Di seguito un contributo del Collettivo Scientifico Autorgnaizzato alla campagna #TIROCINIOancheNO:
Il presidente della Regione Toscana ha recentemente “migliorato” uno dei suoi cavalli di battaglia: il progetto Giovani Sì, il cui principale punto debole riguarda i tirocini curricolari, i quali, per una legge nazionale, non possono essere retribuiti in quanto non considerati come una prestazione di lavoro. Adesso Rossi introduce una sorta di pagamento, ma questo nuovo intervento è davvero risolutivo? Leggiamo insieme il bando e scopriamolo
La Regione Toscana ha approvato un accordo di collaborazione con tutte le Università toscane al fine di promuovere i tirocini curricolari retribuiti, che gli studenti svolgono nell’ambito del loro percorso universitario (sia di laurea triennale che di laurea magistrale)-.La misura si inserisce all’interno del progetto Giovani Sì della Regione Toscana.
In applicazione dell’accordo il DSU Toscana – soggetto gestore della misura – contribuisce alla copertura (parziale o totale, 300 o 500 euro) del rimborso spese forfettario corrisposto da enti ed aziende pubbliche e private a studenti impegnati in un’esperienza di tirocinio curricolare svolto nell’ambito di un percorso di studio universitario, tramite l’erogazione del contributo regionale con riferimento ai tirocini curricolari che si svolgono nell’anno accademico 2013/14.
1) Si parla di rimborso spese forfettario in quanto , per la legge stessa , il tirocinio non costituisce forma di lavoro e di conseguenza non può essere direttamente retribuito. Ma quanti sono gli Enti pubblici o privati che hanno mai offerto un tale rimborso?
Chi può fare domanda – Possono fare domanda di contributo regionale gli Enti e le Aziende pubbliche o private (soggetto ospitante) : - che intendano ospitare uno o più studenti per un tirocinio curricolare - che abbiano stipulato a tale scopo apposita convenzione con una delle Università degli Studi e degli Istituti di Alta formazione e Specializzazioni toscani - che ne abbiano acquisito la validazione del progetto formativo da parte del soggetto promotore del tirocinio
2) Sono gli enti presso cui vengono svolti i tirocini che devono fare richiesta del contribuito fornito dal progetto giovani sì; non lo studente .
Definizioni –Tirocinio curricolare: Il tirocinio è un periodo di formazione presso un’azienda o un ente che permette di creare momenti di alternanza tra studio e lavoro nell’ambito dei processi formativi, offrendo allo studente un’esperienza diretta del mondo del lavoro. Soggetto Promotore: Università degli studi, Istituti di alta Formazione e specializzazione toscani firmatari del protocollo e dell’accordo. Di seguito denominate Università. Soggetto Ospitante: Ente o Azienda, pubblico o privato presso cui si svolge il tirocinio.
3) Per quanti studenti costituisce realmente un momento di alternanza fra studio e lavoro durante il processo formativo? Ciò nega completamente le condizioni reali in cui si svolgono i tirocini:periodi di vita in cui siamo costretti a fare i sarti mortali fra esso , lezioni , esami (spesso eliminando totalmente il tempo che dedicheremmo alle relazioni sociali).
Il contributo sarà erogato in riferimento a ciascun tirocinante:
– una sola volta ;
– per un massimo di sei mesi
a condizione che al tirocinante siano corrisposti almeno 500,00 euro mensili lordi ( vedi 1)
4) Anche se si svolgono svariati tirocini durante l’intero corso di laurea (è il caso delle professioni sanitarie , il soggetto ospitante può richiedere il contributo una sola volta. Inoltre, sono molti i corsi di laurea che prevedono tirocini di tale durata ; fate caso però al fatto che spesso vengono fatti più progetti di tirocinio per uno stesso anno , in modo tale che essi interessino periodi di durata minore.
Il contributo regionale – Il contributo regionale a parziale o totale copertura dell’importo forfetario a titolo di rimborso spese corrisposto dai soggetti ospitanti ai soggetti che svolgono i tirocini curriculari, nei limiti delle risorse disponibili, è così determinato:
€ 300,00 mensili, per i soggetti in età compresa tra i 18 e i 32 anni;
€ 500,00 mensili, per i soggetti disabili, di cui alla L. 68/1999 e i soggetti svantaggiati di cui all’ art.17 ter comma 8 della Legge Regionale n. 3 del 27 gennaio 2012.
Due linee di intervento – Sono previste due diverse linee di intervento, una per i tirocini curriculari sostenuti nell’ambito delle professioni sanitarie ed una per i tirocini curriculari sostenuti nei restanti ambiti.
Modalità di richiesta del contributo regionale – Il soggetto ospitante interessato ad ottenere il contributo regionale deve presentare domanda di ammissione all’Azienda DSU TOSCANA entro cinque giorni dalla data di inizio del tirocinio stesso utilizzando il “Modello di domanda di ammissione al contributo regionale” (vedi Allegato 1).
5) Occhio anche a questa clausola: I progetti di tirocinio curricolari , devono essere consegnati almeno tre giorni lavorativi prima della data di inizio del tirocinio; mentre per la richiesta di rimborso si chiede quindi di fare richiesta per la copertura del tirocinio almeno cinque giorni prima. Tirando le fila: è necessario che il soggetto ospitante (ovvero l’azienda che realmente fruisce del lavoro del tirocinante) preveda di assegnare un rimborso spese agli studenti che svolgono un tirocinio presso la propria struttura. In tal caso può chiedere tramite il progetto Giovani Sì , che tale rimborso gli venga risarcito dalla regione ; può chiederlo una sola volta per ciascun studente e per un periodo massimo di sei mesi. Cosa cambia per il tirocinante? Diremmo con certezza niente. La questione principale infatti rimane: non si tratta di alcuna iniziativa in cui gli studenti possano avere voce in capitolo , ma dell’ennesima agevolazione per le aziende stesse che campano sul lavoro non pagato. Non vi è nessuna indicazione formale su come uno studente possa richiedere il rimborso spese alla vera controparte , ovvero il soggetto ospitante; tutto è lasciato in mano a quest’ultimo
Dopo questa analisi ci pare evidente che questa nuova trovata non è altro che un immensa fregatura per molti studenti. E’ una misura molto parziale e debole, visto che deve essere l’azienda che, di sua iniziativa, richiede il pagamento dei propri tirocinanti. Il nuovo progetto Giovani Sì è comunque un passo avanti rispetto alla passata normativa, ma non è certamente la risposta a chi chiede di essere salariato per il lavoro effettivamente svolto durante tutto il periodo di tirocinio curricolare. Resta quindi un possibile palliativo, e neanche per tutti.
COLLETTIVO SCIENTIFICO AUTORGANIZZATO