In occasione della presenza di Ignazio Visco (governatore di BankItalia) al polo di Novoli abbiamo sentito l’esigenza di ribadire l’illegittimità della lectio magistralis su “stabilità finanziaria e crescita economica” che avrebbe dovuto tenere lo stesso Visco lo scorso lunedi 5 dicembre.
Illegittima perchè spacciata per neutrale quando è chiaramente creata con lo scopo di allargare il consenso nei confronti delle “necessarie” misure lacrime e sangue.
Illegittima perchè non vogliamo che di crisi ne parli chi difende gli interessi di industriali e banchieri.
Illegittima perchè, come studenti e lavoratori non possiamo accettare di sentirci propinare le solite ricette neoliberiste, fatte di privatizzazioni, riduzioni dei diritti e peggioramento delle condizioni di vita delle classi subalterne.
Il governatore Visco non si è fatto però vedere al polo di Novoli: perchè impegnato nella sua miriade di incombenze istituzionali, o forse per evitare una grossa contestazione, che poteva mettere a rischio la riuscita dell’importante lezione?
Ai posteri l’ardua sentenza!
Ciò che è certo è che Lunedi a Novoli decine di studenti e lavoratori si sono ritrovati per discutere della crisi e dei suoi effetti partendo dall’esperienza dei soggetti che si stanno vivendo questa crisi e non da quella di chi contribuisce a farla pagare alle classi subalterne.
… UN PASSO INDIETRO… perchè contestare la presenza di Visco…
Si è da poco insediato il governo Monti, quello che in un momento di “crisi” viene presentato dal mondo politico istituzionale e dai media come unica “soluzione” all’impasse politico ed economico in cui si trova l’Italia.
Si individua nell’economista bocconiano un traghettatore neutrale per uscire dalla “crisi”, attraverso i necessari sacrifici ed un sano e patriottico spirito di coesione nazionale (almeno così dicono…). A nostro avviso, però, i governi tecnici non sono mai superpartes, in quanto essi rappresentano uno strumento per prendere decisioni impopolari (si pensi al governo tecnico di Giuliano Amato del 1992) dato che non hanno bisogno di conquistare e conservare il consenso popolare e, in secondo luogo, permettono ai partiti di opposizione e maggioranza di non prendersi nessuna responsabilità.
Il governo Monti è chiaramente espressione di industriali, banchieri e gruppi di pressione, ovvero di quegli attori che da sempre hanno un ruolo cruciale nell’attuazione delle politiche antisociali e nella gestione delle “crisi sistemiche” del capitalismo. In tutto questo, Bankitalia ricopre sicuramente un ruolo non secondario: nata come banca centrale controllata dallo Stato, viene poi aperta ai soggetti privati con il D.P.R. 12 dicembre 2006, modificando lo statuto ed eliminando la norma che stabiliva che la maggioranza delle quote di partecipazione al suo capitale fosse in mano statale. Oggi il 94% di Bankitalia è in mano a banche commerciali private (tra cui Intesa san Paolo col 30% e Unicredit col 22%). Tra le sue funzioni c’è quella di controllo delle politiche monetarie e di attuazione delle linee della Banca Centrale Europea, oltre a varie consulenze per il Governo.
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