Archivio per la categoria VARIE

Sulla guerra in Libia: due contributi di Gian Paolo Calchi Novati

“Prima o poi i popoli, soprattutto i gruppi o ceti inquieti e irrequieti, si convinceranno che le soluzioni giuste vengono più dal basso che dall’alto.”

Il crollo del regime libico: un incentivo o un deterrente?

Se fra i motivi che hanno spinto i militari egiziani a collaborare alla rimozione di Moubarak c’era l’intento di restituire l’Egitto al suo ruolo naturale di centro del mondo arabo e del Medio Oriente, non è detto che i fatti libici siano coerenti con quell’obiettivo. Il governo del Cairo ha sicuramente sostenuto gli insorti anti- Gheddafi, soprattutto quando pareva che la crisi dovesse sfociare in un scissione fra Cirenaica e Tripolitania, ma si è sempre attenuto alla regola aurea del “profilo basso”, anche rispetto ad altri paesi arabi: si pensi, in particolare, all’esposizione del Qatar, che ha brandito Al Jazeera come un’arma impropria prima di dare un contributo rilevante, anche sul piano militare, alla coalizione guidata da Francia e Inghilterra.

Da una parte l’Egitto voleva dar prova di credere nella “libertà”, dall’altra non voleva compromettersi troppo con un’operazione che per molti versi ricordava in modo imbarazzante la guerra di Suez del 1956. Tutto può augurarsi l’Egitto fuorché la formazione al di là del suo confine occidentale di uno stato “sotto tutela”, magari con il corollario di quelle basi militari che Nasser elevò a principale capo d’accusa contro re Idris e che Gheddafi chiuse nel 1970 poche settimane prima della morte dello stesso Nasser.

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Ma quale debito? Ma quali sacrifici? Il capitalismo è la crisi!

Presidio permanente Lunedì 12 Settembre a partire dalle 17 30 sotto la prefettura in via Cavour

Lunedì 12 Settembre, la manovra lacrime e sangue imposta dai “signori del mercato” di Governo, Banca Centrale e Commissione Europea, sarà in discussione al senato. Con la retorica della “coesione nazionale”, il Governo tenta di imporre ulteriori sacrifici a lavoratori, pensionati, studenti e a tutte le classi sociali subalterne mentre banchieri, speculatori e padroni di sempre che, con la loro voracità di profitto hanno creato questa crisi, non pagheranno un centesimo.

Continueranno, anzi, ad arricchirsi con scommesse finanziarie sul crollo degli Stati e ad approfittare della situazione per rosicare diritti.

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11 settembre 1973: il colpo di Stato in Chile

L’11 settembre del 1973, dentro la Moneda (il palazzo presidenziale), perdeva la vita Salvador Allende, vittima del colpo di Stato militare pianificato dagli U.S.A. di Richard Nixon ed Henry Kissinger e messo in pratica dal fascista Augusto Pinochet e dalle truppe al suo servizio. Ancora oggi in Chile studenti, lavoratori e pensionati lottano, dopo 21 anni di “democrazia”, per un paese diverso da quello creato durante la dittatura: un paese dato in pasto al mercato ed ai grandi capitali internazionali, seguendo la dottrina neoliberista della scuola di Chicago di Milton Friedman (premio nobel per l’economia nel 1976), la cui Costituzione è ancora oggi quella redatta sotto la dittatura.
Per approfondimenti:

Salvador Allende, documentario

Shock Economy, libro di Naomi Klein dal quale è tratto questo documentario


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SCIOPERO GENERALE: Spezzone Anticapitalista

SPEZZONE ANTICAPITALISTA AL CORTEO DEI SINDACATI DI BASE. ORE 9 P.ZZA SS.ANNUNZIATA

C’è crisi? il capitalismo non può avere la cura, perchè è la malattia

Sono mesi che sentiamo parlare di “crisi”, della “necessità di tornare a crescere”, di “modernizzazione”, di “sacrifici nell’interesse della nazione”. Concetti che ci parlano di problemi da risolvere sulla base di un fantomatico “interesse comune”. E’, però, chiaro che quando la coperta è troppa corta, se copri da una parte, scopri dall’altra e governanti, padroni e media tentano sempre di coprire sé stessi.
La ricetta è semplice: privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite.

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Solidarietà agli studenti cileni in lotta. Piñera assassino!

Da mesi gli studenti cileni sono mobilitati per il diritto allo studio. In un paese devastato e saccheggiato dalle politiche neoliberiste dei Chicago boys di Milton Friedman, che hanno trovato piena attuazione grazie al colpo di stato dell’11 settembre 1973 ad opera del fascista Pinochet, la lotta di studenti e lavoratori sta mettendo in difficoltà il governo di destra di Piñera. Migliaia di arresti, violenze e soprusi dei carabineros, compresa l’uccisione del quattordicenne Manuel Gutierrez a margine di un corteo,  non sono serviti a fermare le proteste nè, tantomeno, ad isolare il fronte studentesco.

Esprimiamo la nostra solidarietà ai compagni cileni in lotta per il diritto allo studio e per una società migliore.

NON UN PASSO INDIETRO !

Viva la lucha de los estudiantes chilenos, para una educacion al servicio del pueblo !

Per info e approfondimenti:

ProiettiliChile. Pinera vuole trattare, il sindacato pure, la piazza no

La Primavera arriva in Chile

Chile: “settimana decisiva per la primavera degli studenti”

http://www.mir-chile.cl/jrme.htm – sito della Juventud Rebelde Miguel Enriquez

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La crisi del capitalismo: intervista al professor David Harvey

Intervista al professor David Harvey a cura del Collettivo Studenti Comunisti di Bologna e di Contropiano

Per approfondimenti:
Videolezioni su Il Capitale di Marx- David Harvey
La crisi del capitalismo-video animato

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11 AGOSTO: FIRENZE ROSSA E PARTIGIANA

L’11 agosto è l’anniversario della Liberazione di Firenze dal nazifascismo.

Firenze fu liberata dai partigiani che quel giorno vi entrarono armi in pugno accolti da un popolo in festa pronto ad abbracciarli come figli.

Firenze fu liberata dalle Brigate Garibaldine e da tutti quei giovani che decisero di arruolarvisi, dai chi combatté in città come i gappisti o le SAP, ma anche da tutti coloro che davano sostegno e supporto alla loro azione come le staffette, i contadini che offrivano loro cibo e riparo, gli operai che nelle fabbriche sabotavano l’economia di guerra.

Questo è e deve essere l’11 agosto per Firenze: non ci interessano posizioni equilibrate o ancor meno il silenzio di fronte al vergognoso appuntamento lanciato dai fascisti di Casaggì. Il silenzio più pesante è certamente quello delle istituzioni cittadine che autorizzando iniziative di questo tipo se ne rendono complici, concedendo ai fascisti spazi tali di agibilità politica che addirittura radio, ormai solo sedicenti di sinistra, arrivano a mandare in onda le loro interviste. Andare a Trespiano a ricordare i franchi tiratori va addirittura oltre il tentativo di riscrivere la storia.

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Lotte operaie: video-inchiesta sulla situazione Fincantieri

Pubblichiamo questa interessante video-inchiesta sulla situazione dei lavoratori Fincantieri, a cura del collettivo Clashcityworkers di Napoli, per comprendere meglio quanto sta accadendo alla luce delle recenti mobilitazioni.

Maggio 2011: viene annunciata la possibile chiusura delle sedi di Fincantieri di Castellamare di Stabia e Sestri Ponente.  Si parla di esuberi: 2551 operai, senza contare l’indotto, rischiano di perdere il lavoro.
I motivi che portano l’azienda a chiudere, a detta dei giornali e dei grandi mezzi di comunicazione sono: 1) la concorrenza internazionale, in particolare dei cantieri  dell’estremo oriente 2) la carenza di commesse.
Ma è tutto completamente vero?
Prima di rispondere a questa domanda e provare a riproporre gli stessi problemi da un’altra prospettiva, facciamo un passo indietro di qualche anno.

Un po’ di storia

Azienda pubblica italiana già di proprietà dell’IRI, oggi controllata da Fintecna, finanziaria del Ministero dell’Economia, Fincantieri – Cantieri Navali Italiani S.p.A. è uno dei più importanti complessi cantieristici navali d’Europa e del mondo. Prosegui la lettura »

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Solidarietà agli antifascisti teramani

Continua a dispiegarsi il disegno repressivo ad opera dello Stato: da Bologna a Torino, da Napoli a Forlì fino ad arrivare a Firenze, colpita duramente nelle giornate del 4 maggio e del 13 giugno, si manifesta sempre più forte la volontà di mettere a tacere e di criminalizzare ogni forma di opposizione, di dissenso e di alternativa reale ad un sistema sempre più in crisi. Mercoledì 13 luglio, 11 antifascisti teramani sono stati denunciati con l’accusa di associazione a delinquere “finalizzata alla commissione di una serie di delitti contro la persona e l’incolumità pubblica”. Con questa operazione si tenta inoltre di parificare fascismo e antifascismo in nome della pacificazione sociale e del revisionismo. L’antifascismo, però, è un valore, è lotta quotidiana contro l’emarginazione, la xenofobia, il razzismo e la paura dell’altro.

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