CONCENTRAMENTO
PIAZZA Ss. ANNUNZIATA ORE 9
Il 5 ottobre a Firenze, come in molte altre città italiane, scenderanno in piazza gli studenti delle scuole medie superiori per inaugurare un autunno che speriamo possa far esplodere le centinaia di contraddizioni che durante questi anni, e soprattutto negli ultimi mesi, infiammano la penisola e l’Europa intera.
Come studenti universitari, non possiamo che appoggiare e sostenere l’iniziativa della Rete dei Collettivi di protestare contro l’impostazione della gestione Profumo in ambito scolastico, tutta incentrata sui dogmi del merito e della competitività, sventolando premi per gli studenti “migliori” (ma secondo quali parametri?) e tablet nelle scuole (mentre nelle aule mancano gli strumenti più essenziali, dalla carta igienica alla cancelleria).
Non era necessario essere dei meteorologi per prevedere in che direzione sarebbe tirato il vento del nuovo governo “tecnico”: tagli ai fondi, mercificazione del sapere, asservimento dell’istruzione ai bisogni del mercato, precarizzazione della classe docente, divisione in scuole ed atenei di serie A e serie B.
Riconoscendo il ruolo della formazione primaria e secondaria nella dequalificazione dell’istruzione universitaria, riteniamo importante scendere in piazza il 5 Ottobre, in previsione della costruzione di una mobilitazione più ampia che possa portare anche gli studenti universitari nelle piazze.
Questi ultimi provvedimenti si configurano come l’ennesimo tassello di un più ampio disegno ideologico classista: oltre alle misure stabilite dai ministri Gelmini e Tremonti che decretano, già da quest anno, una diminuzione del 95% dei finanziamenti statali alle borse di studio, le mosse del governo Monti prevedono, per questo e per i prossimi anni, un aumento generalizzato delle tasse universitarie e non solo.
Infatti la spending review, il decreto ministeriale 68/2012 e la “riforma Profumo” prevedono sul piano formale un aumento delle rette universitarie dal 25% al 100% per i fuoricorso e gli studenti extracomunitari e delle tasse regionali per il diritto allo studio che verranno portate a 140 € annui per tutti gli atenei (Campania :aumento del 126%, Toscana: aumento del 43%); infine, in diretta continuità con le logiche dei governi precedenti di aziendalizzazione dell’istruzione universitaria, viene portata a termine l’interiorizzazione del criterio di “merito” e “produttività” nella carriera studentesca.
Se “meritocrazia” vuol dire sottoporsi ad un disumano ritmo lezione-esami-tirocinio-tesi, sempre più impossibile da sostenere soprattutto per chi si mantiene agli studi, e se “produttività” significa asservire sempre più l’istruzione alle logiche del mercato (si selezionano gli studenti in base a quanti esami e tirocini hanno effettuato, rendendoci un futuro esercito di precari ricattabili), allora non possiamo che dire BASTA!
Rifiutiamo, infatti, questa retorica, che parte dalla demonizzazione del fuoricorso all’università e del bocciato nelle scuole: in un sistema offensivo verso qualsiasi idea di giustizia sociale ed uguaglianza di opportunità non esiste alcun merito, se non quello del cosiddetto “cash”.
Inoltre l’attacco al diritto allo studio passa anche per il diritto alla mobilità che in molte città italiane, e in particolare a Firenze, è sempre più compromesso: dal taglio delle linee di collegamento con le periferie, alla privatizzazione di ATAF, con il probabile aumento del biglietto a 1,50€, fino ad arrivare all’aumento degli abbonamenti ferroviari per i fuorisede.
Senza un adeguato supporto per gli studenti meno abbienti, fatto di borse di studio, di trasporto pubblico, di mense e residenze universitarie, non esiste alcun merito!
CONTRO IL “MERITO” DI ACCETTARE UN FUTURO PRECARIO E COMPETERE GLI UNI CONTRO GLI ALTRI!
PER UNA SCUOLA ED UN’UNIVERSITA’ CHE NON SIANO ASSERVITE ALLE LOGICHE DEL MERCATO!
I DIRITTI NON SI MERITANO, SI CONQUISTANO!
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