Domani, alle 18 a Novoli, saremo in assemblea con i lavoratori del censimento di Firenze.
Al fianco dei lavoratori IN LOTTA!
Di seguito il volantino diffuso dai lavoratori:
-A tutti i lavoratori del censimento sia esterni che dipendenti del Comune
-Alla stampa cittadina
-Ai gruppi consiliari
Nozze co’ fichi secchi
I fichi secchi siamo noi lavoratori del 15 censimento generale della popolazione, le nozze quelle che tra un’apparizione televisiva e l’altra il presidente dell’Istat Giovannini e a cascata tutte le Amministrazioni Comunali sono già certi di aver celebrato sulla nostra pelle. Con modalità oscure, che non tengono minimamente conto della quantità di ore/lavoro necessarie per espletare le operazioni di censimento, l’ISTAT ha predeterminato sia i costi che la tempistica del trasferimento dei soldi ai Comuni. Partendo da questa anomalia di fondo i Comuni si sono sbizzarriti nel determinare forme contrattuali, compensi e tempi di pagamento per i rilevatori e i coordinatori sui quali grava la maggior parte del lavoro per il Censimento. Il risultato di questa creatività è che è impossibile trovare analoghe condizioni contrattuali nemmeno tra due comuni sugli 8092 Comuni Italiani.
A Bologna ( forse unico Comune che ha fatto questa scelta) si è scelto di fare contratti a tempo determinato inquadrando i rilevatori in cat.C1 con paga mensile di euro 1621,17 e questa è la scelta che garantisce le migliori condizioni di lavoro e retributive.
A Firenze si è invece scelto di fare contratti di collaborazione e i relativi compensi invece che sulle ore di lavoro effettuate sono determinati da una forma di cottimo che prevede anche attività da svolgere gratis. I tempi del pagamento non avvengono con cadenza mensile e nemmeno alla fine della prestazione ma vengono subordinati alla completa liquidazione dei contributi da parte dell’ISTAT ( nel 2013).[…]
Questi contratti presentano diversi profili di illegittimità: in particolare riguardo al requisito della occasionalità della prestazione quando questa si protrae per più di 30 giorni e alla clausola relativa al compenso, sottoposto a condizione futura e incerta, tale da trasformarlo in un evento aleatorio. Altrettanto bizzarra è la scelta di prevedere la stessa forma di cottimo anche per i dipendenti comunali che stanno lavorando al censimento come rilevatori o coordinatori.
L’attività censuaria rientra tra i compiti istituzionali dell’Ente e il trattamento retributivo dei lavoratori interessati è regolato dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, in particolare dall’art.14 del CCNL 1/4/ 1999 e dagli artt. 38 39 del CCNL 14/9/ 2000 .
I Comuni non hanno alcuna autonomia regolativa in materia di trattamento economico: ne consegue che l’unica forma legittima di compenso è quella prevista dal CCNL per lo straordinario. Quello che il comune di Firenze ha previsto ( prestazione resa al di fuori dell’orario di lavoro che non dà diritto a lavoro straordinario o riposo compensativo) è un “ tertium genus” non previsto da nessuna norma contrattuale , quindi illegittimo ed impugnabile. In proposito è bene ricordare che in caso di compensi inferiori al costo del lavoro straordinario, il dipendente potrà in ogni momento richiedere la corresponsione della differenza (tale situazione non può comunque essere fonte di espresse rinunce da parte dei lavoratori quindi anche la ciofega di contratto che ci hanno fatto firmare lascia il tempo che trova…..);
La stessa rendicontazione che il comune deve rendere all’ ISTAT alla fine delle operazioni censuarie prevede il conteggio del tempo di lavoro e dell’eventuale lavoro straordinario, delle retribuzioni lorde e degli oneri a carico del datore di lavoro, non sono previste altre voci che possono ricomprendere forme di retribuzione spuria come il cottimo a cui invece il Comune ci ha sottoposto.
Oltretutto questa scelta rischia anche di procurare un ulteriore danno oltre che ai lavoratori direttamente interessati al censimento anche a tutti i dipendenti del Comune di Firenze.
Con la recente deliberazione n. 291/2011/PAR della Corte dei Conti, Sezione Regionale di Controllo per la Toscana, i giudici toscani, chiamati a chiarire (su un quesito posto dal Comune di Empoli) se alcuni incentivi destinati al personale dipendente soggiacessero ai limiti stabiliti dall’art. 9, comma 2 bis, del D.L. n. 78/2010, convertito dalla Legge n. 122/2010 ovvero “A decorrere dal 1° gennaio 2011 e sino al 31 dicembre 2013 l’ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale, anche a livello dirigenziale, di ciascuna delle amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 20 marzo 2001, n. 165, non può superare il corrispondente importo dell’anno 2010 ed è, comunque, automaticamente ridotto in misura proporzionale alla riduzione del personale in servizio” sono giunti alla conclusione che le risorse assegnate dall’Istat per le attività di rilevazione, devono essere incluse ai fini del concorso alla definizione del tetto di spesa previsto dal citato art. 9, comma 2 bis, D.L. n. 78/2010 convertito nella Legge n. 122/2010.
Se tale orientamento non verrà modificato da un nuovo parere di altra sezione regionale (sempre della Corte dei Conti) i Comuni interessati, ovvero tutti quelli che non hanno optato per il pagamento dello straordinario per i propri dipendenti, saranno costretti a tener conto di tali importi e, conseguentemente, dovranno ridurre il fondo per la produttività di analogo valore. In sostanza vuol dire che i dipendenti potrebbero essere “beffati” poiché i maggiori compensi attribuitigli per il censimento potrebbero determinare la riduzione della produttività individuale e/o collettiva di analogo importo. Oppure si potrebbe aprire, in sede di “CCDI”, una “guerra tra poveri” (dipendenti comunali) stante la necessità ineludibile di rispettare il richiamato art. 9, comma 2 bis, D.L. n. 78/2010 convertito nella Legge n. 122/2010.
Tutti i Comuni che hanno invece deciso di attribuire le risorse Istat per il Censimento con il compenso per lavoro straordinario, non subiranno alcuna conseguenza negativa.
Nella Circolare n. 14 l’ ISTAT specifica oltretutto che “La rendicontazione delle spese censuarie costituisce per l’Istat la base informativa necessaria per stabilire non solo le modalità in cui sono stati impiegati i contributi concessi, ma anche la loro adeguatezza a coprire le spese effettivamente sostenute”, quest’affermazione che sa molto di presa per i fondelli perché la determinazione dei contributi è stata fatta ex ante e non è previsto nessun rimborso a consuntivo (principalmente manca la copertura finanziaria per poterlo fare), dà comunque la visione corretta di come si dovrebbero quantificare i contributi.
Altra presa per i fondelli è quanto scritto nei contratti che sono stati redatti a Firenze per i dipendenti comunali: si dice che ai compensi verranno detratte le ritenute ordinarie mentre verranno detratti anche gli oneri riflessi normalmente posti a carico del datore di lavoro.
Le ritenute ordinarie sono: l’8,5% di ritenute previdenziali a carico del dipendente calcolate sul compenso lordo e sulla somma rimanente si calcola l’irpef che per le nostre retribuzioni dovrebbe essere del 27%. In totale 35,5%
In realtà a queste ritenute verrà detratto un ulteriore 23,8% di ritenute previdenziali normalmente a carico del datore di lavoro e non è dato sapere se ci accolleranno anche l’ 8,5 di IRAP come qualche professorone sostiene.
Quindi se va bene le ritenute reali saranno del 59,3%, se ci accolleranno anche l’IRAP arriveranno al 67,8%.
Le operazioni censuarie da fare porta a porta riguardano i casi più problematici, in maggior parte stranieri, o persone che pur avendo la residenza a quell’indirizzo sono difficili da reperire (quelle che potevano essere le più agevoli in realtà sono state fatte attraverso altri canali web, centri di raccolta, poste ) e il tempo occorrente per poterle espletare non trova corrispettivo nei compensi che percepiremo.
Un esempio:
Il compenso maggiore è stabilito per il foglio di famiglia ritirato direttamente dal rilevatore e nella maggior parte dei casi comporta anche l’aiuto nella compilazione. Il tempo necessario per la compilazione di un questionario ad un nucleo di stranieri o di anziani non può assolutamente essere retribuito con 5 euro lorde che diventano 2 euro con la tassazione del 59,3% o addirittura di 1,60 euro con quella del 67,8%.
Anche applicando il più infame dei contratti di lavoro per conto della peggiore delle cooperative si arriverebbe a guadagnare di più, e comunque il raffronto dovrebbe essere fatto con le tabelle che determinano la retribuzione del lavoro straordinario per il personale degli enti locali (quella del 2011 quantifica in 12,95 euro la paga oraria straordinaria per i lavoratori inquadrati in categoria C1 e le ritenute sono quelle ordinarie del 33,5% equivalenti ad una paga oraria netta di 8,64 euro.)
Lo stesso discorso va fatto per i coordinatori che per l’inserimento nel data base di un foglio di famiglia percepiranno al netto 0,44 euro con la tassazione del 59,3 e sommando l’irap potrebbero essere anche meno……………..
Tra il personale comunale c’è anche chi ha lavorato a costo zero per il censimento.
Sono quei lavoratori che sono stati di fatto precettati contro la loro volontà per far funzionare i centri di raccolta comunali.
Questi lavoratori sono stati distolti dai compiti per i quali sono stati assunti determinando un peggioramento del servizio ai quali erano assegnati e maggiori carichi di lavoro per gli altri colleghi che restavano a garantire il servizio …il tutto a costo zero per il comune.
E’ stata fatta loro la promessa di un eventuale futuro progetto che li avrebbe ricompensati del lavoro svolto senza specificare se nel progetto sarebbero stati coinvolti tutti i lavoratori di quei servizi né l’entità e la ripartizione delle somme che si metteranno a disposizione (saranno ricompresi anche i dirigenti e le PO? E in che misura?)
Ancora una volta di tutto questo alle rappresentanze dei lavoratori non è stata data la minima informazione ed è un’ulteriore riprova della considerazione che questa amministrazione ha dei suoi lavoratori.
Ancora una volta per sopperire all’assoluta assenza di relazioni sindacali i lavoratori sono costretti a ricorrere alla mobilitazione e alla lotta.
E’ NECESSARIO CHE QUESTI RIDICOLI COMPENSI VENGANO RIVISTI E ADEGUATI AL TEMPO DI LAVORO NECESSARIO PER LE VARIE OPERAZIONI DEL CENSIMENTO.
deve essere rivista anche la tempistica dei pagamenti.
NON E’ ASSOLUTAMENTE ACCETTABILE CHE A FIRENZE NON SIA PREVISTO NEMMENO UN ACCONTO SUL LAVORO SVOLTO MENTRE A BOLOGNA I RILEVATORI RISCUOTONO MENSILMENTE.
Da più di una settimana, a partire da una prima mail di denuncia di un gruppo di rilevatori, è partita una fitta corrispondenza tra decine di rilevatori.
Oltre a convenire su quanto precedentemente illustrato denunciano tutta una serie di incongruenze, l’ultima delle quali è la lettera di sollecito che abbiamo ricevuto negli ultimi giorni.
Ma tutto questo resterà solo un “Cahier de doléance” se non trasformiamo la denuncia in piattaforma rivendicativa e non rafforziamo la nostra rabbia in un percorso di lotta.
Non rassegniamoci
oltre alle azioni legali ci sono forme di lotta che ci costano il giusto e possono determinare un forte disagio al Comune.
Proclamare lo stato di agitazione e rallentare l’ultimazione delle operazioni di censimento ci daranno la forza per costringere il Comune a trattare modifiche migliorative di questi infami contratti.
MERCOLEDI’ 15 FEBBRAIO ALLE ORE 18
C/O IL POLO UNIVERSITARIO DI VIALE GUIDONI
PADIGLIONE D5
ASSEMBLEA DEI LAVORATORI DEL CENSIMENTO
Saranno presenti alcuni avvocati del lavoro che hanno già visionato i nostri contratti