Presidio per la liberazione di Bahar e di tutti i prigionieri politici
Giovedì 28 novembre ore 18.00
sotto la Prefettura di Via Cavour – Firenze
Giovedì 21 novembre è stato fermato dalla Polizia italiana all’aeroporto di Bergamo il compagno turco-belga Bahar Kimyongür. Bahar è un compagno, giornalista, residente in Belgio di origini turche, da sempre militante antimperialista, vicino alla causa dei prigionieri politici in Turchia e membro dell’associazione Tayad, ultimamente molto impegnato nella denuncia del ruolo dell’occidente nella guerra civile in Siria. Bahar è stato fermato dietro mandato di arresto internazionale spiccato dalla Turchia. Già processato in Belgio per i suoi presunti legami con l’organizzazione rivoluzionaria turca del DHKP-C, prima …condannato e poi assolto nel 2009, è stato recentemente fermato in Spagna per il medesimo mandato d’arresto e liberato su cauzione. Era in Italia per un giro di conferenze sulla situazione in Siria ed il ruolo che la Turchia esercita in sostegno alle milizie contro Assad. Bahar è stato più volte anche a Firenze ed in Toscana per iniziative di carattere internazionalista e di sostegno ai prigionieri politici rivoluzionari.
Non ci stupisce che l’Italia si sia affiancata alla Turchia nella repressione delle idee politiche di Bahar, come non ci stupiscono le comuni politiche di repressione del dissenso portate avanti in Italia come in Turchia, in Francia come in Marocco, in Spagna come in Tunisia, tutti accomunati dalla medesima volontà di reprimere qualsiasi movimento ed idea che possa portare avanti un discorso di lotta comune e che possa mettere in discussione il dominio del capitale. Liste nere delle organizzazioni considerate terroriste e sulla base delle quali si può arrestare, bloccare fondi, impedire qualsiasi agibilità politica, e poi incarcerazioni, repressione nelle piazze, nei luoghi di lavoro e nelle scuole, queste sono le politiche comuni imposte dal capitale internazionale.
Noi, proprio per questo, siamo a fianco di Bahar e crediamo necessario, e nostra responsabilità, sviluppare una campagna per la liberazione del compagno e che possa rompere il muro del silenzio che si vorrà imporre alla vicenda. Facciamo sentire forte da subito la nostra solidarietà a Bahar.
Cpa Firenze sud, Cantiere Sociale K100fuegos, Collettivo Politico Scienze Politiche