PRESIDIO CONTRO LA PRESENZA DEL GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA IGNAZIO VISCO
VENERDI’ 18 GENNAIO, ORE 15, POLO DELLE SCIENZE SOCIALI, EDIFICIO D6
Il governo Monti è stato chiaramente un’espressione di industriali, banchieri e gruppi di pressione, ovvero di quegli attori che da sempre hanno un ruolo cruciale nell’attuazione delle politiche antisociali e nella gestione delle “crisi sistemiche” del capitalismo.
In tutto questo,Bankitalia ha ricoperto e ricopre sicuramente un ruolo non secondario: nata come banca centrale controllata dallo Stato, viene poi aperta ai soggetti privati con il D.P.R. 12 dicembre 2006,modificando lo statuto ed eliminando la norma che stabiliva che la maggioranza delle quote di partecipazione al suo capitale fosse in mano statale. Oggi il 94% di Bankitalia è in mano a banche commerciali private (tra cui Intesa san Paolo col 30% e Unicredit col 22%).
Tra le sue funzioni infatti c’è quella di controllo delle politiche monetarie e di attuazione delle linee della Banca Centrale Europea, oltre a varie consulenze per il Governo. Mario Draghi, attuale presidente della Bce, nella sua ultima relazione da governatore della Banca d’Italia fissava come obiettivi il pareggio di bilancio e il taglio della spesa pubblica del 5%, poco prima di firmare insieme a Jean Claude Trichet la famosa lettera inviata al Governo Italiano il 5 agosto, la quale indicava come via di uscita dalla crisi una serie di cosiddette “riforme strutturali”che noi preferiamo definire macelleria sociale: totale svendita e privatizzazione dei servizi pubblici, preminenza degli accordi aziendali sul contratto collettivo (CCNL), libertà di licenziare per le aziende, aumento dell’età pensionabile, svendita del patrimonio pubblico, criteri più rigidi per l’accesso alle pensioni di anzianità, riduzione dei salari dei dipendenti pubblici. In definitiva, la soluzione ai problemi che attanagliano l’economia italiana, secondo Bankitalia e Bce, è scaricare sulle classi subalterne i costi della “crisi”. Non è difficile immaginare, quindi, cosa abbia da dirci il neo governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, invitato dall’Università di Firenze per tenere una lectio magistralis al Polo di Novoli su““Ruolo, responsabilità, azioni della Banca centrale nella ‘lunga’ crisi”
Non possiamo accettare che si spacci per neutrale un’iniziativa che in realtà ha il solo scopo di creare consenso, anche attraverso il valore accademico della stessa, intorno alle ulteriori misure antipopolari che i prossimi governi attueranno proseguendo alla lettera l’operato del Governo Monti: nessuno dei maggiori candidati alla Presidenza del Consiglio ha infatti preso le distanze dalla cosidetta “Agenda Monti”, tantomeno Visco, il quale anche in recenti interviste ha auspicato la formazione di un governo che prosegua il percorso di austerità e di riduzione dei vincoli per banche e imprese.
Non possiamo accettare che a parlare di crisi e di soluzioni “possibili” sia chi rappresenta proprio quegli stessi interessi che la “crisi” l’hanno generata.
Non possiamo accettare, come studenti e lavoratori, di sentirci propinare le solite ricette neoliberiste, fatte di privatizzazioni, riduzioni dei diritti e peggioramento delle condizioni di vita delle classi subalterne.
Per ben due volte Visco, a contestazioni già annunciate, non si è presentato: anche stavolta è compito nostro dare voce a quel fronte che non accetta l’austerità impostaci dai generatori di crisi.
La lezione (ve) la facciamo noi!
VENERDIì 18 GENNAIO, ORE 15, POLO DELLE SCIENZE SOCIALI, EDIFICIO D6
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