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GUERRE E TRIBUNALI NON FERMERANNO LE NOSTRE LOTTE!
Sabato mattina un corteo di circa 2500 persone ha attraversato le vie del centro di Firenze per dimostrare la massima solidarietà ai 13 imputati del 13 maggio 1999.
In quell’occasione il corteo dei sindacati di base contro la guerra in Kosovo del governo D’Alema finì con una violenta e ingiustificata carica da parte delle forze dell’ordine sotto il Consolato americano. Ci furono numerosi feriti, tra cui una consigliera comunale colpita da una manganellata in faccia; furono sparati lacrimogeni ad altezza uomo da pochi metri e i "tutori dell’ordine" utilizzarono il calcio del fucile per tappare la bocca a coloro che urlavano tutto il loro dissenso e sdegno per l’ennesima "guerra umanitaria". Una ragazza, infine, rischiò di perdere un occhio.
Ora, 9 anni dopo, arrivano le sentenze: il pm Suchan, notoriamente vicino ai DS, ha richiesto nella requisitoria pene dai 4 ai 5 anni e mezzo, resuscitando nell’arringa lo spettro di un "redivivo zoccolo duro dell’ autonomia operaia".
Il corteo ha quindi espresso, pacificamente ma con determinazione, la ferma opposizione a questo stato di guerra permanente ( dal Kosovo i bombardieri americani e italiani si sono spostati verso Afghanistan, Iraq, e possiamo immaginare ora un attacco imminente all’Iran ), e allo stesso tempo la massima solidarietà ai compagni imputati a Firenze, così come a Genova, Cosenza, Milano e Torino.
E’ infatti sotto gli occhi di tutti la volontà dello Stato di usare la repressione, fisica nelle piazze e giuridica nelle aule di tribunale, per colpire e dividere il movimento. A tale strategia rispondiamo con un NO! secco alle politiche guerrafondaie di tutti i governi e alle condanne nei confronti dei nostri compagni.
PER TUTTI I COMPAGNI LIBERTA’, COSTRUIAMO LA SOLIDARIETA’!
VOLANTINO DISTRIBUITO AL CORTEO DEL 26
L’AMBASACIATOR CHE PORTA PENA….E PROCESSI
Il
22 febbraio del 2005 il prof. Mannoni, docente della Facoltà
di Giurisprudenza, aveva organizzato all’interno del Polo
universitario di Novoli una conferenza dal titolo “Prospettive di
pace in Medioriente”, con unico relatore l’ambasciatore israeliano
Ehud Gol. Il personaggio era conosciuto nel nostro paese per le sue
affermazioni provocatorie di stampo razzista e le malcelate ambizioni
di scalata all’interno della destra israeliana. Ma soprattutto Gol
era il rappresentante politico e diplomatico del governo guidato da
Ariel Sharon, già tristemente noto come complice della
mattanza nei campi profughi di Sabra e Chatila (Libano) e
notoriamente schierato su posizioni sioniste radicali (tra l’altro
proprio in quei mesi stava portando avanti con decisione la
costruzione del “muro della vergogna”, in violazione dei più
elementari diritti umani del popolo palestinese).
A
nostro avviso una conferenza organizzata su tali basi era una
provocazione, una passerella per il suo organizzatore (che ora
infatti siede nell’Autorità di garanzia per le comunicazioni
in quota Forza Italia) e soprattutto un’operazione di propaganda
tesa a dipingere Israele come portatore di pace nell’area
mediorientale, cancellando la sua natura di stato occupante che
opprime militarmente il popolo palestinese.
Anche
in questa occasione l’Università, proprio per il suo ruolo
strategico di snodo scientifico-culturale (e politico) nella nostra
società, è stata strumentalizzata da persone che la
vorrebbero ridotta a mera vetrina mediatica e passivo veicolo
culturale di propagande partitiche, religiose, quando non
dichiaratamente reazionarie (vedi le recenti vicende della Sapienza).A
Il
Rettore dell’Ateneo fiorentino Augusto Marinelli anziché
declinare l’invito ha scelto di presenziare, conferendo così a
questo incontro quella legittimità che di per sé non
avrebbe avuto.
Molti
studenti, non solo i militanti del Collettivo Politico, hanno scelto
di intervenire alla conferenza, contestandone la struttura e portando
quei contenuti che nell’intento degli organizzatori non avrebbero
trovato espressione.
La
risposta è arrivata volutamente su tutt’altro piano: da un
lato l’intervento coaAtto delle forze di Polizia all’interno dell’aula
universitaria, dall’altro un processo mediatico costruito sulle
parole d’ordine dell’antisemitismo e dello squadrismo, da sempre
spauracchi politici utilizzati strumentalmente da Israele e dalla
sinistra istituzionale per criminalizzare l’avversario, attacco tanto
più paradossale se rivolto a persone che come noi ritengono
l’opposizione a questi valori un patrimonio importante della loro
storia politica. Infine, come “ovvio” epilogo, procedimento
penale a carico degli studenti.
Il
periodo era caratterizzato dal lancio della Road
Map
e la stampa di mezza Europa non si è fatta scappare
l’occasione per accusarci di contribuire a compromettere il percorso
di pace tra israeliani e palestinesi. Crediamo sia evidente non solo
la grottesca sproporzione dell’accusa ma soprattutto la sua
inconsistenza. L’attuale assedio (con tanto di embargo energetico) su
Gaza nonché l’ampliamento degli insediamenti di coloni
israeliani in Cisgiordania sono solo gli ultimi fatti di cronaca, che
evidenziano la volontà di Israele, allora come oggi, di non
riconoscere al popolo palestinese il diritto alla propria terra e
all’esistenza.
Il
14 febbraio si terrà la prossima udienza del dibattimento che
vede 6 studenti processati sulla base di capi di imputazione
pretestuosi, in un processo politico il cui scopo è la
criminalizzazione del dissenso e l’intimidazione penale a quanti
vogliano rimettere in discussione le “regole democratiche” della
gestione personalistica e faziosa dell’università. L’epilogo
del procedimento è prossimo e la sentenza di primo grado è
attesa tra pochi mesi.A
Importante
sottolineare che gli imputati hanno scelto di non avvalersi di
strumenti giuridici come l’oblazione, che avrebbero forse evitato il
procedimento penale ma legittimato nel contempo l’acAcusa del
Procuratore Capo Ubaldo Nannucci e contribuito di sicuro a ridurre i
margini di agibilità politica e libera espressione
nell’Università e in tutta Firenze.
AA
Oggi siamo in piazza a manifestare contro uno stato in guerra permanente,voluto dai nostri governi e ormai fattore endemico del sistema econmico in cui viviamo.
Oggi siamo in piazza in solidarietà ai compagni processati per aver manifestato il loro dissenso a questo sistema di guerra.
Non possiamo non sottolineare la continuità che lega in un’unica strategia repressiva il processo ai manifestati del ’99 a quello degli studenti dell’università: in entrambe le situazioni la volontà è stata quella di rispondere alla politica dalle aule dei tribunali, con l’avallo di qualche magistrato compiacente.
COLLETTIVO POLITICO DI SCIENZE POLITICHE
26 gennaio corteo cittadino contro guerra e repressione
Il 28 gennaio ci saranno le sentenze per i 14 imputati al processo per
gli incidenti sotto il Consolato Usa a Firenze il 13 maggio ’99, in
occasione dello sciopero generale del sindacalismo di base contro la
guerra della Nato e del governo D’Alema in Jugoslavia.
Il corteo fu caricato sotto il consolato e seguì una giornata di
mobilitazione con l’occupazione della sede DS, partito di governo.
Fecero seguito una campagna di criminalizzazione ed attacco alla
manifestazione, che si ritrova anche nella requisitoria del pm, con
l’intento di colpire chi osasse contrapporsi. Per 13 denunciati la
pesante richiesta di condanna va dai 4 ai 5 anni.
Sabato 26 gennaio saremo in piazza a Firenze per manifestare contro la
guerra, la repressione ed in solidarietà agli imputati, in occasione
della giornata di mobilitazione mondiale del movimento contro la guerra
con iniziative in Italia nelle piazze e davanti ai siti militari, per
il ritiro delle truppe italiane da tutti i fronti di guerra, la
chiusura delle basi militari e l’opposizione a che se ne costruiscano
di nuove (a partire da Vicenza con il Dal Molin), la drastica riduzione
delle spese di guerra e l’aumento delle spese sociali.
Guerra, repressione e controllo sociale sono del resto medesimi aspetti
della militarizzazione della società necessaria ad alimentare
l’economia occidentale e l’industria bellica, a controllare risorse e
forza lavoro e ad imporre le regole della “democrazia”.
Dal ’99 in poi con la presa d’atto che la guerra permanente era
iniziata e che uno stato in guerra non può tollerare la crescita di
un’opposizione sociale e politica, sono infatti decine le
inchieste, gli arresti, le condanne per reati che vanno
dall’associazione sovversiva alla resistenza e numerosi sono i
provvedimenti legislativi (dalle leggi contro il terrorismo ai numerosi
pacchetti sicurezza) che caratterizzano questo come momento
emergenziale e costituente, insieme alla guerra, di un nuovo ordine.
La guerra è infatti proseguita, si è rivolta verso il Medio Oriente,
l’Afghanistan, la Palestina, il Libano e domani l’Iran o il Darfur,
mentre la questione del Kosovo, diventa nuovamente un elemento centrale
delle politiche di colonizzazione con l’intenzione di inviare nuove
forze di polizia a supportarne l’indipendenza. E l’attuale governo ha
sostenuto completamente la classe dirigente italiana che, in linea con
quella europea e nordamericana, è coinvolta nell’espansione militare
dell’economia occidentale ed impegnata nel consolidamento delle
strutture militari e repressive in chiave continentale (Eurofor,
Eurogendfor, esercito Europeo….). Vanno del resto in questa direzione
l’aumento in 2 anni del 24% delle spese militari e la serie di
contratti milionari firmati da Finmeccanica ed Augusta per la fornitura
di F35 ed elicotteri da guerra a paesi NATO.
Le conseguenze di questa politica sulle condizioni di vita sono i tagli
alla sanità, alla scuola, mentre la precarietà si afferma come
condizione generale e contribuisce a creare insicurezza sociale. Le
campagne sulla sicurezza pilotate diventano quindi facile valvola di
sfogo con la quale giustificare la repressione verso gli immigrati e
gli esclusi in genere ottenendo facile consenso, ed imponendo
un concetto di sicurezza basato su repressione e controllo, mentre per
noi sicurezza significa una vita, una casa, un lavoro dignitosi per
tutti.
In questo contesto i processi di Genova ed al Sud Ribelle sono momenti
esemplari dell’attacco alle forme di resistenza, che in questi ultimi
anni ha visto oltre 9000 compagni coinvolti in procedimenti penali ed
inchieste che vanno dall’associazione sovversiva alla resistenza fino
agli ultimi reati di devastazione e saccheggio.
Ma bombe e tribunali non hanno fermato e non fermeranno la resistenza
di coloro che in questi anni si sono opposte al sistema di dominio di
stati occidentali e multinazionali: milioni di persone legate
idealmente fra loro in tutto il mondo, dai protagonisti delle rivolte
di Seattle a quelli di Cochabamba in Bolivia, dalla piazza di Genova
alla resistenza nella selva colombiana. Questa è la storia e noi
l’abbiamo scritta, non è certo nelle aule parlamentari o in quelle
giudiziarie che cerchiamo giustizia.
Solidarietà agli imputati di Genova, Cosenza e Firenze
Solidarietà a tutti i compagni nelle carceri, sotto inchiesta e denunciati
SABATO 26 GENNAIO ORE 9.30 FIRENZE PIAZZA SAN MARCO – MANIFESTAZIONE
Iniziative con la proiezione del video sul corteo del 13/05/99 e la presenza degli imputati:
Venerdì 18 gennaio ore 21.30 al Cantiere Sociale K100fuegos – Campi Bisenzio
Sabato 19 gennaio ore 16.00 Pontassieve
Lunedì 21 gennaio ore 14.30 Liceo Classico Michelangelo Firenze;
Lunedì 21 gennaio ore 21.30 Pisa – Biblioteca Comunale
Mercoledì 23 gennaio ore 16.00 Polo Scienze Sociali di Novoli Firenze
Sabato 26 gennaio ore 21.00 cena sociale, ore 23.00 concerto dei Malasuerte al CPAFiSud di Firenze sud
Cpa Firenze Sud, Cantiere sociale K100fuegos, Voci dalla macchia, Rete
Studenti medi fiorentini, Collettivo politico di Scienze Politiche,
Collettivo FuoriLOGO di Economia, Comitato smantellamento/riconversione
base USA di Camp Darby, Slai Cobas, PCL, Sinistra Critica Firenze, Rete
dei Comunisti, realtà ed individualità anarchiche fiorentine.
MADRID, 11 NOVEMBRE 2007. NEONAZISTI UCCIDONO UN SEDICENNE.
Il fatto è avvenuto quando un gruppo di giovanissimi antifascisti madrileni è salito sulla metropolitana per raggiungere un presidio organizzato dalla sinistra alternativa per contestare una manifestazione convocata dal movimento fascista spagnolo Democracia Nacionàl e autorizzato dalle autorità pubbliche e di polizia, indetto con le deliranti parole d’ordine “contro il razzismo antispagnolo e l’immigrazione”. Immediatamente due neonazisti hanno aggredito a colpi di coltello i giovani per poi fuggire rapidamente gettando sui manifestanti il liquido tossico contenuto in un estintore. Prosegui la lettura »
IN 2000 IN PIAZZA A FIRENZE CONTRO IL PROTOCOLLO SUL WELFARE
Stamani circa 2 milioni di lavoratori hanno aderito allo sciopero generale indetto dai sindacati di base contro il protocollo sul welfare firmato il 23 Luglio dal governo, dai sindacati confederali e da Confindustria. E’ stato un grande successo, vista anche la presenza in piazza di 400mila persone in tutta Italia. A Firenze abbiamo sfilato in 2mila circa; partiti da piazza San Marco il corteo si è diretto verso Piazza della Libertà, per poi tornare verso la stazione Santa Maria Novella.
Queste le parole d’ordine del corteo, scandite a gran voce e con determinazione negli slogan dei presenti:
NO alla conferma, di fatto, della Legge 30 e del Pacchetto Treu;
NO all’aumento dell’età pensionabile a 62 anni;
NO alla decontribuzione degli straordinari;
NO all’aumento delle spese militari;
NO alla repressione dei movimenti sociali.
9 novembre Contro il Protocollo sul Welfare … ma non solo
Lo sciopero del 9 Novembre è stato indetto da tutto il sindacalismo di base e da numerose realtà politiche e sociali. Lo sciopero cade dopo il referendum farsa sul Protocollo sul Welfare firmato dal governo, Confindustria, Cgil, Cisl e Uil. Così come era avvenuto per la destinazione del TFR ai fondi pensione, salvata dalla truffa del silenzio assenso, una grossa parte di lavoratori e lavoratrici si è espressa con scioperi spontanei e contestazioni durante le assemblee, con l’astensione e il no nel referendum, contro un accordo che prevede addirittura l’allungamento dell’età pensionabile rispetto allo “scalone” della “legge Maroni” (età pensionabile a 62 anni dal 2013). Un accordo che sposa in pieno la filosofia della “legge 30 – Biagi”, del cosiddetto pacchetto Treu, che permette alle imprese di prorogare all’infinito i contratti a tempo determinato e rende per loro più vantaggioso l’utilizzo degli straordinari.
E’ uno sciopero con un chiaro significato politico che non vuol essere solo contro il governo Prodi, ma contro tutti i governi che perseguono e vogliono perseguire le stesse politiche antipopolari. Allo stesso tempo vuole differenziarsi da tutte quelle manifestazioni, come quella del 20 ottobre, che al di là dell’onesta partecipazione da parte di molti, rappresenta per gli organizzatori e le forze politiche che la promuovono l’occasione per uno “sfogo controllato” di un dissenso altrimenti difficilmente gestibile dal loro governo. Prosegui la lettura »
L’ennesima aggressione fascista a Roma
Respinto l’assalto fascista all’occupazione abitativa di Casal Bertone
La notte tra l’11 e il 12 luglio è avvenuta l’ennesima aggressione fascista a Roma, nel quartiere di Casal Bertone.
Un
gruppo proveniente dal Circolo Futurista, sede del gruppo ultras
Padroni di Casa, appartenenti a Fiamma Tricolore, al termine
dell’attacchinaggio di manifesti, ha tentato di assaltare l’occupazione
abitativa di Via De Dominicis, dove vivono da anni decine di famiglie
dei movimenti di lotta per la casa. La prontezza degli occupanti e la
risposta degli abitanti del quartiere ha respinto l’attacco e messo in
fuga la squadraccia, che si è dileguata sotto gli occhi indifferenti
delle forze dell’ordine, sopraggiunte nel frattempo.
L’attacco è stato premeditato e vigliacco. Armato di mazze, catene,
coltelli il gruppo, guidato da Gianluca Iannone, dirigente di Fiamma
Tricolore, riconosciuto perché a volto scoperto, non ha avuto remore a
colpire donne e uomini, ferendo gravemente 6 persone, di cui una
accoltellata all’inguine. Prosegui la lettura »
DALL’ASSENZA IN RETE ALLA PRESENZA ATTIVA! Grazie A/I
Grazie a tutti i compagni di A/I!
Dopo un lungo periodo di non-comunicazione via internet il collettivo ha finalmente deciso di avere una voce in rete… non è stato facile per persone che con il computer non hanno confidenza prendere la decisione di aprire un blog. Negli anni scorsi ci abbiamo provato con vari siti che non siamo stati in grado di gestire, ma adesso ci riproponiamo con nuovo impegno, per dialogare con gli studenti (e non solo) e per informare attivamente di quello che succede, di ciò che pensiamo, ma anche per sapere cosa ne pensate voi! L’invito è aperto a tutti: PARTECIPATE! (non solo al blog!)
L’assemblea del collettivo è ogni giovedì nell’aula Bruno Fanciullacci, edificio D5 polo delle scienze sociali di Novoli, Firenze Prosegui la lettura »