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9 maggio: CORTEO contro l’Europa dei padroni

L’’EUROPA DEI PADRONI IN VISITA A FIRENZE:
E’ ORA DI REAGIRE, Mobilitiamoci!

 QUI l’evento facebook

QUI una nostra rielaborazione dello spot di The State of the Union

 Il 9 maggio saranno ospiti alla manifestazione ‘The State of the Union- Europe after Lisbon- Lisbon and Beyond’, organizzata dal comune di Firenze e dall’Istituto Universitario Europeo, il capo del governo Mario Monti, il presidente della Banca Centrale Europea Draghi e il presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso.

Non possiamo che contestare l’ennesimo appuntamento di autocelebrazione dei potenti di turno, i quali sproloquieranno sul loro concetto di Europa e di sostenibilità ecologica, mentre di comune accordo stanno distruggendo le condizioni di vita di milioni di studenti, lavoratori, pensionati e disoccupati in Italia e in tutta Europa.

Dalla riforma delle pensioni, che ha lasciato 350.000 persone senza salario nè possibilità di avere una vita dignitosa, fino alla recente riforma del mercato del lavoro che mira, senza remore, allo

smantellamento complessivo di ogni forma di tutela per il lavoratore dipendente, reso ricattabile dallo spauracchio del licenziamento con l’abolizione dell’art 18, si arriva alla spending review che, tradotta dalla neolingua montiana, significa tagli selvaggi alla spesa pubblica: dalla sanità all’istruzione, dal lavoro alle politiche abitative, mentre allo stesso tempo si finanziano opere inutili come il TAV, per compiacere palazzinari e ‘ndraghetisti a discapito della salute dei cittadini e dell’ambiente, inquinando falde acquifere e somministrando repressione a chi si oppone.

I sacrifici che ci chiedono (si pensi ai futuri effetti dell’introduzione nella Costituzione del pareggio di bilancio) eseguono in maniera accondiscendente i voleri dei padroni d’Europa, più preoccupati a “far quadrare i conti” e a spianare il terreno alle sanguinarie leggi del profitto, che ad altro.

Infatti, proprio in questo momento, dove l’ultima delle tante crisi strutturali di questo sistema economico si riversa sull’eurozona anche sotto forma di speculazione sui debiti degli stati, industriali e banchieri Prosegui la lettura »

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Riformismo e anticapitalismo nel movimento NO-DEBITO

Di seguito un contributo al dibattito e l’approfondimento sul debito di

Giulio Palermo (compagno, barone e ricercatore di economia politica)
palermo@eco.unibs.iteco.unibs.it/~palermo

Scarica QUI il documento in Pdf

La crisi del debito pubblico in Europa impone dure misure restrittive che si abbattono su una situazione economica già critica. Secondo le istituzioni internazionali e i governi nazionali non c’è altra via d’uscita: pagare il debito è l’unica cosa da fare.
La gente protesterà, ma non si può vivere perennemente al di sopra dei propri mezzi. Lo stato deve ora onorare i suoi debiti, anche a costo di adottare misure impopolari. Niente mostra meglio la distanza che esiste tra stato e popolo della rabbia sociale espressa fuori del Parlamento greco, mentre all’interno gli onorevoli onoravano i loro impegni con la comunità internazionale, approvando i provvedimenti indicati dalla Banca centrale europea, l’Unione europea e il Fondo monetario internazionale, in difesa del potere bancario. Senza più alcuna mistificazione, lo stato schiaccia il proprio popolo, come misura necessaria a salvare il capitale internazionale.

In Italia, qualche ministro piange al pensiero che milioni di pensionati non arriveranno più a fine mese, ma non si dimette di certo: perché qualcuno il lavoro sporco dovrà pur farlo. “Misure impopolari, ma necessarie”, questo è il ritornello. Perché, appunto, la necessità è salvare le banche, anche a costo di sacrificare il popolo. Gli stessi partiti di sinistra con ambizioni di governo faticano a dire qualcosa di sinistra perché la prima preoccupazione, per loro come per ogni partito borghese, non è il popolo che dovrebbero rappresentare, ma la stabilità del sistema, la solvibilità delle banche e la tenuta delle istituzioni finanziarie internazionali.

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