Il 25 giugno
2008, su proposta del Ministro del Tesoro On. Tremonti, il Consiglio
dei Ministri approva il Decreto Legge n. 112 (DL 112)
concernente:Disposizioni
urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la
competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la
perequazione tributaria . Il
6 agosto 2008, il Parlamento approva in via definitiva il DL 112 che
viene pubblicato Il 21 agosto 2008 e diventa legge (133).
Più
facile approvare una manovra finanziaria durante l’estate che non a
novembre, con i riflettori puntati, come previsto nel nostro
ordinamento.
Ma che cosa
comporta?
-
Possibilità
delle università di trasformarsi in fondazioni:
Art.16:
“.. le
Università pubbliche possono deliberare la propria
trasformazione in fondazioni di diritto privato. La delibera di
trasformazione e’ adottata dal Senato accademico a maggioranza
assoluta ed e’
approvata con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università
e della ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle
finanze.” (comma 1)
“..
Lo statuto può prevedere l’ingresso nella fondazione
universitaria di nuovi soggetti, pubblici o privati.”
(comma 6)
Quindi le
università si trasformerebbero da enti pubblici in
organizzazioni in cui il privato diventa il principale finanziatore.
Quali
potrebbero essere questi finanziatori? Chi potrebbe avere capitali a
sufficienza? E perché dovrebbero avere interesse a
finanziarci?
È
chiaro che finanzierebbe solo chi dispone di grandi capitali (come
marchi farmaceutici, industrie militari, banche) e chi può
avere interesse a una ricerca che abbia un immediato o indiretto
ritorno economico; potrebbero essere così indeboliti o
addirittura scomparire altri ambiti disciplinari non altrettanto
produttivi.
In questo
modo viene sancito il legame a doppio filo tra la didattica e il
mercato, con le sue esigenze e le sue logiche economiche (e le sue
crisi!).
E questa
importante scelta dipenderebbe solo da una votazione avvenuta
unicamente in sede di Senato Accademico, dove ben sappiamo che la
rappresentanza studentesca è fortemente simbolica (3 studenti
su 20 componenti)!!!
E chi
gestirebbe la fondazione?
“ Le
fondazioni universitarie hanno autonomia gestionale, organizzativa e
contabile” (comma 8)
La lagge non
esplicita quali saranno e come saranno composti gli organi gestionali
e di governo.
“La
gestione economico-finanziaria delle fondazioni universitarie
assicura l’equilibrio di bilancio. Il bilancio viene redatto con
periodicità annuale.
Resta fermo
il sistema di finanziamento pubblico;
a tal fine, costituisce elemento di valutazione, a fini perequativi,
l’entità dei finanziamenti privati di ciascuna fondazione.”
(comma 9)
La
legge non è affatto chiara. Che vuol dire?Saranno previsti
maggiori finanziamenti
pubblici
alle Università con minori finanziamenti privati o il
contrario?
Come
convive il finanziamento pubblico con l’assetto privatistico della
fondazione?
Con
questo provvedimento è probabile che si generi una dinamica di
competitività fra atenei, facoltà e corsi di laurea per
accaparrarsi capitali e iscritti. Questo a discapito della qualità,
della libertà e indipendenza dell’apprendimento,
dell’insegnamento e della ricerca e con l’inevitabile conseguenza
di favorire lo sviluppo di poli di eccellenza e svantaggiarne altri,
creando Atenei di seria A e serie B.
Ci
sembra evidente che la chiara scelta politica, cominciata da circa un
ventennio, di sviluppare processi di privatizzazione si nasconda
dietro un’immagine della gestione privata come garanzia di
efficienza, qualità e trasparenza, mentre la realtà ci
sta dimostrando il contrario.
-
Taglio
del finanziamento pubblico
Capo II.
Contenimento della spesa
per il pubblico impiego
Art. 65:
“l’autorizzazione
legislativa … concernente il fondo per il finanziamento ordinario
delle università, e’ ridotta di 63,5 milioni di euro per
l’anno 2009, di 190 milioni di euro per l’anno 2010, di 316 milioni
di euro per l’anno 2011, di 417 milioni di euro per l’anno 2012 e di
455 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013.” (comma 13)
Quindi in 5
anni ci sarà una riduzione del finanziamento pubblico di 1
miliardo e 441,5 milioni di euro.
Come
sopravvivere?
Privatizzando,
come abbiamo visto, e aumentando ulteriormente le tasse
universitarie.
Prima di
questa legge l’università non poteva incassare un ammontare
di contribuzioni studentesche superiore al 20% del totale del fondo
per il finanziamento ordinario. Ora questo limite non esiste più
e le tasse saranno libere di aumentare senza controllo.
A quante
migliaia di euro ammonteranno?
E il diritto
allo studio??che ne resta?
L’aumento
delle tasse porterà a escludere ulteriormente fasce sociali
più deboli, a aumentare la polarizzazione sociale, acutizzando
la selezione di classe e lasciando solo a pochi la possibilità
di accedere al sistema formativo .
-
Blocco
del Turn over
Art.
66.
“Per gli
anni 2010 e 2011, le amministrazioni .. possono procedere, per
ciascun anno, previo effettivo svolgimento delle procedure di
mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel
limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente
ad una spesa pari al 20 per cento di quella relativa al personale
cessato nell’anno precedente. In
ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non
può eccedere, per ciascun anno, il 20 per cento delle unità
cessate nell’anno precedente.”
In parole
povere se vanno in pensione 5 professori potrà essere assunto
solo un nuovo docente.
Tale
riduzione comporterà minore qualità nella didattica e
nella ricerca e bloccherà la possibilità di aver un
percorso professionale dignitoso e riconosciuto, scoraggiando come
sempre i più giovani.
Si
tratta dell’ultimo atto di un lungo processo cominciato a partire
dal 1989 con l’autonomia finanziaria e portata avanti dalle
progressive riforme.
La
portata di questo provvedimento è maggiore degli specifici
punti esaminati poiché il sistema educativo è centrale
in una società.
Da
qui passa: la stratificazione sociale, la conoscenza, la preparazione
culturale, la coscienza politica, la partecipazione critica, la
memoria storica.
La
privatizzazione e lo smantellamento dello Stato sociale è una
precisa scelta politica, visto che non mancano i soldi per salvare
banche e compagnie aeree, gestite in maniera fallimentare da manager
che lasciano l’incarico con milioni di euro di buono uscita, mentre
mancano per mantenere posti di lavoro e sostenere il sistema
educativo dando la possibilità a tutti di accedervi.
SONO
SCELTE POLITICHE PESANTI E FORZATE CHE NON POSSONO AVERE CHE RISPOSTE
POLITCHE FORTI E CORAGGIOSE!!!!