CORTEO STUDENTESCO


ORE 14:00 >> MARTEDI 7 DICEMBRE

CONCENTRAMENTO PIAZZA BAMBINI E BAMBINE DI BESLAN

Nell’ultimo periodo siamo scesi in piazza contro il ddl 1905, che si configura come l’ultimo tassello dell’attacco al diritto allo studio e al mondo formativo,  nel suo complesso.

La discussione parlamentare di questo ddl, anche grazie alla forte instabilità del governo, è slittata ai giorni successivi al 14 dicembre, giorno in cui si voterà la fiducia.

Ma questo non deve affievolire la nostra lotta!

Se siamo riusciti ad arginare, creando un’opposizione sociale REALE e non solo simbolica,  l’attuale attacco al diritto allo studio, non possiamo al contempo dichiararci vincitori. I tagli al FFO Universitario, alla scuola pubblica ed agli enti di sostegno agli studenti con difficoltà economiche rappresentano solo un aspetto dell’opera complessiva di abbandono della spesa pubblica con fini sociali. Se a ciò affianchiamo l’arretramento concertato dei livelli contrattuali nel lavoro pubblico e nel lavoro privato, il quadro si fa più chiaro. L’obiettivo storico che ha accomunato con discreti successi (purtroppo) padronato e governi di centrodesra e centrosinistra è l’abbassamento sistematico del salario sociale.

Lo strumento principale con il quale questo attacco viene portato generalmente in tutta Europa, ha un nome: Patto di stabilità e crescita. Subordinando persino la sfiducia al governo Berlusconi alla firma della legge di stabilità (leggi finanziaria), l’unione europea impone l’assoluta dipendenza della politica economica nazionale  ai bisogni delle grandi multinazionali e dei grandi gruppi finanziari sovranazionali. Probabilmente infatti, il 15 dicembre le istituzioni comunitarie chiederanno al governo italiano un piano di tagli alla spesa pubblica per riportare il debito pubblico entro limiti “accettabili”. Ma accettabili da chi? Non certo dai lavoratori e dagli studenti, che pagheranno con un’altra cura “lacrime e sangue”, venduta in nome del “bene nazionale”, la protezione dell’euro dagli attacchi speculativi made in USA, con l’unico scopo di sostenere la competitività del blocco economico europeo, cioè i profitti delle grandi aziende (in particolare quelle tedesche).

Alla luce di questo, dinanzi a noi vediamo due modi per uscire dalla crisi: quello propagandato dai vari media nazionali ed internazionali, che ci spinge all’accettazione supina delle politiche neoliberiste e ad inscenare una guerra tra poveri per la spartizione di qualche spicciolo (studenti contro lavoratori, immigrati contro italiani, precari contro strutturati). Oppure quello di riconoscere nella “politica dei sacrifici” e nei proclami alla “austerità” un paravento ideologico con cui il capitalismo scarica sulle classi subalterne il prezzo della sua stessa crisi, e reagire di conseguenza.

Per noi studenti quindi la scelta è obbligata: dobbiamo inserire il singolo ddl Gelmini in questo quadro e costruire quei legami sociali (con i lavoratori e gli immigrati) per difendere il salario sociale e costruire una società più giusta. Il voto al senato della legge di stabilità è qualcosa che riguarda noi tutti. Quel giorno scendiamo in piazza uniti, dimostrando che l’unica opposizione esistente sta nelle nostre lotte dal basso.

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