Archivio per la categoria LAVORO

Solidarietà ai lavoratori in lotta dell’IKEA di Piacenza!

Dopo i gravi fatti avvenuti durante un presidio di protesta dei lavoratori Ikea a Piacenza il 30 ottobre e l’ennesima repressione attuata dal corpo di polizia durante il presidio di solidarietà del 2 novembre, non possiamo starcene con le mani in mano!  In un regime di crisi e austerità come questo è sempre più evidente come la classe padronale al potere sia disposta a tutto pur di difendere i propri interessi, SOPRATTUTTO  a costo di calpestare i diritti delle classi sociali più deboli.

SOLIDARIETÀ AI LAVORATORI IN LOTTA DELL’IKEA DI PIACENZA E A CHI LOTTA PER I PROPRI DIRITTI SUL POSTO DI LAVORO!

Riportiamo un breve riassunto dal sito del collettivo Clash City Workers e rilanciamo il volantinaggio fuori dall’IKEA!

“Da tre settimane va avanti la lotta dei lavoratori del Consorzio Gestione Servizi (CGS), in appalto presso l’IKEA di Piacenza. In questo lasso di tempo si sono susseguite iniziative di protesta, da scioperi a blocchi delle merci, per ottenere il rispetto dei più elementari diritti dei lavoratori. Ma si tratta di una lingua, quella dei diritti, che IKEA non conosce e non vuole conoscere. Ha scelto la strada del muro contro muro, spingendo le cooperative cui dà l’appalto ad applicare misure punitive nei confronti di quegli operai che si sono resi “colpevoli” di alzare la testa e di lottare per migliorare le condizioni di lavoro. Le forze di polizia si sono mostrate una volta di più completamente allineate alle posizioni dell’azienda ed anche stamattina hanno picchiato e manganellato i lavoratori riuniti in presidio dinanzi ai cancelli del colosso svedese.

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Solidarietà agli imputati del processo al movimento fiorentino.

Giovedì 25 ottobre si è svolta presso il Tribunale di Firenze l’udienza preliminare del Processo contro il Movimento fiorentino dopo lo slittamento del 14 giugno scorso.
Dopo le 35 misure cautelari tra arresti e obblighi di firme imposte dal GIP lo scorso anno, ora il giudice per l’udienza preliminare ha deciso di rinviare a giudizio 85 imputati su 86, fissando la prima udienza del I grado per il 3 maggio 2013.
Rimane quindi in piedi l’accusa di associazione a delinquere che, se da una parte è un capo d’imputazione contestato “soltanto” a 7 degli ormai 85 imputati, dall’altro è l’accusa che continua a tenere in piedi questo maxiprocesso e assieme tutta la montatura giudiziaria. Altro elemento da non sottovalutare, anch’esso per il dato politico che sottintende, è la costituzione delle parti civili: enti pubblici e privati, banche, leghisti, neofascisti, digos e polizia.
Un tentativo di caricare maggiormente le richieste dell’accusa e includere direttamente nei processi penali alcuni dei soggetti che potremmo definire complici o responsabili della gestione della crisi del capitalismo, delle sue ricadute sulla vita di milioni tra lavoratori e studenti, e che per questo erano stati oggetto di contestazioni e manifestazioni.

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Il dibattito sulla crisi: e se fosse sovrapproduzione?

crisi_1929Riportiamo questa traduzione da Senzasoste, vista la chiarezza con la quale viene spiegata la crisi del capitalismo.

Ibán Díaz Parra

Rebelión

Negli ultimi anni si è sentito dire che la causa della crisi sono il sistema finanziario, i mutui spazzatura, l’avarizia dei mercati, la cattiva amministrazione dei politici e delle istituzioni regolatrici eccetera eccetera. Probabilmente in ognuna di queste c’è una parte di ragione, in alcune molto più che in altre. Tuttavia, come diceva tempo fa David Harvey (cfr. Crisis of Capitalism < http://youtu.be/qOP2V_np2c0>), sembra che l’ultima cosa a passare per la testa alla maggior parte degli economisti e/o opinionisti di professione è che la causa della crisi sia il sistema stesso, che si tratti di una crisi strutturale.

Anche qualche anno fa qualcuno chiese in un gruppo di discussione al quale partecipava se la crisi che allora iniziava a intravedersi fosse una tipica crisi di produzione. Allora pensavo di sì, ed è un’opinione che continuo ad avere.

La teoria classica della crisi

Nella teoria marxista classica le crisi capitaliste hanno origine nelle imprese che non trovano mercato per i loro prodotti. Sovrapproduzione che pertanto tende a coesistere con una situazione di disoccupazione, e che nel suo complesso non è altro che capitale e forza lavoro (un altro tipo di capitale) che non trovano opportunità per essere investiti e generare profitti. Questo non vuol dire che non ci sia scarsità. La sovrapproduzione implica eccedenze di merci e le merci non vanno a coprire i bisogni umani ma la domanda solvente.

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L’importanza di logistica e circolazione delle merci per lo sviluppo strategico del capitalismo italiano

Riportiamo un documento di analisi sullo sviluppo strategico tendenziale del capitalismo italiano redatto dai compagni del CSA Vittoria di Milano:

Per uscire dalla crisi che ha colpito il sistema di produzione capitalista negli anni ’70 e per il conseguente rilancio di un nuovo ciclo di valorizzazione (e di accumulazione dei profitti), diverse e articolate sono state le misure adottate dal capitale che si sono, in estrema sintesi, mosse lungo due direttrici di massima: in primis, l’esternalizzazione e lo snellimento della produzione nonché l’implementazione del ricorso agli strumenti offerti dalla finanza e, poi, la deregolamentazione del mercato del lavoro (e la conseguente precarizzazione dei rapporti di lavoro) e la compressione dei salari.

Da un lato, infatti, pur mantenendo e conservando una forma fortemente centralizzata del comando negli stati a capitalismo avanzato, si sono sfruttate e create intere filiere transnazionali alla costante ricerca di luoghi ove produrre a costi inferiori (e con maggiori profitti) rispetto a quelli di origine, in virtù soprattutto dello sfruttamento di amplissimi bacini di forza lavoro senza diritto alcuno, né sindacalizzazione e con salari miserevoli (nonché di un esercito di riserva potenzialmente illimitato). Prosegui la lettura »

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Cosa ci può insegnare la lotta dei minatori asturiani

da clashcityworkers.org

Il 15 giugno è stato il diciottesimo giorno della lotta dei minatori asturiani contro i tagli che il governo Rajoi ha deciso per il settore: una riduzione del 63% dei contributi statali al comparto minerario (si passerebbe da 300 a 110 milioni di euro). Si tratta di una misura che avrà una ripercussione immediata, di cui il governo spagnolo è chiaramente più che conscio: la perdita del lavoro per circa 8000 lavoratori, dal momento che senza il contributo statale le miniere non saranno piu’ competitive. E le Asturie, regione in cui si concentrano ben 40 miniere, saranno colpite piu’ delle altre aree del paese.

La risposta dei minatori poteva forse sembrare un costo inevitabile da pagare per chi ha progettato e sferrato l’attacco, ma probabilmente non si aspettavano le modalità che la protesta ha assunto da venti giorni a questa parte.

Cronaca della lotta

Il 23 maggio è iniziato uno sciopero dei minatori, supportato dalle due principali centrali sindacali spagnole, Comisiones Obreras e Union General de los Trabajadores (va però precisato che l’appoggio di questa lotta e’ l’eccezione, non la norma per questi due sindacati, quasi sempre fidi alleati di padroni e governo) ed i minatori hanno occupato anche la principale piazza di Oviedo (il piu’ grande centro cittadino nelle Asturie), seguendo la tattica utilizzata dal cosiddetto movimento degli “Indignados” proprio un anno fa. Ma le somiglianze con questo movimento non pare vadano molto oltre. Una linea di discontinuita’ e’ stata posta dagli stessi scioperanti che hanno esposto proprio in piazza uno striscione molto esplicito: “No Estamos Indignados, Estamos Hasta Los Cojones” (“Non siamo indignati, ci siamo rotti i coglioni”).

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Sul corteo del 22 giugno: NO alla (contro) riforma del lavoro! NO al governo Monti!

Al fianco delle manifestazioni convocate a Roma e Milano per lo sciopero generale del sindacalismo di base, a Firenze siamo scesi in piazza per ricordare e rivendicare i diritti che ci spettano: un lavoro a condizioni dignitose, riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario ed i servizi pubblici garantiti per tutti.

Stavolta la lotta contro il governo Monti e contro la riforma del lavoro non è rimasta legata al tessuto urbano della Firenze-vetrina per turisti ma, riversandosi in piazza nella zona industriale di Firenze nord e Calenzano, si è portata nei luoghi dove lo sfruttamento e la produzione capitalista avvengono nel concreto, provocando anche concreti disagi alla circolazione del traffico e delle merci. Così facendo, la giornata di lotta di ieri ha espresso una critica generale al sistema di sfruttamento che padroni e governanti ci impongono in modo sempre più arrogante, con la scusa dei “sacrifici” e della “austerità”, in un periodo di crisi sistemica del capitale.

Diciamo anche che questo importante passaggio politico vuole andare nella direzione di connettere e ricomporre le lotte di tutti i lavoratori, dal settore pubblico al privato, passando per i precari, i disoccupati e gli studenti (quali futuri lavoratori). Infatti, l’unica strada percorribile per resistere e rovesciare l’attacco che viene mosso ai nostri diritti ed alle nostre condizioni di vita, è fornire una risposta unitaria come classe, come subalterni, tenuti insieme degli stessi interessi. Ormai da anni assistiamo al tentativo da parte dei padroni di dividere la classe lavoratrice, ad esempio, tra garantiti e precari, tra privilegiati e non, tra vecchi e giovani. Il cosiddetto centro sinistra e i sindacati confederali si sono dimostrati passivi e complici rispetto a questo disegno, che oggi assume i connotati di una vera e propria guerra tra poveri. Perciò oggi è necessario rifiutare in blocco la contro riforma del lavoro e difendere i diritti e le tutele conquistati con le lotte degli anni ’60 e ’70, non per conservare lo status quo ma per estenderle a tutti i lavoratori, siano essi precari, vecchi, giovani o migranti.

Che i sacrifici li facciano i padroni! Il capitalismo è la crisi!

Di seguito il comunicato dei sindcati di base: Prosegui la lettura »

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Venerdì 22 giugno manifestazione per lo SCIOPERO GENERALE: corteo dalla Richard Ginori di Sesto Fiorentino

Venerdi 22 giugno 2012 SCIOPERO GENERALE di tutti i lavoratori

INTERA GIORNATA

partenza alle ore 9.30

davanti alla Richard Ginori di Sesto F.no

(Viale Giulio Cesare 50)

CONTRO la riforma del lavoro che prevede: lo smantellamento dell’art. 18 dello statuto dei Lavoratori e l’introduzione dei licenziamenti facili;l’eliminazione dell’indennità di disoccupazione e della mobilità lunga.

CONTRO la riforma delle pensioni.

CONTRO l’aumento delle tasse (IMU, IRPEF, etc..) ed il taglio ai servizi sociali.

CONTRO le scelte di deindustrializzazione della Toscana e di delocalizzazione delle produzioni: non più una fabbrica chiusa non più un licenziamento.

CONTRO lo smantellamento dei servizi pubblici e la privatizzazione-liberalizzazione dei beni comuni.

CONTRO la repressione che colpisce chi si oppone e si ribella.

 

USI – AIT Firenze, CUB, Movimento di lotta per la casa, Cobas Lavoro Privato, Cobas Pubblico Impiego, Cobas Sanità Toscana, CPA, Collettivo politico di Scienze Politiche, next Emerson, Cantiere Sociale K 100, Comitato Comunista toscano

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SOLO LA LOTTA PAGA! Solidarietà ai lavoratori in lotta di Basiano!

Ieri mattina, 10 Giugno 2012, a Basiano (Mi) abbiamo assistito all’ennesimo episodio di violenza poliziesca nei confronti dei lavoratori di alcune cooperative che gestiscono in appalto la logistica per conto del gruppo Il Gigante. La repressione intende colpire la lotta che si sviluppa ormai da vari giorni in difesa del posto di lavoro, del salario e della dignità di 90 lavoratori.

I fatti sono semplici: una delle cooperative coinvolte ha deciso di rinunciare all’appalto licenziando 90 lavoratori pagati 9 euro l’ora, che saranno rimpiazzati da una seconda cooperativa che utilizza lavoratori più ricattabili (poichè a chiamata) retribuiti a 4 euro l’ora.

Si tratta evidentemente di una manovra tesa a peggiorare le condizioni di sfruttamento, di vita e di lavoro, attraverso la logica della divisione e del ricatto. Ma purtroppo per i padroni, stavolta questo giochino non ha funzionato ed i lavoratori (quasi tutti immigrati) hanno risposto in maniera unitaria, occupando i reparti e bloccando il sito produttivo l’8 giugno. Per tutta risposta i padroni hanno deciso di sguinsagliare i carabinieri, che non hanno esitato Prosegui la lettura »

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NO alla riforma del mercato del lavoro, NO al governo Monti! Presidio venerdì 8 giugno

NO ALLA RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO, NO AL GOVERNO MONTI!

VENERDI’ 8 GIUGNO
MANIFESTAZIONE
ORE 18:OO
VIA CAVOUR SOTTO LA PREFETTURA

Nella giornata dell’8 verrà discussa la riforma targata Fornero in seno alla camera. Dopo la riforma delle pensioni, che ha lasciato 350.000 persone senza salario né possibilità di avere una vita dignitosa, ecco la riforma del mercato del lavoro tanto invocata dalla Troika: essa mira, senza remore, allo smantellamento complessivo di ogni forma di tutela per il lavoratore dipendente, reso ancor più ricattabile dallo spauracchio del licenziamento con l’abolizione dell’articolo 18.

Non possiamo accettare che questo attacco alla classe lavoratrice venga portato avanti!
Soprattutto in un momento come questo, a fronte della tragedia del terremoto emiliano, in cui i lavoratori, sottoposti al ricatto padronale della delocalizzazione e del licenziamento, in un clima di incertezza e di terrore, sono stati costretti a tornare al lavoro nonostante il pericolo di nuove scosse. Le vittime seppellite sotto le macerie dei capannoni, i tre morti al giorno sul lavoro insieme ai milioni di lavoratori e pensionati che arrivano a malapena alla fine del mese sono il risultato di una politica di guerra strisciante verso la classe lavoratrice, quella lotta di classe” portata avanti senza esclusione di colpi da padroni e governanti.
Le ragioni per cui è necessario lottare non mancano.
Perciò, ora più che mai, è necessario scendere in piazza e ribadire la nostra contrarietà alle politiche di macelleria sociale del governo Monti, costruendo momenti di opposizione a questo sistema e riallacciando i legami di solidarietà in ogni territorio.

NO ALLA RIFORMA DEL LAVORO DEL GOVERNO MONTI. L’ARTICOLO 18 NON SI TOCCA!
BASTA SACRIFICI!

Centro Popolare Autogestito Fi Sud,Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos, Comitato Comunisti Toscana, PCL Firenze, USI Toscana, Confederazione Cobas Firenze, Cub Firenze, Collettivo Politico di Scienze Politiche, Rete dei medi fiorentini

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