Oggi, 7 Gennaio 2013, l’azienda di produzione ceramiche Richard-Ginori di Sesto Fiorentino è stata dichiarata fallita dal tribunale di Firenze. Noi studenti, insieme ai lavoratori Richard-Ginori e non ci siamo riuniti dapprima davanti al tribunale e poi sotto la regione toscana per chiedere una presa di posizione alla giunta regionale; in seguito gli operai e le operaie si sono poi ritrovati in fabbrica dichiarandone l’occupazione ad oltranza. Noi come studenti e “futuri” lavoratori esprimiamo la massima solidarietà alle maestranze e ai dipendenti ex-Richard-Ginori.
La questione Ginori sembrava quasi risolta: Lenox e Apolum avevano fatto l’offerta migliore e l’azienda era già pronta a ripartire. Tutti i creditori avevano ritirato l’istanza di fallimento. Tranne uno che, nonostante fosse creditore privilegiato, ha deciso di far proseguire l’iter del fallimento: non ci spieghiamo quale logica ci possa essere dietro questa scelta,ma ci viene spontaneo sospettare di qualche manovra speculativa poco chiara.
Stamattina i lavoratori della Ginori erano in presidio davanti al tribunale di Firenze, quando è arrivata la notizia della dichiarazione del fallimento. Noi eravamo lì con loro spinti dalla volontà di mostrare solidarietà e anche per dare un segnale chiaro della necessità che studenti e lavoratori si uniscano e facciano fronte compatto contro le politiche neoliberiste e di azzeramento dei diritti nel mondo del lavoro, dall’annichilimento dell’articolo 18 fino alla distruzione del Ccnl e tagli alla spesa sociale proprio mentre i lavoratori si trovano ,in termini di occupazione, salario e tasse, in una posizione di estrema debolezza.
Subito ci siamo diretti coi lavoratori in Regione dove il Segretario del Presidente Rossi ha fissato un incontro per domani mattina e saremo sicuramente presenti per seguire da vicino il proseguirsi della vicenda.
Infine ,una volta sfumata anche l’ipotesi di affittare a Lenox l’azienda per far ripartire almeno temporaneamente la produzione, c’è stata la decisione dei lavoratori di occupare ad oltranza l’azienda, scelta disperata, ma necessaria di fronte alla quasi totale mancanza di prospettive e soluzioni plausibili.
Per quanto riguarda la cassintegrazione, che scadeva oggi per i lavoratori Ginori, essa verrà prorogata per altri tre mesi; i lavoratori verranno messi anche in mobilità prima che, allo scadere della proroga della cassaintegrazione, si riapra l’asta per l’acquisto dello stabilimento.
Siamo vicini ai lavoratori della Ginori, seguiamo già da tempo la loro vertenza, e continueremo a seguirla, essendo parte attiva anche dell’occupazione della fabbrica stessa e garantendo pubblicità e sensibilizzazione sulla loro vicenda. Cosa che già facciamo stando a fianco anche degli autisti Ataf e di altre realtà di lavoratori in lotta e con i quali ci auguriamo un sempre più ampio e compatto fronte di lotta, perchè al di là delle particolarità delle singole vertenze, la ristrutturazione del Capitale in atto colpisce tutti i lavoratori, di tutti i settori, colpisce le nostre famiglie, colpisce l’università e la scuola, sempre più piegate agli interessi dei privati e volte a produrre manodopera pronta allo sfruttamento. Rigettiamo la guerra tra generazioni, tra garantiti e non garantiti, che il Governo Monti con la complicità di Centro-destra e Centro-sinistra ha provato a diffondere: respingiamo al mittente ogni tentativo di frammentare e dividere il fronte delle fasce più deboli della popolazione.
Per questi motivi rilanciamo il presidio, chiamato oggi dai lavoratori della Ginori occupata, di domattina 9 gennaio alle ore 9 sotto la regione in piazza duomo.
A FIANCO DEI LAVORATORI GINORI
SOLO LA LOTTA PAGA!
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