Ieri mattina, 10 Giugno 2012, a Basiano (Mi) abbiamo assistito all’ennesimo episodio di violenza poliziesca nei confronti dei lavoratori di alcune cooperative che gestiscono in appalto la logistica per conto del gruppo Il Gigante. La repressione intende colpire la lotta che si sviluppa ormai da vari giorni in difesa del posto di lavoro, del salario e della dignità di 90 lavoratori.
I fatti sono semplici: una delle cooperative coinvolte ha deciso di rinunciare all’appalto licenziando 90 lavoratori pagati 9 euro l’ora, che saranno rimpiazzati da una seconda cooperativa che utilizza lavoratori più ricattabili (poichè a chiamata) retribuiti a 4 euro l’ora.
Si tratta evidentemente di una manovra tesa a peggiorare le condizioni di sfruttamento, di vita e di lavoro, attraverso la logica della divisione e del ricatto. Ma purtroppo per i padroni, stavolta questo giochino non ha funzionato ed i lavoratori (quasi tutti immigrati) hanno risposto in maniera unitaria, occupando i reparti e bloccando il sito produttivo l’8 giugno. Per tutta risposta i padroni hanno deciso di sguinsagliare i carabinieri, che non hanno esitato a caricare gli occupanti ferendo 5 lavoratori.
Tuttavia la repressione violenta ha solo inasprito la rabbia e la determinazione degli operai, che hanno trasformato lo sciopero in presidio permanente. Questa mattina, lunedì 11 giugno – quando i lavoratori in presidio si stavano opponendo all’ingresso di un pulman di 60 lavoratori a chamata, ingaggiati dall’azienda per far ripartire la produzione – i carabinieri sono ripartiti all’attacco. In questa vicenda, come in tante altre, appaiono chiari alcuni aspetti. In primo luogo, vediamo che i padroni ricorrono a qualsiasi mezzo per difendere i propri profitti ed inasprire lo sfruttamento. A maggior ragione in una fase di crisi viene imposta, da un lato, la logica della socializzazione delle perdite e, dall’altro, quella della repressione del dissenso.
Questo è tanto più evidente a livello nazionale, dove assistiamo alla massiccia accellerazione dell’attacco ai diritti ed alle condizioni di vita di tutti i lavoratori. Un attacco portato avanti da un governo “tecnico” ma, in realtà, quanto mai politico, sostenuto da tutti i partiti “democratici” e dai sindacati concertativi, uniti nel difendere gli interessi del grande capitale. Il secondo aspetto, ancor più importante, è che la crisi stà accentuando le contraddizioni sociali e il sistema non riesce più a nascondere la realtà della lotta di classe. Ciò è evidente nella volontà di resistenza di questi lavoratori che, mentre lottano per i propri diritti e per il soddisfacimento dei propri bisogni, riescono ad esprimere una forte carica antagonista rispetto all’attuale sistema di sfruttamento. Quindi, questa particolare esperienza di lotta, così come quella dei lavoratori dell’Esselunga di Pioltello, dimostra l’importanza dell’iniziativa dal basso e del protagonismo dei lavoratori, che rappresenta l’unico mezzo efficace per rovesciare i rapporti di forza e porre al centro del discorso politico attuale i bisogni della nostra classe, incompatibili con gli interessi del capitale.
Alla luce di queste considerazioni non possiamo limitarci ad esprimere la nostra solidarietà formale ai compagni che hanno subito la violenza poliziesca, ma vogliamo che la lotta degli operai di Basiano cresca sempre più forte e non rimanga isolata. Per questo ribadiamo il nostro impegno militante nel creare legami di solidarietà di classe e nel connettere tra loro le molteplici lotte che attualmente stanno nascendo e che rappresentano la rabbia e la voglia di riscatto delle classi subalterne di questo paese.
SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI IN LOTTA DI BASIANO!
SOLO LA LOTTA PAGA!
Collettivo Politico * Scienze Politiche