli studenti per spiegare le sue motivazioni, senza precisare né giorno né luogo di tale, fantomatico, incontro.

La rabbia per l'inefficacia di un percorso lungo e partecipato (il giusto) contro l'aumento delle tasse, si sfogava in interventi sentiti e in polemiche interne che non voglio affrontare in questa sede, un pezzo di presidio decide di tornare a casa, altri continuano, intervengono a mensa in san gallo e scrivono un documento sull'accaduto… la lotta continua!?!

L'episodio è l'ennesimo esempio di quanto possano contare le rappresentanze studentesche, sistematicamente legittimate nella loro inefficacia dai baroni dell'ateneo per sopire la partecipazione degli studenti alla vita dell'istituzione che li dovrebbe avere al primo posto dei suoi interessi…. oggi lo studente non è altro che uno stupido utente, un consumatore nel mercato dell'offerta formativa e come tale deve essere trattato, illuso di un futuro che probabilmente non vedrà mai, poiché le uniche prospettive che ci vengono presentate si chiamano tutte con il nome di precarietà. Altro che coscienza critica, stimolo della ricerca, creatività, da noi si pretende efficienza e accondiscendenza, silenzio in cambio di un pezzo di carta che ti guiderà quasi necessariamente all'esilio forzato in un paese che almeno qualcosa ti offre.

Per un'università libera e di massa, che sia un diritto garantito e non una merce in riposizionamento nel mercato del lusso…. Per il diritto allo studio, garantito per tutti, indifferentemente dalla loro classe; contro l'università classista che riproduce le disuguaglianze sociali.

  1. #1 di XRumakTheBest il 23 Novembre 2007 - 10:32

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