Archivio per la categoria COMUNICATI

Cosa sta succedendo nel DSU toscana…

PROTESTA DEGLI STUDENTI CONTRO TAGLI E RIFORME, A FIRENZE TRAFFICO BLOCCATOIl DSU Toscana ha deciso di imporre la chiusura di alcune residenze studentesche fiorentine nelle vacanze natalizie (23 dicembre/7 gennaio) e accorpare gli studenti che non possono o non vogliono lasciare Firenze in poche strutture, pagando una somma di 90 euro (che grazie alla mobilitazione degli studenti è già stata ridotta a 10 euro), più i disagi del trasloco.
Questa operazione è stata presentata come necessaria per garantire la parità di trattamento rispetto agli studentati di Siena e Pisa (dove la chiusura è in vigore già da qualche anno) e per razionalizzare le risorse economiche, in modo da garantire un servizio più efficiente in futuro. Si tratta di una violazione del diritto allo studio? Sappiamo tutti che Diritto allo Studio significa che lo Stato deve erogare risorse economiche e servizi agli studenti meno abbienti per garantire loro il sacrosanto diritto ad avere un’istruzione. Il diritto allo studio è amministrato dalle regioni ed è pur vero che la Toscana riesce a garantire un servizio migliore rispetto a molte altre regioni italiane. Ma la domanda che ci poniamo è: chi paga realmente il diritto allo studio? Attualmente circa il 50% del servizio è finanziato dalla Tassa Regionale Per il Diritto allo Studio che paghiamo noi studenti. Non è una tassa progressiva: 140 euro che devono pagare tutti in egual misura, senza tener conto delle disparità economiche tra chi è ricco (e può pagare di più) e chi invece dovrebbe beneficiare del diritto allo studio senza pagare un euro. Il restante 50% è finanziato soprattutto dai fondi statali destinati alle regioni. Fondi che, con la crisi e le politiche di austerity per ridurre il debito pubblico, sono sempre meno. In questa situazione di progressiva diminuzione dei fondi statali alle regioni, le risorse che la Regione Toscana indirizza al diritto allo studio vengono sottratte alla sanità, ai trasporti e ad altri servizi pubblici fondamentali. Oltre ad essere studenti siamo, prima di tutto, esseri umani e se ci ammaliamo dobbiamo pagare ticket sanitari sempre più alti. Inoltre nel diritto allo studio è compreso anche il trasporto pubblico e con la privatizzazione di Ataf è stata abolita la convenzione che permetteva agli studenti borsisti di avere abbonamenti annuali agevolati a 130 euro anziché 180.
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LIBERTA’ PER BAHAR!

Presidio per la liberazione di Bahar e di tutti i prigionieri politici

Giovedì 28 novembre ore 18.00
sotto la Prefettura di Via Cavour – Firenze

Giovedì 21 novembre èBAHAR stato fermato dalla Polizia italiana all’aeroporto di Bergamo il compagno turco-belga Bahar Kimyongür. Bahar è un compagno, giornalista, residente in Belgio di origini turche, da sempre militante antimperialista, vicino alla causa dei prigionieri politici in Turchia e membro dell’associazione Tayad, ultimamente molto impegnato nella denuncia del ruolo dell’occidente nella guerra civile in Siria. Bahar è stato fermato dietro mandato di arresto internazionale spiccato dalla Turchia. Già processato in Belgio per i suoi presunti legami con l’organizzazione rivoluzionaria turca del DHKP-C, prima …condannato e poi assolto nel 2009, è stato recentemente fermato in Spagna per il medesimo mandato d’arresto e liberato su cauzione. Era in Italia per un giro di conferenze sulla situazione in Siria ed il ruolo che la Turchia esercita in sostegno alle milizie contro Assad. Bahar è stato più volte anche a Firenze ed in Toscana per iniziative di carattere internazionalista e di sostegno ai prigionieri politici rivoluzionari.

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30 Novembre 2013 – ore 14.00 ex Stazione Ceres – Torino MANIFESTAZIONE NAZIONALE contro il vertice Italia-Israele

palestinaIl 1 e 2 dicembre verranno rafforzati i legami  che vedono l’Italia tra i principali partner economici e militari di Israele, complice nelle politiche di occupazione e sfruttamento della Palestina.  

In occasione del vertice italo-israeliano è stata convocata una manifestazione nazionale per sabato 30 novembre.

Noi ci saremo, per dire che non siamo complici con l’occupazione della Palestina, per rafforzare i legami di solidarietà e lotta a fianco della Resistenza Palestinese e della sinistra popolare, contro la colonizzazione sionista della Palestina. E saremo sabato in piazza in solidarietà al compagno turco-belga Bahar Kimyongur, arrestato dalla polizia italiana a Bergamo con la richiesta di estradizione della Turchia, per la sua immediata liberazione.

Noi ci saremo per dire:

  • No al progetto sionista di pulizia etnica della Palestina
  • Sostegno alla lotta del popolo palestinese per il suo Diritto al Ritorno e all’Autodeterminazione
  • Rigetto degli Accordi di Oslo
  • Sostegno alla Campagna BDS (Boicottaggio, disinvestimento, sanzioni) verso Israele
  • Sostegno alla resistenza ed alle lotte dei prigionieri
  • Interruzione dei rapporti commerciali ed economici, politici, militari e culturali tra l’Italia e Israele

E’ prevista la partenza di un pullman da Firenze.

Partenza ore 7.30 davanti al mercato di Novoli,

rientro previsto per le 23. Costo: 15-20 euro

PER INFO e PRENOTAZIONI: mail a info@k100fuegos.org

oppure cell. 329/2451019 

Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos, Cpa Fi-sud, Collettivo Scienze Politiche

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#16N CORTEO ANTIFASCISTA ORE 15.30 P.ZZA SAVONAROLA: CHIUDIAMO CASAPOUND!

AGGRESSIONE NEOFASCISTA A FIRENZE! SABATO 16 NOVEMBRE ORE 15.30 IN PIAZZA SAVONAROLA CORTEO ANTIFASCISTA

 

manifesto-corteo16DEF(HD)Dopo quanto accaduto in piazza della Repubblica con l’aggressione di tre antifascisti da parte di una decina di appartenenti a Casa Pound, Firenze Antifascista lancia la mobilitazione per sabato prossimo. Rivolgiamo l’appello a tutte le realtà del territorio e non solo, a tutti coloro che si riconoscono nei valori e nella pratica dell’antifascismo per promuovere e partecipare al corteo di Firenze, per ribadire che in questa città i fascisti e la loro violenza squadrista non devono più trovare spazio e smascherare la catena di complicità di chi consente loro di avere agibilità concedendogli la sala di un bar, una sede in affitto o appoggio politico.

Notiamo poi, che seguendo il solito copione fascisti e polizia, attraverso comunicati e pagine di giornali, stanno già cercando di recuperare l’accaduto distorcendo la realtà o inventandosela di sana pianta.

Il fatto che la velina della Questura riporti che gli antifascisti abbiano rifiutato le cure mediche non vuol dire che non fosse accaduto niente. Infatti i due ragazzi, una volta fuori dalla Questura si sono recati al pronto soccorso e hanno avuto un referto rispettivamente di 15 e 25 giorni: motivo per cui la denuncia contro ignoti è partita d’ufficio.

Vogliamo poi precisare che gli antifascisti sono stati riconosciuti per la felpa che indossava uno di loro e le presunte “invettive contro un tavolo di ragazze” sono solo il tentativo di giustificare goffamente il proprio squadrismo oltre che una spudorata falsità. Quanto al fatto che oltre alle offese vi fosse la minaccia di “caschi e oggetti contundenti” ci chiediamo che fine abbiano fatto, visto che neanche la Digos, che di solito non si lascia scappare queste ghiotte occasioni, né li menziona, né ha fatto scattare una denuncia contro gli antifascisti portati, trattenuti e interrogati in Questura.

Ad un mese dal secondo anniversario della strage fascista di piazza Dalmazia effettuata da Casseri, esponente di Casa Pound, la violenza fascista agisce di nuovo in questa città.

Questo non è più tollerabile!

CHIUDERE CASA POUND!

CHIUDERE I COVI FASCISTI!


Firenze Antifascista

 

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#25OTT PRESIDIO H 14 @ FORTEZZA: CONTESTIAMO ALFANO!

VENERDÌ 25 OTTOBRE PRESIDIO ore 14,00 in PIAZZA BAMBINI E BAMBINE DI BESLAN
CONTESTIAMO ALFANO, ministro dell’austerity e della repr
essione.

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#19ott GLI UNICI VIOLENTI: STATO E POLIZIA! TUTT* LIBER*

La giornata del 19 ottobre ha visto la partecipazione di circa centomila persone in piazza a Roma, disoccupati, lavoratori, studenti, migranti, movimenti per la casa e per i territori. Una partecipazione dal basso, completamente autorganizzata, che ha sorpreso gli stessi organizzatori. Questa ha dato il segnale di una rabbia latente, di un’insofferenza che sta per esplodere. Ma quello che emerge dalle testate giornalistiche è un’informazione ormai totalmente manipolata, volta a dividere la piazza tra “buoni” e “cattivi”, volta ad oscurare la vera portata politica della giornata, che si è conclusa con un’accampata di centinaia di persone a Porta Pia.

Oggi, con i corpi ancora dolenti per le manganellate, abbiamo l’urgenza e il dovere di stare vicino a chi è stato privato della possibilità di condividere con gli altri la soddisfazione per la manifestazione del 19 Ottobre. Picchiati, arrestati, trasferiti in carcere tra Regina Coeli e Rebibbia. Processati per direttissima, probabilmente martedì. Quindici persone, di cui 6 gli arresti confermati, quindici compagni scesi in piazza, sono stati vittime per l’ennesima volta dell’unica faccia che lo stato ci mostra: quella della repressione. Fin dalle settimane precedenti è stato costruito un clima ad hoc per intimidire i manfestanti sia attraverso la criminalizzazione della data da parte dei giornali sia attraverso a vere e proprie azioni repressive: il venerdì mattina le forze dell’ordine avevano caricato al mercato del Pigneto, travolgendo i commercianti e i clienti oltre che i militanti che stavano semplicemente volantinando. Già dalla sera prima le forze dell’ordine hanno fermato e perquisito i manifestanti che stavano raggiungendo la Capitale, blindandola e creando un clima di tensione molto pesante. Ad alcuni compagni è stato dato addirittura il foglio di via e di denuncia per porto di armi da guerra per il possesso di un casco e una bandiera.

La rabbia è di tutti, la rabbia è legittima, l’unica violenza è quella del capitale, che ogni giorno sottrae diritti e riduce spazi di libertà, lasciandosi dietro una scia di vittime.

Contro la repressione, estendere la solidarietà, rilanciare le lotte!
Tutt* Liber*!

Collettivo Politico * Scienze Politiche- RED NET Rete delle realtà studentesche autorganizzate

Rete dei Collettivi Studenteschi Fiorentini

Clash City Workers

Cantiere Sociale Camillo Cienfuegos

Centro Popolare Autogestito Firenze-Sud

Collettivo Scientifico Autorganizzato

 

Polo di Novoli

Polo di Novoli

Polo di Novoli

Polo di Novoli

Polo di Novoli

Polo di Novoli

Edificio D/5 -Polo di Novoli-

Edificio D/5 -Polo di Novoli-

Facoltà di Architettura

Facoltà di Architettura

Facoltà di Scienze della Formazione

Facoltà di Scienze della Formazione

Polo di Morgagni

Polo di Morgagni

Facoltà di Lettere

Facoltà di Lettere

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SOLIDARIETA’ AD HERRIRA!

herrira

Lunedì 30 si è svolta l’ ennesima operazione repressiva dello stato spagnolo contro il movimento basco: due anni dopo che ETA ha dichiarato la fine della lotta armata, Madrid non ha ancora concluso la sua guerra, andando a colpire Herrira, una organizzazione popolare per la difesa e la tutela dei diritti umani dei prigionieri politici baschi. Probabilmente la capacità che Herrira ha dimostrato di unire le molte istanze del movimento basco e la sua forza mobilitativa ha portato all’ arresto di diciotto militanti, di cui quattordici poi rilasciati e quattro che invece andranno a processo con l’ accusa di far parte di quello che viene definito “un tentacolo di ETA”. Con le accuse di finanziamento, sostegno e di essere parte di ETA, la Spagna tenta di criminalizzare ogni tipo di solidarietà da parte di chi fino ad ora ha lavorato per il ritorno in Euskal Herria dei prigionieri e di coloro che sono dovuti fuggire all’estero, contro la “dottrina Parot” e per la liberazione di tutti i prigionieri con gravi problemi di salute. Sono questi e molti altri i diritti che quotidianamente viola lo stato spagnolo, nonostante siano previsti dalla sua stessa legge, che evidentemente non è uguale per tutti. Ma non finisce qui: la violenza repressiva continua. Nella città di Hernani il corteo che spontaneamente è sceso in piazza in difesa di Herrira è stato brutalmente attaccato dalla polizia autonoma basca che non ha risparmiato neppure la delegata al Senato, Amalur Mendizabal, ferendola alla testa. In Navarra è stata proibita ogni manifestazione di solidarietà. Inoltre viene interdetta per due anni l’attività politica dell’organizzazione e vengono chiuse le sedi nazionali di Herrira a Bilbo, Iruñea, Gasteiz ed Hernani, centoventicinque profili Facebook, trentadue profili Twitter e trentotto pagine web, a dimostrazione che la volontà di Madrid è quella di distruggere ogni tipo di sostegno ai prigionieri politici e, in generale, di eliminare le realtà che si contrappongono quotidianamente alla repressione e allo smantellamento del movimento popolare basco. La risposta popolare non si è limitata al giorno degli arresti: sabato a Bilbao decine di migliaia di persone si sono riversate nelle strade per continuare a denunciare i crimini dello stato spagnolo e dare solidarietà a Herrira.

 

È fondamentale, quindi, dare sostegno e solidarietà al popolo basco, che continuerà sempre a portare avanti il lavoro di Herrira, e alla sua lotta per l’autodeterminazione, l’indipendenza e il socialismo, nel nome dell’internazionalismo e contro ogni forma di repressione.

 

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LE SQUADRACCE COMUNALI DEL DEGRADO: basta abusi in divisa

comunicato di Firenze Antifascista sui fatti di violenza poliziesca denunciati da una testimonianza:
https://collettivopolitico.noblogs.org/post/2013/06/19/polizia-violenta-una-testimonianza-di-ordinaria-repressione/

LUNEDI 1 LUGLIO,ORE 17 E 30, MANIFESTAZIONE DA PIAZZA SAN LORENZO A PIAZZA SIGNORIA

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Quanto accaduto nella sera di giovedì 13 alla Stazione di SMN è gravissimo. L’operazione della Polizia Municipale ha chiaramente le caratteristiche di un pestaggio, non certo di un controllo di routine: gli agenti non hanno fermato gli uomini scesi dalla tramvia chiedendo loro per esempio i documenti, ma li hanno aggrediti immediatamente. Ciò non lascia spazio a interpretazioni di sorta: il pestaggio era stato deciso a monte ed era esso stesso “l’operazione di polizia”. È poi emblematico il dialogo finale con il ragazzo senegalese che poco più avanti aspettava l’autobus. Lui, senza aver visto la radiolina e il distintivo, era sicuro del fatto che fosse la Polizia Municipale. Ciò sta a significare che gli ambulanti conoscono benissimo questa prassi e la considerano abituale. Il quadro è sicuramente pesantissimo ma nello stesso tempo abbastanza chiaro: questo è il “reparto antidegrado” della Polizia Municipale di Firenze che di giorno insegue i cosiddetti “abusivi” e gli ambulanti nei mercati fiorentini, controllando documenti e sequestrando merci e alla sera, evidentemente, alza il livello. Questo è risultato di anni di campagne elettorali e mediatiche incentrate sul tema della “sicurezza” e della “lotta al degrado”, che consentono oggi un clima di impunità per gli uomini in divisa.


I fatti di via Palazzuolo, l’aggressione al Paci e lo sgombero della tendopoli dei richiedenti asilo alla Fortezza erano state qualcosa di più di semplici avvisaglie, ma evidentemente non sono bastate. Pensiamo sia necessario denunciare chi sono i responsabili e i colpevoli di questa situazione. Dobbiamo farlo dando la forza e il coraggio di parlare a chi in altre circostanze ha subito pestaggi, rompendo quel muro di silenzio che permette alle forze di polizia di portare avanti queste pratiche.

I colpevoli siedono nella giunta comunale fiorentina e primo fra tutti è il Sindaco Renzi. Quel sindaco che il 2 giungo sorrideva abbronzato davanti a macchine fotografiche e telecamere appuntandosi sul petto la medaglietta della cittadinanza concessa ai senegalesi feriti dal neofascista Casseri, mentre la sua Polizia Municipale, si organizzava per portare a termine raid come questo. Colpevole è il Comandante della Polizia Municipale e il Reparto Antidegrado…e non vengano a dirci che si tratta di alcune mele marce: esiste una catena di comando che legittima, ordina e delega operazioni di questo tipo.


Pensiamo sia il momento di mobilitarci perchè tutto ciò non cada nel silenzio come ci siamo mobilitati per tenere alta l’attenzione sui fatti di Piazza Dalmazia mentre le istituz

ioni cittadine e le procure insabbiavano l’intera inchiesta. Non si tratta solo di manifestare solidarietà a chi è stato colpito direttamente, ma di sentirci parte in causa perchè le stesse pratiche e gli stessi metodi vengono riservati da altri reparti e altre divise a tutti coloro che sono accomunati da una condizione sociale simile: dall’operaio all’ambulante, dal proletario immigrato a quello italiano.


Invitiamo quindi tutte le realtà politiche, sociali e sindacali, tutti i lavoratori e gli studenti a fare propria la manifestazione di lunedì 1 luglio che partirà alle ore 17.30 da S.Lorenzo per arrivare in piazza Signoria sotto le finestre del consiglio comunale.

BASTA ABUSI IN DIVISA
SOLIDARIETA’ ALLE VITTIME DELLA VIOLENZA POLIZIESCA

Firenze Antifascista

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Polizia violenta: una testimonianza di ordinaria repressione

Con questa comunicazione Firenze Antifascista vuole rendere pubblico e diffondere il più possibile il racconto di un testimone oculare rispetto a quanto accaduto nella serata di giovedì 13 giugno nei pressi della Stazione di Santa Maria Novella:

“La sera del 13/06, verso le 23.00, alla stazione di SMN, all’altezza della fermata della tramvia via Alamanni sul lato della scalinata, ho visto un gruppo di 10-15 persone che si distingueva perché indossavano tutti guanti neri e si aggiravano nei pressi della fermata con fare a dir poco agitato e aggressivo. Mi sono avvicinato facendo il vago, come fossi un passante indifferente e ascoltando ciò che dicevano mi sono reso conto che stavano aspettando qualcuno.
Mi sono quindi fermato per vedere cosa stesse davvero succedendo. Ho così potuto sentire che si scambiavano frasi del tipo: “stasera è bandaccia”, “dove cazzo sono, non vedo l’ora”, “sono in ritardo”. Erano sempre più agitati e evidentemente erano sotto l’effetto di cocaina.
Dopo circa 10 minuti ho notato un altro particolare: insieme a quelli che indossavano i guanti erano presenti alcuni uomini più anziani con in mano una radiolina.
Proprio dalla radiolina ad un certo punto è arrivato il segnale che stavano aspettando. Ho sentito chiaramente quella voce dire: “dall’altra parte della strada! Stanno arrivando! Attraversate!”.
Gli individui più giovani, quelli con i guanti neri e sicuramente più prestanti fisicamente, sono corsi sull’altro lato della strada.
Ho praticamente attraversato con loro. Ho visto che nel frattempo stava arrivando la tramvia. Quando si sono aperte le portiere è sceso un gruppo di persone di cui 5 o 6 ragazzi di colore e con tutta probabilità senegalesi.
Neanche il tempo di rendermi conto delle loro reali intenzioni che gli si sono scagliati addosso con una ferocia indescrivibile. Nel parapiglia ho visto sicuramente che un senegalese è stato prima schiantato su una vetrina accanto al negozio TIM e poi inseguito insieme agli altri che scappando avevano già raggiunto la parallela. Avevo paura che se li avessero raggiunti nella parallela senza che nessuno fosse presente ad assistere alla scena si sarebbero sentiti liberi di far di peggio. Quindi mi sono mosso e li ho inseguiti anch’io, ma non sono riuscito a stargli dietro…penso che fortunatamente siano riusciti a scappare!
Ma tornando indietro ho notato i due uomini più anziani, quelli con la radiolina che si stavano allontanando. Così ho iniziato a seguire loro. Sono riuscito a sentirli parlare al cellulare e uno dei due ripeteva ossessivamente: “dove siete? Vi serve una macchina? Vi mando una VOLANTE?”
Ho capito allora che non si trattava solo di un gruppo di fascisti, ma che questi avevano anche la divisa…
Sono riuscito a seguirli fino al “Parcheggio Europa” all’altezza di via Montebello.
Ad un certo punto però uno dei due, il tipo che “dirigeva l’operazione”, il solito che aveva distribuito i guanti neri prima dell’aggressione si volta e mi chiede: “chi sei? Perché ci stai seguendo? Dammi i documenti!” Io gli ho detto che non gli stavo seguendo ma che mi ero perso e stavo cercando via Montebello…per quanto riguarda i documenti gli ho invece chiesto perché avrei dovuto mostrarglieli. “Per questo!” mi ha risposto lui tirando fuori il tesserino della POLIZIA MUNICIPALE. 
Ho visto che non ha annotato il nominativo ma con fare intimidatorio mi ha chiesto: “Abiti ancora qui?” A quel punto mi ha invitato a “levarmi dal cazzo” e, ricevuta anche l’indicazione su dove fosse via Montebello, non ho potuto che andare nella direzione opposta e poi tornare sui mie passi.
Sono tornato alla stazione. Preso dalla rabbia e dall’adrenalina sono tornato alla fermata della tramvia. Lì c’era una macchina della “GEST” in mezzo alle rotaie mentre alla fermata dell’autobus poco più avanti c’era un senegalese che mi osservava. Mi sono avvicinato per chiedergli se avesse visto la scena e se sapesse cosa fosse successo. Nonostante fossero tutti in borghese e non vi fosse nessun modo per riconoscerli a colpo d’occhio, lui mi ha detto subito: “questi sono della MUNICIPALE!”… Poi, facendomi il segno della pistola con le mani mi ha detto: “molti italiani quando vedono noi impazziscono…” Non ho avuto tempo di chiedergli altro perché è arrivato l’autobus, lui mi ha salutato e se n’è andato…”

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