Archivio per la categoria DOCUMENTI
MA QUALE FLESSIBILITA’?
Con il concetto di flessibilità del
lavoro si intende la “possibilità” per il lavoratore di cambiare
occupazione nel corso della propria carriera. E’ stata presentata
da economisti e politici come la risoluzione dell’elevato tasso di
disoccupazione, e della rigidità del mercato del lavoro, ed è stata
accettata da CGIL, CISL e UIL come una “cura” necessaria di cui
nel lungo periodo avrebbe beneficiato l’intera collettività.
Basti pensare che nell’ultimo decennio le ore lavorative annue sono
aumentate e una quota sostanziale del reddito (l’8%, secondo la Banca dei regolamenti Internazionali), dagli anni ’80
ad oggi, è passata dai salari ai profitti dell’impresa
(23° posto della classifica sui salari dei paesi
O.C.S.E.), Prosegui la lettura »
IL NOSTRO PRIMO MAGGIO
Per un lavoro sicuro a tempo
indeterminato per tutti e tutte, contro la precarietà ed il mito
della flessibilità, per l’abrogazione del Pacchetto Treu e della
Legge Biagi e di tutta la normativa comunitaria che istituisce forme
di lavoro atipico (stages, co co pro, tempo det., lavoro
interinale) | Per un servizio pubblico fondato su
criteri di solidarietà e pubblica utilità, contro la massiccia
privatizzazione ed esternalizzazione del pubblico ed il
peggioramento delle condizioni lavorative dei suoi dipendenti | Per la lotta alla disoccupazione,
contro la delocalizzazione degli impianti, la rinnovata
emigrazione dal sud e lo sfruttamento imperialista di altri popoli da
parte del capitale transnazionale Prosegui la lettura »
BOLOGNA BURNS!
L’11 e il 12 marzo 2010 i ministri
dell’istruzione di 46 paesi europei celebreranno a Vienna il 10°
anniversario della dichiarazione di Bologna. Ma non c’è niente da festeggiare!
Un processo lungo dieci anni…
Dieci anni fa, nel “lontano” 1999,
29 ministri dell’istruzione provenienti da vari paesi Europei, tra
cui il nostro, hanno sottoscritto la Dichiarazione di Bologna, cioè
un documento d’indirizzo strategico al quale tutti i governi si
sono effettivamente adeguati nel corso di questianni. La Dichiarazione principalmente ha
introdotto:
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NESSUN UOMO E’ ILLEGALE!
I migranti, da sempre trattati come gruppo a sé stante, sono parte fondamentale della nostra società in quanto studenti, lavoratori, disoccupati. Per questo essi subiscono sia le difficoltà dovute alla propria collocazione lavorativa e di classe, sia costrizioni derivanti dall’origine etnica. La necessità di un contratto di lavoro per l’acquisizione del premesso di soggiorno, il reato di clandestinità e la possibilità di essere espulsi o rinchiusi in un CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione), sono solo alcuni aspetti di una condizione organica di emarginazione e sfruttamento. L’ottenimento del permesso di soggiorno, ad esempio, si delinea come un ricatto: senza di esso non si può lavorare con regolare contratto, e senza un contratto di lavoro non si può ottenerlo. Prosegui la lettura »
CONTRO RAZZISMO E SFRUTTAMENTO
I fatti di Rosarno, oltre lo sdegno e la rabbia, ci danno elementi e segnali che è importantissimo raccogliere e valorizzare: la storia di operai e lavoratori sfruttati e poi estromessi dal ciclo produttivo nelle fabbriche del nord che, come lavoratori stagionali, ripopolano le campagne per garantirsi un salario. Sono le stesse contraddizioni che si trovano davanti milioni di lavoratori, oggi in cassaintegrazione, che vedono il loro posto di lavoro a rischio e che vivono sulla loro pelle questa crisi del capitalismo e del suo modo di produzione. In periodi di così forte crisi, non solo economica ma anche politica e culturale, è sintomatico che emergano luoghi comuni che, troppo spesso, sfociano nell’identificazione di falsi nemici. Prosegui la lettura »
BOLOGNA BURNS! VIENNA 11-14 MARZO
Celebrating Bologna? We don’t think so.
L’11 e il 12 marzo 2010 i ministri
dell’istruzione di 46 paesi europei celebreranno il 10° anniversario
del processo di Bologna a Vienna e Budapest. Considerando la
situazione attuale e le proteste in corso in molte università
europee questa celebrazione è una beffa per tutti noi. Non solo
perché il Bologna Process ha chiaramente fallito nel raggiungere gli
obiettivi concordati riguardo il miglioramento della mobilità per
studenti e docenti, ma perché ha altresì aumentato le restrizioni
per gli studenti ed i loro studi, portando in generale ad una
maggiore selezione sociale di accesso all’istruzione superiore. Prosegui la lettura »
SULLA GAZA FREEDOM MARCH
Ripubblichiamo il documento del Forum
Palestina di bilancio delle mobilitazioni internazionali in occasione
del primo anniversario dell’operazione "Piombo Fuso" a Gaza
ed in particolare della Gaza Freedom March.
Nelle intenzioni la Gaza Freedom March avrebbe dovuto essere una
manifestazione storica, probabilmente la più grande manifestazione
internazionale della storia recente. Promossa dalla rete statunitense
Code Pink nel primo anniversario
dell’operazione “Piombo Fuso”, avrebbe portato quasi 1.500
attivisti, provenienti da tutto il mondo, a spezzare l’assedio cui
è sottoposta da più di tre anni la Striscia di Gaza, dove un
milione e mezzo di Palestinesi vivono in poco più di 350 km.
quadrati. Prosegui la lettura »
AD UN ANNO DA PIOMBO FUSO…
Il 27 dicembre 2008 i cieli di Gaza si
riempivano di scie bianche luminose: incominciava "Piombo Fuso",
una delle più sanguinose operazioni militari che il criminale stato
d’Israele abbia mai condotto contro il popolo di Palestina. Quelle
scie nel cielo erano le bombe al fosforo bianco usate deliberatamente
dall’aviazione israeliana contro la popolazione civile. A questi
primi feroci bombardamenti segue, il 3 gennaio 2009, l’invasione di
terra che continua a seminare morte e distruzione. Tutti i fidi sostenitori dei sionisti
correvano a censurare le immagini provenienti dalla Striscia, a
tentare di nascondere ai nostri occhi quali orribili barbarie
venivano commesse, condannando a parole ogni forma di violenza,
proprio mentre restavano fermi per dare a Israele il tempo di
colpire. Prosegui la lettura »
12 NOVEMBRE: UN RICORDO A CUI NON CI UNIAMO
Pochi giorni fa la Camera dei deputati
ha approvato un disegno di legge che prevede l’istituzione per il 12
novembre di ogni anno della “Giornata del ricordo per i caduti in
tutte le missioni di pace”. Ci sarà dunque un’altra ottima
occasione per media e politicanti di fare sfoggio di un nazionalismo
becero e violento o, nel migliore dei casi, di uno pseudo-pacifismo
ipocrita, grazie ai ben collaudati artifici retorici secondo cui chi
bombarda villaggi dall’alto di aerei ultra-moderni è un “missionario
di pace” mentre chi compie atti di guerriglia è un “terrorista”,
chi muore occupando la terra altrui è un “eroe” e chi ha la
disgrazia di morire da civile inerme si limita ad essere un “effetto
collaterale”. Ma questo velo di disinformazione e
propaganda viene subito a cadere se si osserva la realtà dei fatti:
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